Ambiente Cutrofiano 

Cava “Don Paolo”, le associazioni presentano una diffida contro l’ampliamento

Italia Nostra e Forum Amici del Territorio chiedono di non rilasciare i permessi per aumentare i volumi estrattivi. Diffida all’amministrazione comunale di Cutrofiano e agli Uffici della Regi...

Italia Nostra e Forum Amici del Territorio chiedono di non rilasciare i permessi per aumentare i volumi estrattivi. Diffida all’amministrazione comunale di Cutrofiano e agli Uffici della Regione Puglia affinchè non concedano l’autorizzazione all’ampliamento della cava “Don Paolo” di Cutrofiano. “Sono stati snobbati pubblicamente 860 cittadini -scrivono in una nota le associazioni- e tutti gli enti preposti alla tutela e a garanzia della salute dei cittadini e del territorio. Adesso le associazioni diffidano il sindaco e gli enti preposti alla tutela del territorio e della salute dei cittadini affinché si proceda alla salvezza del Salento e non al suo massacro”. “Il Consiglio Comunale di Cutrofiano -continuano- lo scorso 4 dicembre, ha snobbato 860 cittadini che, con una Petizione Popolare e raccolte in soli 3 giorni, chiedevano il rinvio del consiglio comunale in merito alla Convenzione tra il Comune e la Colacem spa, riguardante l’ampliamento della cava “Don Paolo”, in modo da discuterne prima, con i cittadini e le Associazioni, sulle scelte da adottare affinché risultassero le più opportune per il territorio. Nessuna giustificazione è stata espressa dal Sindaco nel dichiarare che la richiesta di rinvio sia stata ‘quasi irricevibile in quanto non fondata’, passando ogni decisione alla discussione durante il Consiglio, discussione che - di fatto - non c’è stata, mentre invece si sono registrati in più interventi, volgari ed offensive considerazioni nei confronti dei Cittadini e delle Associazioni sottoscrittori e promotori della Petizione, “colpevoli” (probabilmente) di interessarsi della Cosa Pubblica e di dare il proprio contributo nelle scelte importanti per la comunità, fino a definire le firme raccolte ”Carta Straccia”. Le associazioni accusano la maggioranza consiliare “di aver svenduto il territorio per 350mila euro in più in 5 anni, a beneficio di un’industria fortemente insalubre anche se ‘a norma di legge’, che beneficia dello sconto fatto. Infatti la transazione che sta per essere sottoscritta, abbuona alla ditta, le inadempienze contrattuali, previste nella precedente convenzione del 2005, come ad esempio la realizzazione di una tangenziale lunga 1 km, “risarcita” per così dire, con soli 200mila euro, quando il valore economico dell’opera supera abbondantemente 1.500.000 euro. A questo si aggiungano la redazione dei piani di recupero dei siti dissestati e la loro attuazione, in altre parole attività e opere mai rese e realizzate, benefici per la comunità ‘scontati’, su cui la magistratura contabile potrebbe porre la sua attenzione. Adesso è partita la diffida: “Le Associazioni Italia Nostra - Sezione Sud Salento e il Forum Amici del Territorio, confortati dal parere di numerosi cittadini, associazioni e comitati locali, si prodigheranno nelle sedi preposte perché i valori della legalità, della trasparenza e della partecipazione non siano stravolti da parte di chi è preposto a tutelare (in primis) gli interessi del Territorio, dell’Ambiente e dei Cittadini”.

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