Cronaca Politica Lecce 

Damato: ''Per la Polizia Penitenziaria punto di non ritorno''

Il Segretario Regionale Osapp Puglia torna a denunciare come gli agenti siano lasciati soli ed esposti ad aggressioni e turni massacranti.

Il Segretario Regionale Puglia Ruggiero Damato, della Polizia Penitenziaria, all’occorrenza, psicologo, educatore, infermiere e talvolta mediatore culturale, tutte figure professionali carenti nelle sovraffollate “carceri polveriera” dove la tensione si percepisce solo da chi varca le portinerie ed opera nelle sezioni detentive qual è la polizia penitenziaria e totalmente ignorata da chi fa visite che si limitano alle direzioni o in settori di attività creative dei reclusi, che non anno nulla a che vedere nell’infermo delle sezioni detentive dove operano uomini e donne della polizia penitenziaria, i nervi sempre a fior di pelle e gli eventi critici sempre dietro l’angolo in questi contesti che la polizia penitenziaria sono spesso impegnate in mansioni non proprie''.

''Attualmente, nei 189 istituti di pena italiani lavorano poco meno dei 38.000 poliziotti ma di fatto solo il 60% lavora nelle zone detentive, dove mancherebbero circa 18.000 unità come dichiarato dal Capo Dipartimento in audizione alla Camera poche settimane fa, necessarie a garantire un adeguato svolgimento delle mansioni previste dalla legge n.395/1990, cioè “assicurare l’esecuzione delle misure privative della libertà personale, garantire l’ordine interno e la sicurezza degli istituti di prevenzione e di pena, traduzioni e piantonamento, polizia stradale, gestione banca dati DNA, NIC, GOM”, a fronte dell'aumento della popolazione detentiva, in media, di circa 400 detenuti al mese, nonostante la stretta punitiva stabilita dal governo nel cosiddetto “pacchetto sicurezza” (al 31 gennaio i presenti erano 60.637 su una capienza massima regolamentare di 51.347) senza calcolare le sezioni inagibili dovute dai disordini e rivolte''.

''Non passa giorno, che uno o più poliziotti non venga aggredito, vessato, malmenato da reclusi con problemi psichici, tossicodipendenti che molti dei quali non  dovrebbero essere in carcere, oltre a facinorosi per indole, che oggi controllano piazze di spaccio e associazioni criminali dentro le mura dei carceri, Il superlavoro e lo stress psico-fisico a cui sono esposti quotidianamente i poliziotte/i , perché nelle carceri lo straordinario diventato di fatto ordinario costringendoli a turni disumani che variano dalle 10 alle 18 e 24 ore consecutive con un età media piuttosto elevata a 52/54 anni, non ci si occupa con la dovuta attenzione della loro condizione di lavoro in strutture quasi sempre fatiscenti dove gli spazi sono insufficienti e insalubri, il personale di polizia penitenziaria sono impegnati giorno e notte per seguire detenuti affetti da disturbi mentali i quali dovrebbero essere allocati nelle Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) ma letteralmente scaricate nelle carceri''.

''Riteniamo che sia arrivata loro di finirla con slogan e selfie soprattutto del Sottosegretario alla Giustizia con delega alla Polizia Penitenziaria Delmastro, ma iniziative concrete a tutela della Polizia Penitenziaria, siamo a un punto di non ritorno, quindi si preveda un aumento cospicuo degli organici e ampliare i posti detentivi, chiediamo di incentivare corsi di formazione e aggiornamento e non la riduzione dei corsi formativi dei neo agenti come decantato dallo stesso sottosegretario'', conclude Damato.


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