Economia e lavoro Politica Lecce Otranto Misure alternative al carcere nel Salento, l’Uepe rischia la paralisi: la denuncia in Parlamento L’ufficio per l’esecuzione penale esterna di Lecce sarebbe in forte disagio e rischierebbe la paralisi: la denuncia lanciata in una interrogazione parlamentare dal senatore Francesco Bruni... 02/11/2015 a cura della redazione circa 2 minuti L’ufficio per l’esecuzione penale esterna di Lecce sarebbe in forte disagio e rischierebbe la paralisi: la denuncia lanciata in una interrogazione parlamentare dal senatore Francesco Bruni. “Allarme nel Salento per l’esecuzione delle misure alternative al carcere, l’Ufficio per l’esecuzione penale esterna di Lecce (Uepe) è in forte disagio e rischia la paralisi”: è questo quanto denunciato dal senatore salentino, Francesco Bruni (Conservatori e Riformisti) in una interrogazione parlamentare tematica. Le misure alternative alla detenzione sono dirette a realizzare la funzione rieducativa della pena, in ottemperanza dell’articolo 27 della Costituzione: affidamento i prova ai servizi sociali, semilibertà, tutti compiti svolti dagli operatori dell’Uepe (l’Ufficio per l’esecuzione Penale Esterna) di Lecce e Brindisi. Il servizio sociale controlla la condotta del soggetto aiutandolo a reinserirsi nella vita sociale e riferisce periodicamente al magistrato di sorveglianza sul suo comportamento. “Ma – denuncia Bruni - l’ufficio per l’esecuzione penale esterna di Lecce (Uepe), che comprende anche la sede di Brindisi versa in condizioni gravi, con carenze di mezzi e di personale, con gravi difficoltà che mettono a rischio lo svolgimento stesso della sua funzione. L’Ufficio Uepe opera per il reinserimento degli imputati e dei condannati, competente per le province di Lecce e Brindisi e per i relativi 117 comuni, il quale svolge i suoi compiti attraverso 30 funzionari di servizio sociale, oltre al personale amministrativo e contabile”. Da quando sarebbe scaduto il contratto delle auto a noleggio nel mese di dicembre 2014, il personale ha in dotazione solo due mezzi (se liberi da altri impegni istituzionali) a conduzione della Polizia penitenziaria che sono del tutto insufficienti a fronte del numero dei funzionari impegnati sul territorio. I funzionari di servizio sociale di Lecce e Brindisi, per espletare i propri compiti, sarebbero stati obbligati ad utilizzare prevalentemente i mezzi di trasporto pubblico, urbani ed extraurbani, anticipando il pagamento del biglietto. “Questa situazione – racconta Bruni - sta determinando nei funzionari un elevato grado di stress psicofisico, lede il decoro e la dignità professionale ed espone il singolo funzionario a forti rischi per la propria incolumità fisica, operando egli in solitudine e senza alcuna sicurezza. Tanto è vero che dal febbraio 2015 è stato indetto lo stato di agitazione del personale, che tuttora perdura”. Nell’interrogazione si chiede di sapere dal Ministro degli Interni, Angelino Alfano, se sia al corrente della situazione di carenza del personale, della forte limitazione nell'uso degli autoveicoli in dotazione, nonché della persistente morosità dell'amministrazione nei confronti dei dipendenti che hanno anticipato le spese per i titoli di viaggio, e quali iniziative intenda adottare per adeguare il numero dei dipendenti in servizio nelle 2 sedi alla dotazione organica prevista e per consentire loro di operare con idonei strumenti, in particolare per quanto attiene ai veicoli da utilizzare per l'espletamento degli interventi.
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