Politica Lecce 

Rete idrico-fognante delle marine leccesi: a rischio il finanziamento da 12 milioni di euro per il Comune di Lecce

La nota diffusa dal consigliere comunale di minoranza Gianpaolo Scorrano.

L’intervento critico del consigliere comunale a Lecce, Gianpaolo Scorrano sul rischio di perdere il finanziamento per i lavori idrici e fognari per le marine leccesi. ''Era il 26 luglio del 2023 quando il Consiglio Comunale decise (improvvidamente) di votare favorevolmente (14 si e 4 no) una delibera palesemente illegittima per garantire il finanziamento di € 11.830.000 già ottenuto per il completamento della rete idrica e fognante di San Cataldo, dei villaggi Sole, Wojtyla e Dario e delle località Marangi, Mezzagrande Nord e Sud e Borgo Piave e delle Case Simini e nuovi tronchi di rete idrica e fogna nera in alcune vie dell’abitato di Frigole e di Torre Rinalda''.

''Questi progetti- attacca il presidente della Commissione controllo Gianpaolo Scorrano  -  per essere realizzati, presupponevano l’acquisizione al patrimonio comunale delle strade interessate dai lavori, per la quale fu avviata un’interlocuzione fra Comune di Lecce, Aqp e Autorità Idrica Pugliese per applicare la legge che permetteva ai comuni, con proprio provvedimento, di disporre l’accorpamento al demanio stradale delle porzioni di terreno utilizzate ad uso pubblico ininterrottamente da oltre venti anni, previo consenso da parte degli attuali proprietari, e di farlo a titolo gratuito''.

''L’amministrazione Salvemini, non essendo riuscita (nell’arco di ben due anni) ad ottenere il necessario consenso di tutti i proprietari e, dunque, l’acquisizione di tutte le aree interessate dagli interventi, decise di non procedere con l’esproprio (come avrebbe dettato il buon senso) ma bensì con una delibera di indirizzo del Consiglio comunale per l’acquisizione gratuita al patrimonio pubblico delle aree interessate che andava evidentemente “contra legem” (LG. 448/1998, art. 31, comma 21, citata nella stessa Deliberazione)''.

''Nonostante i reiterati richiami alle normative vigenti in materia sollevati dal sottoscritto si preferì, infatti, adottare una procedura unica e dettagliata da seguire, dando ampia diffusione per 60 giorni del provvedimento al fine di consentire a ciascun cittadino interessato di dare formale assenso alla cessione bonaria o formale dissenso o produrre osservazioni. Qualora nessuna comunicazione fosse pervenuta nel tempo stabilito dall’AC, si sarebbe utilizzato il principio del “tacito assenso” procedendo, successivamente, con il relativo decreto di accorpamento al demanio comunale''.

''Come il sottoscritto aveva ampiamente teorizzato in occasione del Consiglio e ribadito nuovamente nel corso di una recente commissione consiliare sul tema, parrebbe che i ‘tipi di frazionamento’ predisposti dai tecnici - esterni - incaricati (e pagati) dal Comune, non siano stati accettati dall’Agenzia delle Entrate – Agenzia del Territorio (il Catasto in buona sostanza) in quanto sprovvisti della necessaria firma (atto di assenso) del titolare dell’area. Non vi è chi non veda come, in assenza del frazionamento delle particelle interessate, nessuna acquisizione al patrimonio potrà essere effettuata con tutte le inevitabili conseguenze del caso''.

''Cosa accadrà adesso dei progetti, del finanziamento di dodici milioni di euro e della rete idrico-fognante delle nostre marine, i cui meriti dell’imminente realizzazione erano stati prontamente rivendicati a suon di comunicati stampa dal sindaco e dalla sua maggioranza che parlarono di ‘delibera dal valore politico rilevantissimo’, non è dato sapere. Una cosa è certa: il tempo è un giudice talmente saggio che non si pronuncia immediatamente ma, alla fine, restituisce sempre la ragione a chi effettivamente ce l’ha. Dispiace solo che a pagare, purtroppo – conclude Scorrano - siano sempre e solo i residenti delle nostre marine, ancora una volta vittime di una politica superficiale e raffazzonata''.



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