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A Castrignano de' Greci si inaugura la mostra ''La terra nostra è un mostro di mare''

Appuntamento questa sera alle 19:00 presso Palazzo De Gualtieris con il vernissage dell'esposizione a cura di Claudio Zecchi e Paolo Mele.

Questa sera, a partire dalle ore 19:00, con ingresso libero e gratuito, appuntamento a Castrignano de' Greci con l'inaugurazione del secondo allestimento della mostra La terra nostra è un mostro di mare con cui si chiude il terzo ciclo espositivo che Kora-Centro del Contemporaneo ha dedicato al tema dell'abitare. A cura di Claudio Zecchi e Paolo Mele, la mostra cerca di approfondire un tema complesso e sempre attuale come quello del Mediterraneo, provando a indagarlo da prospettive differenti.

In questa mostra che vede coinvolti 8 artisti e 6 opere, il Mediterraneo, inteso come terra e mare allo stesso tempo, luogo di contrasti e contraddizioni, viene proposto come possibile unità di misura e ipotesi di un cambiamento di paradigma. Seguendo questa linea, tutte quelle peculiarità che possono sembrare apparentemente improduttive e inutili assumono valore e allargano il nostro immaginario. Voci autorevoli capaci di condurci verso destinazioni impreviste, improduttive, spesso non programmabili, piene allo stesso tempo di contraddizioni e contrasti.

Se con il primo allestimento si è tentato di costruire una geografia dell'infedeltà, una mappatura in cui forte si avvertiva la tensione tra il luogo di origine e il desiderio di allontanarsi da esso, seguendo uno slancio ottimista, con il secondo, si produce uno slittamento di senso attraverso il quale i fenomeni migratori prodotti dagli attuali modelli politici e sociali sono spesso frutto di fallimento e non di riscatto sociale. Come il primo allestimento, anche il secondo conserva una struttura circolare aprendosi e chiudendosi sulle coste del litorale salentino con due opere, Scarcagnuli e Parata per il paesaggio, che intrecciano tradizione, mitologia e paesaggio.

Scarcagnuli di Giacconi e Caicedo funziona nuovamente come opera di apertura della mostra e allo stesso tempo segna il perimetro, la cornice geografica e culturale all'interno della quale ci muoviamo: Leuca, la fine e l'inizio al tempo stesso dell'Italia ma anche un porto nel cuore del Mediterraneo.  All'interno di questo perimetro, si collocano le opere di Coclite, Hall e Imaginary Holidays. Entrambi affrontano questioni di natura politica e sociale che appartengono al territorio salentino ma potrebbero essere, allo stesso tempo, la manifestazione di riflessioni di molte altre realtà.

Seeds/Si Siz di Ciancimino è invece una mappatura delle piante che crescono sulle coste. En Route to the South - Parallel migrations di Mazzi e Sorbello è un'installazione che si basa sulla giustapposizione tra la pratica dell'apicoltura nomade ed il fenomeno della migrazione umana. In Fluxo di Alessandro Sciarroni, tema centrale di questo progetto è l'acqua, elemento indispensabile alla vita e sostanza di immensa forza poetica che può essere al tempo stesso luogo di morte e annullamento, e cuore di istanze sociali, politiche ed antropologiche di stringente attualità. Chiude la mostra Parata per il paesaggio di Andreco, un'opera d'arte pubblica collettiva che parte da un'indagine sul territorio del Capo di Leuca e si manifesta in una parata lungo il litorale.

E ancora, ad avvalorare la proposta artistica anche Questo (non) è un museo, progetto espositivo che intende proseguire una linea di ricerca decennale su pratiche e metodologie sperimentali, artistiche e istituzionali, provando a costruire nuove sensibilità e possibili forme di narrazione e coinvolgimento di un territorio.

Questo (non) è un museo, a cura di Paolo Mele e Claudio Zecchi, parte da una collezione già esistente, quella di Ramdom e oggi patrimonio di Kora, le cui opere sono nate, per la maggior parte, da processi, contesti e ambiti di ricerca molto specifici. Riproporle tanto in una nuova veste, quanto in altre aree geografiche, o luoghi, significa provare ad indagarne e ampliarne i significati. A queste si affiancheranno nuove produzioni che popoleranno Castrignano de' Greci nel corso dei prossimi anni.

Il progetto, che durerà almeno sino a giugno 2026, è il tentativo di misurarsi e rimettere in discussione i limiti o il potenziale di un'istituzione culturale, quella museale nel caso specifico, interrogandosi sulla sua funzione, sulla sua pratica e sulla sua capacità di agire in un territorio creando nuovi immaginari. Un tentativo, sebbene non del tutto nuovo, di natura metodologica per provare a trovare al di fuori di Kora, nuovi spazi di sperimentazione fuori dal controllo e di messa in discussione dell'istituzione stessa. Infatti, tra i luoghi coinvolti nell'itinerario artistico spazi che vanno dal pubblico al privato, sintesi del fare comunità.



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