Calcio Tricase 

Mister Citto, Atletico Tricase: “Voglio scalare le categorie alla guida del mio Tricase”

Intervista a mister Giovanni Citto, tecnico 41enne, che da qualche mese ha assunto il ruolo di allenatore-giocatore dell’Atletico Tricase, club che milita nel campionato di Promozione Pugliese girone B.

Un rientro record dopo un bruttissimo infortunio che avrebbe messo in discussione la carriera di un ventenne ma non quella di Giovanni Citto che di anni ne ha 41. Quanto è forte l'amore per il calcio? È un amore che nasce da lontano, gioco in una società sportiva da quando avevo 7 anni e sono cresciuto con la disciplina che questo sport impone per rendere al meglio. In quest'ottica ho sacrificato amicizie, divertimenti e anche le scelte lavorative, in qualche occasione, sono state condizionate per dare la priorità al calcio, seppur praticato a livello dilettantistico. Per questo, quasi per una forma di rispetto verso me stesso e per quello che ho fatto in questi anni, dopo l'infortunio mi sono posto l'obiettivo di rientrare e di farlo anche bene, con l'intento di lasciare il calcio giocato a testa alta, da calciatore importante e non per fare una passerella finale. Per raggiungere tutto questo la disciplina di cui parlavo prima è stata fondamentale per farmi superare i tanti momenti difficili che ho incontrato nei 145 di riabilitazione prima del mio rientro in campo.

Una passione che ti ha portato a fare un naturale passaggio di consegne dal campo, come giocatore, alla guida tecnica della tua Tricase. Quanta responsabilità senti nel guidare la squadra della tua città? Continuando per altro a dare il tuo prezioso contributo in campo. Già da 2 anni la società mi chiedeva di assumere l'incarico di allenatore-giocatore, ma ho sempre rifiutato perché mi sentivo ancora un calciatore importante che aveva tanto da dare. Subito dopo l'operazione il presidente mi ha chiesto nuovamente che intenzioni avessi in merito, ma ero troppo orientato con la mente all'idea di rientrare in campo il prima possibile per poter pensare di allenare, seppur negli ultimi anni l'idea di intraprendere questa carriera aveva cominciato a stuzzicarmi non poco. Poi, quando a campionato in corso mister De Giuseppe è stato sollevato dall'incarico e il mio recupero completo era ormai vicinissimo, non ci ho pensato 2 volte ed ho accettato di getto la proposta, pur consapevole delle difficoltà enormi che il doppio ruolo avrebbe riservato. L’onere assunto mi ha imposto di avere una visione più ampia di quello che succede intorno e, soprattutto, una grande capacità autocritica: prendere decisioni che riguardano la mia persona sempre con l'attenzione rivolta a non rompere gli equilibri dello spogliatoio. Tutto questo assume per me una valenza enorme per il fatto di farlo proprio qui a Tricase, la mia cittadina, dove c'è fame di calcio, dove il tifoso è sempre sugli spalti ad incitarti e ti fa sentire ancora di più la responsabilità dell'incarico. Ma è una pressione che mi piace, che anzi sono sempre andato a cercare perché per indole personale adoro le sfide, mi piace mettermi in gioco e pormi sempre un obiettivo più alto per spingermi un po' oltre il mio limite e provare a migliorarmi.

Da un difensore centrale che diventa allenatore ci si aspetterebbe un calcio difensivo, invece la tua idea di calcio, trasportata molto chiaramente sul terreno di gioco, è di un calcio propositivo, basato su idee chiare, qualità e fantasia negli ultimi metri. Mi piace un calcio veloce ma non confusionario, sempre propositivo e con un'idea ben chiara di quello che si vuole proporre lasciando agli attaccanti la possibilità di dare libero sfogo alle loro qualità. Da buon difensore non dimentico però che le squadre vincenti sono quelle che subiscono pochi gol per cui cerco sempre di curare con attenzione questo aspetto.

Questo campionato di promozione pugliese girone B, al contrario dello scorso anno col Gallipoli, non sembra avere un padrone in grado di ammazzare la stagione. In questo contesto dove pensi possa arrivare il tuo Tricase in virtù anche del mercato invernale? È vero, non c'è il Gallipoli che lo scorso anno faceva un campionato a parte, ma penso che Racale e Brilla Campi abbiano dimostrato di avere qualcosa in più rispetto alle altre compagini, soprattutto dal punto di vista atletico; inoltre, hanno già accumulato un vantaggio sulle altre concorrenti. Con il mercato invernale però è iniziato un nuovo campionato, sicuramente diverso rispetto al girone di andata, dove bisognerà capire quali saranno i nuovi valori in campo. Il mio Tricase è partito fortissimo ma poi ha subito un periodo negativo, solo a livello di risultati, dovuto a tantissime assenze tra infortuni e squalifiche che ci hanno costretto a giocare spesso con 5 under di cui tre 2005. Sono punti persi che dobbiamo fare in modo di non rimpiangere a fine anno nella corsa che ci vede impegnati alla conquista di un posto ai play off, obiettivo al quale crediamo e per il quale il presidente ci ha portato in dote calciatori importanti come Cavalieri, Amato e Fanigliulo.

In chiusura, qual è il sogno calcistico di Giovanni Citto nel breve periodo e quale quello spostando lo sguardo a qualche anno a questa parte? Il mio obiettivo attuale è quello di crescere e migliorare ogni giorno in questa nuova veste per sentirmi pronto e preparato a esercitare la professione. Sono realista ma allo stesso tempo non mi pongo limiti, e se devo sognare un po' devo dire che ho sempre guardato con ammirazione e ispirazione il mister Laterza, capace di portare il suo Fasano dalla Prima categoria fino alla serie D, continuando poi con una florida carriera.



Potrebbeinteressarti