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Ristori ambientali, il gioco al ribasso di Snam

Lecce, Castrì e Lizzanello verso un terzo incontro risolutivo a giugno.

Continua la trattativa sui “ristori ambientali” che Snam dovrebbe corrispondere alle città attraversate dal metanodotto. Lecce, Castrì e Lizzanello incontreranno due dirigenti della Società Nazionale Metanodotti: l’operatore europeo del trasporto di gas naturale ha messo sul piatto meno di quello che si sperava.

L’amministrazione leccese puntava a mettere nelle casse comunali 2 milioni di euro, ma l’offerta attuale ammonta a meno della metà. Due anni fa, sul tavolo provinciale poi fallito, alla città capoluogo erano stati offerti 4 milioni. Eppure, il metanodotto, che ha conseguito la Via (valutazione di impatto ambientale) da parte del Ministero dell'Ambiente (decreto del 22/09/2017 e autorizzazione unica con decreto del 21/05/2018), del valore complessivo di 216 milioni di euro, si estende per oltre 22 chilometri sul territorio di Lecce, che è il Comune salentino che ha dovuto cedere più spazi per quest’opera. 

I tecnici leccesi, con il capo di gabinetto Angelo Tondo, il dirigente dell’Ufficio Ambiente, avvocato Francesco Magnolo, e l’avvocato Francesco Baldassarre, hanno prodotto un ricco carteggio, con la citazione di una serie di leggi e regolamenti che sostengono la tesi di un più lauto ristoro ambientale.  Lecce ora vuole accelerare e vedere di portare a casa almeno il doppio di quello che è stato messo sul tavolo da  Snam.

Oggi che il metanodotto è operativo, anche Snam si può sedere al tavolo delle trattative in una posizione di maggiore forza, ma non può pretendere di spuntarla con una cifra troppo bassa, secondo gli amministratori del capoluogo salentino.

Il Comune di Lecce ha già ottenuto rassicurazioni in due incontri che si sono tenuti a Roma e a Palazzo Carafa sulla volontà della Società Nazionale Metanodotti di investire delle risorse nella realizzazione di un’opera pubblica per la città. L’accordo, infatti, sarà chiuso su alcuni progetti pubblici per Lecce. Gli amministratori, insieme, agli uffici competenti hanno preparato diverse opzioni, tra cui quelle di riqualificazione della parte periferica della città che è attraversata dal metanodotto.

L’incontro di giugno sarà decisivo per capire le intenzioni di chi deve pagare. Bisognerà trovare un accordo, senza più procrastinare un braccio di ferro che va ormai avanti da 2 anni.


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