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Conto deposito: la scelta giusta per l'emergenza economica?

Si tratta di uno strumento interessante anche per la sua natura di investimento a basso rischio.

Da alcuni anni, per svariate motivazioni, fra cui le note tensioni geopolitiche, i vari Paesi europei stanno affrontando una congiuntura economica non particolarmente favorevole. Nel nostro Paese, per esempio, l’inflazione ha toccato livelli che non si registravano da diversi anni e le bollette energetiche hanno pesato considerevolmente sui bilanci familiari. È più che naturale che in una situazione del genere si cerchino soluzioni che possano mitigare, per quanto possibile, quella che potremmo definire come “emergenza economica”. Fra le varie possibilità, una da considerare è il conto deposito, un prodotto bancario che ha funzioni di risparmio e investimento. Si tratta di uno strumento interessante anche per la sua natura di investimento a basso rischio. Le somme depositate, infatti, sono garantite fino a 100.000 euro dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD).

Un conto deposito non è un conto corrente
Un conto deposito è un prodotto bancario a bassa operatività (le uniche operazioni sono il versamento e il prelievo di denaro), caratterizzato dal fatto che offre un tasso di interesse attivo più o meno elevato sulle somme depositate. Non va confuso con il conto corrente, che non offre di norma interessi attivi poiché non è pensato come strumento di risparmio, ma di servizio (pagamenti vari, addebiti di bollette, accredito di pensione e stipendio, bonifici, prelievi di contanti ecc.).

Conti deposito: le principali tipologie
Si distinguono due principali tipologie di conti deposito: non vincolati e vincolati. I conti di deposito non vincolati permettono al titolare di movimentare liberamente le somme depositate; egli può cioè fare versamenti e prelievi quando lo desidera a seconda delle proprie necessità.

I conti di deposito vincolati hanno un funzionamento diverso. Sono, infatti, caratterizzati dalla presenza di un vincolo temporale sulle somme depositate; in altri termini, il titolare non può movimentare le somme depositate fino a quando non si arriva alla scadenza del vincolo stabilito (6, 12, 24, 36 mesi, ecc.). Gli interessi attivi sui conti deposito vincolati sono di norma più elevati rispetto a quelli sui conti non vincolati. I primi sono meno flessibili, ma questa loro minore flessibilità viene appunto ricompensata con una maggiore remuneratività. Ovviamente è il cliente che deve scegliere il tipo di conto che più si avvicina alle proprie specifiche esigenze.

Conti deposito: una scelta giusta per l’emergenza economica?
Indubbiamente un conto deposito, dati la sua remuneratività e il suo basso profilo di rischio, può rappresentare un’opzione interessante per fronteggiare, perlomeno in parte, l’emergenza economica. Potrebbe, per esempio, essere inserito in un portafoglio di risparmio diversificato insieme ad altri strumenti di risparmio (fondo pensione, titoli di Stato, ecc.).

Come si apre un conto deposito?
La più diffusa modalità di apertura di un conto deposito è quella online, soluzione sicuramente più smart rispetto a quella tradizionale che richiede di doversi recare di persona in una filiale della banca. Per quanto riguarda i requisiti da soddisfare, quelli principali sono tre: essere maggiorenni, avere la residenza italiana ed essere titolari di un conto corrente; quest’ultimo fungerà da conto di appoggio per le operazioni di prelievo e versamento rispettivamente da e sul conto deposito. Non è necessario che il conto corrente si trovi presso la stessa banca su cui si apre il conto deposito. La procedura di apertura è piuttosto rapida; dopo essersi collegati al sito web della banca si forniscono le informazioni richieste, si trasmettono digitalmente le copie di alcuni documenti (carta d’identità, tessera sanitaria, documentazione reddituale ecc.) e infine avviene la firma sul contratto. Una volta che il conto deposito sarà aperto si potrà effettuare il primo bonifico.


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