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“Grotta dei Cervi, occorre intervenire con rapidità”

La minaccia, per le iscrizioni rupestri scoperte nel 1970, non arriva soltanto dal traffico che attraversa la litoranea ma da una serie di fattori. A spiegare la situazione Medica Assunta Orlando, dir...

La minaccia, per le iscrizioni rupestri scoperte nel 1970, non arriva soltanto dal traffico che attraversa la litoranea ma da una serie di fattori. A spiegare la situazione Medica Assunta Orlando, direttrice del museo di paleontologia e paletnologia di Maglie “Decio de Lorentiis”. Come tutelare la Grotta dei cervi? In questi giorni è stata avanzata l’ipotesi di chiudere al traffico la strada litoranea che porta a Badisco. “La questione delle vibrazioni è un problema che segnaliamo da sempre -afferma Medica Assunta Orlando direttrice del museo di paleontologia e paletnologia di Maglie “Decio de Lorentiis”. Già negli anni '80, ero una giovane studentessa e assistevo agli scavi. Al passaggio dei mezzi pesanti avvertivamo la potenza delle vibrazioni, in particolare nella Sala delle manine. Si tratta di una saletta posta in fondo al corridoio 2 in cui i bambini venivano sottoposti a riti di iniziazione e che ab antiquo fu interessata da crolli delle volte. Già all'epoca noi studiosi proponemmo l'utilizzo di un percorso stradale alternativo, dato che allora ci passavano anche i mezzi pesanti per la litoranea. Teniamo presente che, anche se questa strada è percorsa da auto e soprattutto in estate, il turismo non è più quello di 30 anni fa, è molto più intenso. Credo che la questione non abbia avuto finora adeguata attenzione”.  Occorre dunque comprendere qual è lo stato attuale di conservazione della Grotta dei Cervi e delle altre grotte della zona, come quella dei Diavoli, il cui ingresso è invece dalla scogliera dell’insenatura di Porto Badisco. “Sono entrata l'ultima volta all'interno della Grotta dei Cervi nel 2004 - ricorda la direttrice del museo di Maglie-, per fare da guida a un giornalista, e la situazione non era come la ricordavo. So che la Soprintendenza è intervenuta a mettere in sicurezza la grotta, ma credo che ci sia molto ancora da fare. L'ideale sarebbe far lavorare un comitato di studiosi che si occupò originariamente della grotta: solo loro sono in grado di rendersi conto dei problemi, conoscendo presente e passato. Ma potrebbero esserci anche altre questioni aperte”. Lo studioso Fulvio Zezza infatti tempo fa, durante un incontro presso il museo di Maglie, parlò del pericolo vibrazioni da traffico ma anche del effetto aerosol prodotto dall'acqua marina, che minaccia le pitture, oltre al microclima interno alla grotta. “La Grotta dei Cervi non è patrimonio dei soli salentini, ma dell'umanità -conclude la Orlando-. Abbiamo cercato di sensibilizzare i Comuni in passato, dando vita a una raccolta firme, affinché l'Unesco riconosca l'importanza di questo sito, ma l'Unesco dichiara patrimonio dell'umanità solo siti che si possono visitare. Parliamo di una cavità tra le più importanti al mondo della storia dell'uomo, perché contiene 2 chilometri e mezzo di pitture, oltre 2.500 segni lasciati dall'uomo preistorico”.  Angela Leucci Fonte: Belpaese

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