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Comitati di Quartiere, Siculella: “La politica resta indietro, la partecipazione reale è ferma”

Secondo l’ex candidato sindaco di Lecce, i modelli partecipativi tradizionali oggi sono in crisi, frammentati e svuotati di reale efficacia.

“Seguo con incredulità l’ennesimo confronto che ci restituisce una classe politica pachidermica, conflittuale, ipocrita”. Così Alberto Siculella, Presidente di MIND – Menti Indipendenti, commenta il dibattito in corso sulla riorganizzazione dei Comitati di Quartiere (CdQ), organismi nati per dare voce ai cittadini.

“A Lecce, durante la precedente amministrazione, i CdQ sono stati finalmente riconosciuti. Ma tutto questo rischia di rimanere un’operazione di facciata se non ci si interroga prima su come e se funzioneranno davvero”.

Secondo l’ex candidato sindaco di Lecce, i modelli partecipativi tradizionali oggi sono in crisi, frammentati e svuotati di reale efficacia. “In questi anni i comitati e finanche le consulte comunali sono rimasti partecipati sulla carta: nel migliore dei casi hanno prodotto poco, nel peggiore nulla o addirittura non costituiti”.

E oggi, continua Siculella “l’opposizione scopre improvvisamente il problema, dopo sette anni di Governo, accusando la maggioranza -all’epoca opposizione- di voler politicizzare i CdQ attraverso nomine dirette del Consiglio Comunale”. Una soluzione che, sottolinea Siculella, rischia però di azzerare qualsiasi forma di rappresentanza civica reale, già debole.

“Noi di MIND – Menti Indipendenti abbiamo proposto una visione diversa: la partecipazione ha senso solo se passa da strumenti inclusivi e digitali, se prevede incontri istituzionali, accesso alla documentazione, uso di spazi pubblici e soprattutto se i cittadini vengono realmente ascoltati, anche attraverso i processi di bilancio partecipativo”.

L’associazione rilancia quindi l’idea dei Comitati di Quartiere Online, già attivi in diverse città italiane, basati su piattaforme che permettono la partecipazione continua, democratica e verificabile da parte della cittadinanza. “Forse siamo troppo avanti – conclude Siculella – ma è evidente che questa classe politica è rimasta davvero tanto indietro”.


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