Cronaca Lequile In manette l’autore dell’omicidio di Lequile, abitava di fronte al bancomat: caccia al complice Si tratta di un cittadino albanese 31enne: trovata l'arma del delitto e i vestiti indossati dall'uomo al momento dell'agguato 17/07/2021 circa 2 minuti Paulin Mecaj, albanese, 31enne, dovrà rispondere, in concorso con un altro soggetto in corso di identificazione, dell’omicidio di Giovanni Caramuscio. L’uomo è stato sottoposto a fermo di indiziato delitto emesso dalla procura della Repubblica di Lecce, a firma del magistrato Alberto Santacatterina.La pistola, una Beretta calibro 9 corto, con matricola abrasa è stata ritrovata a casa dell’uomo dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Lecce.Il fermo è aggravato dal fatto di aver agito al fine di rapinare il denaro che la vittima aveva appena prelevato al bancomat del “Banco di Napoli” di via san Pietro in Lama, utilizzando illegalmente una pistola con matricola abrasa in un luogo pubblico. Il 31enne dovrà anche rispondere di ricettazione dell’arma. Questi i fatti: Alle ore 23 del 16 luglio scorso è arrivato sul numero di emergenza 112 del comando provinciale dei carabinieri di Lecce la segnalazione di una sparatoria a Lequile nei pressi del Banco di Napoli. Sul posto, riverso sull’asfalto oramai esanime, c’era il corpo del pensionato Giovanni Caramuscio, raggiunto mortalmente da due colpi d’arma da fuoco. Le indagini affidate al nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale e della compagnia di Lecce, sono partite da un testimone che aveva raccontato di aver notato uno degli autori della rapina, dirigersi, poco dopo i fatti, verso un pozzo nei pressi dell’istituto di credito con in mano una busta di plastica e di averlo rivisto poco dopo ritornare a mani vuote. All’interno c’era un sacchetto con una serie di indumenti che sono risultati essere, dal confronto con le immagini dei sistemi di videosorveglianza acquisiti sul posto, quelli utilizzati nel corso della rapina. Il terreno nel quale è situato il pozzo in esame è proprio di fronte all’abitazione del 31enne. Gli inquirenti, notte tempo, si sono indirizzati ed hanno trovato l’indagato, poco dopo il delitto, in evidente stato di agitazione, a petto nudo, bagnato e vestito solo di un paio di bermuda. Nell’abitazione c’era anche la maglietta che il 31enne indossava al momento del delitto, dalla quale aveva già provveduto a tagliare il logo sul petto con lo scopo di evitare una eventuale successiva identificazione. C’era anche la pistola che aveva sparato e che Mecaj aveva tentato di nascondere all’interno di una pianta ornamentale. L’indagato al termine delle formalità di rito è stato accompagnato presso la casa circondariale di Lecce in attesa della convalida del fermo da parte del gip del tribunale di lecce. Le indagini proseguono per identificare il complice. Martedì si farà l’autopsia del corpo. Il giorno del funerale sarà proclamato lutto cittadino a Monteroni e a Lequile.
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