Comitati di quartiere, nessuna concessione: componenti eletti dai consiglieri

Il ciclo delle discussioni sui Comitati di Quartiere si è esaurito ieri mattina a Palazzo Carafa, quando è approdata la delibera di modifica del regolamento in commissione Statuto. La settimana prossima, la maggioranza darà il via libera alla riforma: non c’è la possibilità di alcun passo indietro.

Le regole sono già state decise: 6 componenti di ogni singolo comitato di quartiere saranno espressione della maggioranza e 4 della minoranza: saranno i consiglieri comunali a eleggerli, con un voto a scrutinio segreto e garantendo l’obbligo di esprimere due preferenze di genere diverso per la parità di genere.

La prima cittadina ha ricordato che la precedente amministrazione non ha potuto procedere all’elezione diretta dei comitati di quartiere perché costa troppo (per questo motivo l’amministrazione Salvemini non è riuscita a farli partire).

Il consigliere Pd, Antonio Rotundo, insiste sull’inutilità di un organismo che viene eletto dai consiglieri e che, quindi, è vincolato alle “logiche politiche del palazzo”: “Così si tradisce la stessa idea dei comitati di quartiere come espressione della cittadinanza svincolata dalla politica”.

La consigliera Pd, Loredana Di Cuonzo, chiede che si tuteli il “processo partecipato e democratico, attraverso l’elezione diretta da parte dei cittadini”: “Una nomina dall’alto rischia di minare la rappresentatività e l’autonomia di questi organismi, rendendoli più vulnerabili a logiche politiche meno sensibili ai bisogni reali dei territori”.

La consigliera di minoranza ha sottolineato come la modalità elettiva sia uno strumento essenziale per “rafforzare la partecipazione civica, evitare il rischio di clientelismi e conflitti di interesse, e stimolare il coinvolgimento attivo dei residenti nella gestione del proprio quartiere”.

“Solo attraverso il voto possiamo garantire comitati indipendenti, trasparenti e legittimati a parlare a nome delle comunità che rappresentano – ha dichiarato la consigliera dem - Restituire voce ai cittadini è un dovere delle istituzioni. I quartieri di Lecce meritano di essere ascoltati, non gestiti dall’alto”.

Il comitato “opera perseguendo il miglioramento delle condizioni di vita” della propria zona “attraverso l’esame condiviso con la comunità di riferimento di proposte su tematiche di interesse del quartiere - recita la proposta di delibera, che sarà votata mercoledì - Esprime pareri non vincolanti, se richiesti dall'amministrazione comunale, sui principali atti di programmazione comunale: bilancio, programmi di opere pubbliche e programmi che abbiano ricadute sulla vita del quartiere. Inoltre, la partecipazione a qualsiasi titolo ai comitati di quartiere è svolta in forma gratuita. I comitati possono convocare assemblee di cittadini per discutere varie tematiche. I comitati sono divisi per aree: Centro storico, Leuca, Mazzini, San Sabino, Stadio, Salesiani, Santa Rosa, Borgo San Nicola, Rudiae (San Pio-Borgo Pace e Villa convento), Ferrovia-Casermette e marine leccesi. Ogni comitato è composto da 10 membri, con presidente, vice e segretario.

La strada è ormai segnata: la presenza di Adriana Poli Bortone di ieri in Commissione Statuto, per spiegare che non sono percorribili altre soluzioni, svela l’intenzione di dirigere tutta la maggioranza speditamente verso un “sì” che risolva definitivamente la vicenda.