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K-Now!, performance e spettacoli nel quartiere Leuca

Sabato 23, dalle 19, perfomance finale itinerante del laboratorio/showcase del teatro pugliese. Chiusura, domenica 24, con il Babbo Natale di Tony Clifton Circus   Non sarà difficile, ne...

Sabato 23, dalle 19, perfomance finale itinerante del laboratorio/showcase del teatro pugliese. Chiusura, domenica 24, con il Babbo Natale di Tony Clifton Circus   Non sarà difficile, negli ultimi giorni, imbattersi in stravaganti e avventurosi gruppi di attori e performer per le strade del quartiere Leuca. Da martedì 19 è in corso K-Now!, residenza artistica promossa da Induma Teatro e Manifatture Knos che ha riunito quaranta artisti pugliesi mettendo a loro disposizione, come scenario di prove e incontri, un intero quartiere e ogni suo spazio adatto all’incontro: strade, piazze, esercizi commerciali, cortili, abitazioni private. Cinque giorni che hanno prodotto inedite sinergie tra addetti ai lavori e semplici spettatori e il cui risultato sarà presentato sabato 23, a partire dalle 19, con uno spettacolo finale itinerante che partirà dalle case popolari di via dei Ferrari e si sposterà poi in altri luoghi del quartiere. Ne abbiamo parlato con l’attrice Lea Barletti, di Induma Teatro. K-Now è la sua quinta edizione. Quali sono state, nel corso degli anni, le principali evoluzioni del progetto? Com’è partito e come si è trasformato? Quando ci siamo trovati a pensare e organizzare la prima edizione di K-Now, alle Manifatture Knos nel 2008, più che un laboratorio avevamo in testa un piccolo festival off, uno showcase teatrale che desse visibilità alle forze creative pugliesi più innovative e non ancora sufficientemente valorizzate. Doveva essere un modo per far incontrare le compagnie al pubblico. Ma già da quella prima edizione, il fatto di lavorare insieme, mescolarsi, dialogare è diventato il vero motivo e motore del K-Now, che da “showcase del teatro pugliese” è diventato laboratorio/showcase. Oggi K-Now è soprattutto l’incontro tra artisti, persone, attori e spettatori.  Interagendo fortemente con il tessuto urbano, il laboratorio/showcase cambia col cambiare del luogo e di chi lo abita. Qual è la reazione più frequente in chi partecipa da osservatore? Certamente la curiosità, ma ogni anno, proprio perché cambiano i luoghi e in parte le persone, è completamente diverso dal precedente. L’anno scorso, a San Cesario, abbiamo trovato una disponibilità straordinaria da parte dei cittadini: hanno accolto le performance nei loro cortili, bar, esercizi commerciali, e ci hanno anche in parte sostenuto dal punto di vista alimentare!  Dopo San Cesario, K-Now è tornato a Lecce, in un quartiere al quale Induma Teatro è legato già da qualche anno. Da dov’è partito questo stretto legame tra la compagnia e il luogo?  Induma è vincitrice, insieme ad altre dodici associazioni, di un microprogetto nell’ambito delle attività del piano di rigenerazione urbana del quartiere Leuca promosse da Lua e Comune di Lecce. Il nostro progetto è quello di gettare le basi per un teatro di quartiere, attraverso una serie di azioni e interventi, che ci hanno visti partire nel 2008 con delle serate aperte di improvvisazione in un laboratorio di scultura della zona, che abbiamo chiamato “Zona franca”. Quanto è importante la componente legata all’improvvisazione in un progetto come K-Now? È parte integrante del suo spirito: ogni giorno, improvvisamente, ci si può ritrovare a lavorare con persone diverse, o con un altro gruppo, o a un altro progetto. Non c’è niente di prestabilito. K-Now nasce come laboratorio aperto, ma ha delle regole precise, tra cui quelle di non rinchiudersi nel proprio lavoro, collaborare, “scambiarsi”. Può essere difficile, per un attore, rinunciare alla propria cifra individuale e prestarsi a quella degli altri: come si esce da questa impasse? Apertura mentale, elasticità, creatività sono caratteristiche comuni a (quasi) tutti gli artisti. Chi partecipa al K-Now viene proprio per questo, per collaborare, mischiarsi agli altri, farsi criticare apertamente e costruttivamente dai propri colleghi. Inoltre ci sono i rompibolle, cioè i nostri spettatori attivi, non addetti ai lavori, che hanno il compito di rompere le bolle d’isolamento in cui a volte un artista rischia di rinchiudersi.  Chi sono i protagonisti di quest’edizione? Il nostro cuoco Rocco, e Ilaria che lo aiuta; Margherita, la nostra organizzatrice; Dario, scenografo-tecnico-tuttofare. E poi Ippolito Chiarello, Roberto Corradino, Sara Bevilacqua con Meriadini Perduti, Irene Scardia, Stefania Mariano, lo scrittore Osvaldo Piliego, noi di Induma, tanti altri giovani artisti, e per la prima volta anche un pittore: Orodè Deoro. Che cosa accadrà durante la performance finale del 23?  La performance arriva a chiusura di una settimana di lavori durante la quale circa quaranta artisti si saranno confrontati con il quartiere producendo una serie di performance “site specific”. La caratteristica principale di questa serata è che fino alla fine non si sa come sarà! Posso solo dire quello che ci sarà prima e quello che verrà dopo. Quest’inverno abbiamo effettuato una serie di interviste agli abitanti delle case Iacp di via dei Ferrari, dalle quali trae ispirazione la performance di apertura della serata conclusiva (alle 19), proprio sulle terrazze di quelle stesse case popolari. Il giorno dopo, invece, presentiamo uno spettacolo di teatro urbano reduce da grandi successi internazionali come “La morte di Babbo Natale” di Tony Clifton Circus. La partecipazione a K-Now è sempre stata gratuita. Questo significa che gli sforzi organizzativi e logistici sono tutti a carico della compagnia. Come siete riusciti a far fronte a questo impegno? Con entusiasmo, semplicità e spirito d’adattamento, da parte di tutti. Certo, siamo ormai alla quinta edizione, e non ci dispiacerebbe, in futuro, disporre di un piccolo budget tutto per il K-Now!    Lori Albanese    (fonte: FREE Lecce - foto: Maurizio Buttazzo)

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