Salute Sette Lecce Esiste davvero la sindrome da rientro? Maxia: “Si abbassano le difese organiche per stress e ansia” Lo psicologo e psicoterapeuta Francesco Maxia, corresponsabile della Scuola di specializzazione in psicoterapia “Change” di Bari, ci spiega perché il rientro dalle ferie può ... 05/09/2018 a cura della redazione circa 3 minuti Lo psicologo e psicoterapeuta Francesco Maxia, corresponsabile della Scuola di specializzazione in psicoterapia “Change” di Bari, ci spiega perché il rientro dalle ferie può essere traumatico e come affrontarlo: “Le persone rispondono a tutta una serie di problemi che iniziano con l’anno lavorativo rifugiandosi nella malattia psicosomatica”. Ogni anno, a settembre, i giornali si riempiono di articoli che parlano dello stress dovuto al rientro al lavoro. Al ritorno dalle ferie può succedere che un senso di angoscia e di stanchezza ci tormenti. Ci siamo allontanati dall’ambiente lavorativo per diversi giorni e rientrando, invece di essere più vitali, ci sentiamo molto più scarichi di prima. Stanchezza, irritabilità, sonno disturbato, mal di testa, dolori muscolari e persino tachicardia ed eccesso di sudorazione. Oggi chiediamo a un esperto se esiste davvero la “sindrome da rientro” dalle ferie oppure se si tratta di una forzatura giornalistica. Il Corriere della Sera due giorni fa ha pubblicato un’indagine dell’American Psychological Association che dimostra che la maggioranza dei lavoratori si ricarica quando è in ferie, ma nello stesso studio emerge il fatto che tutti i vantaggi del riposo estivo si perdono in un attimo al rientro in ufficio. Per il 25 per cento dei soggetti presi in considerazione dallo studio americano bastano poche ore dal rientro per deprimersi. Un altro 40 per centro ritrova ottimismo e benessere per qualche giorno e poi ritornerà più stressato di prima. Cala anche la concentrazione perché lo stress è in grado di fare anche questi scherzi. Secondo gli esperti questa sindrome è dovuta ai ritmi frenetici di una società altamente competitiva. Meglio non esagerare con i caffè e non alterare il ritmo sonno-veglia quando si ritorna a lavoro, altrimenti le cose potrebbero complicarsi. L’intervista allo psicologo e psicoterapeuta Francesco Maxia, corresponsabile della scuola di specializzazione “Change” di Bari Dottore, cominciamo dal principio: la “sindrome da rientro” è qualcosa da prendere sul serio o un “malessere” un po’ forzato dalla stampa? “La stampa ci marcia sempre su questa cosa che fa notizia ogni volta che comincia l’anno lavorativo. Però c’è un buon fondamento di verità: è verissimo che al rientro dalle ferie molti pazienti manifestano problemi psicosomatici. La cosa che succede è un abbassamento delle difese organiche, quindi una maggiore vulnerabilità. Quando la mente è in un certo stato, le difese si abbassano e si può contrarre più facilmente qualsiasi tipo di malanno: è più facile raffreddarsi, ad esempio”. Quindi, c’è un fondamento: il rientro dalle ferie per qualcuno può scatenare conseguenze negative? Esiste una reazione psicosomatica? Se abbassi le difese organiche, abbassi gli anticorpi e sei più esposto. La mente può fare anche questo quando si è eccessivamente angosciati e stressati per scadenze, pericoli, problemi e ritmi troppo serrati che esistono in certi ambienti lavorativi. Staccare e poi rientrare in maniera traumatica risveglia in modo più violento lo stress”. Tante volte, più che la sindrome da rientro, può essere un’intolleranza verso il proprio lavoro, vero? “E’ naturale. Però si tratta di tutta una serie di elementi che confluiscono: ricomincia l’anno, ci sono tutte le scadenze fiscali che piombano addosso al rientro dalle ferie di agosto. Poi, ricordiamoci che in questo periodo viviamo in una società che dà troppe incertezze e precarietà, per cui è sicuro che le persone rispondono a tutti questi problemi cercando di fuggire nella malattia psicosomatica”. Quindi, possiamo dare le colpe ad angoscia e stress: sono queste le cause principali che scatenano la “sindrome da rientro”? “Il rientro dalle ferie è la goccia che fa traboccare il vaso colmo di problemi già esistenti. Tutto qua. Non darei una veste scientifica a qualcosa di probabile: questo stato matura per tutta una serie di angosce che diventano più pesanti quando si torna a lavorare o per il rientro in un ritmo di vita troppo stressante e insostenibile”. Lo psicologo, davanti a questo calo, a questa stanchezza e alla depressione post ferie, cosa consiglia di fare? “L’unico antidoto è avere una buona consapevolezza di chi sei e dei propri stati d’animo. Non farti cogliere a bocca aperta, di sorpresa dalle emozioni negative. Se gli stati di depressione continuano, vuol dire che devi fare i conti con te stesso e andare in terapia”. Gaetano Gorgoni
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