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Naturalità e bellezza: la sfida per il futuro del turismo balneare salentino

Per la sezione di Lecce di Italia Viva, turiso e natura sono due settori in costante simbiosi, se tuteliamo l’Ambiente si tutela anche l’economia turistica locale.

''Nel nostro territorio il settore del turismo balneare riveste un ruolo economico importantissimo. La stagione estiva 2023 sta finendo e insieme a lei nei prossimi mesi scadranno anche le concessioni demaniali. Indipendentemente dalle valutazioni politiche e dai numeri, adesso è arrivato il momento di entrare nel merito della questione, con la consapevolezza che a rischio c’è il futuro del settore turistico pugliese e degli habitat costieri. In questo momento la Politica non può più “decidere di non decidere” e deve affrontare la questione con la consapevolezza che il settore turistico cresce se la “naturalità” viene tutelata''. Lo afferma in una nota la sezione di Lecce di Italia Viva.

''Per questo motivo desta grande preoccupazione la modifica sulla disciplina e uso del demanio costiero (Legge Regionale 17 del 2015), che apre la possibilità di concedere ai privati l’utilizzo dei cordoni dunari nei siti da affidare in concessione. Più specificatamente questo cambiamento, introdotto con Legge di Bilancio 2023, sopprime il riferimento ai cordoni dunari come elemento ostativo alla concessione delle aree demaniali dove fossero presenti. È evidente che nella nostra meravigliosa Regione dove il demanio costiero rappresenta una ricchezza dal punto di vista ecologico ed anche socio/economico, una modifica così importante suscita grande preoccupazione''.

''Infatti - emerge ancora - questo cambiamento potrebbe rischiare di applicare erroneamente interventi che pur essendo consentiti dalle normative in vigore, potrebbero danneggiare il delicatissimo stato di salute degli ecosistemi dunali e retrodunali. Il rischio di ritrovarsi passerelle e altre opere per agevolare la fruizione dei siti rivieraschi è un rischio che alcuni tratti costieri pugliesi non possono permettersi. Inoltre, inserendo la gestione di queste delicatissime aree costiere nelle concessioni demaniali si rischia di dilatare i tempi autorizzativi, aumentare la burocrazia e soprattutto consegnare ai privati la gestione di un bene che dovrebbe essere gestito da enti in grado di farlo''.

''Ci auguriamo che nell’immediato si possa discutere di questa modifica, partendo dal fatto che turismo e natura sono due settori in costante simbiosi e solo se tuteliamo l’Ambiente si tutela anche l’economia turistica locale'', conclude la nota.


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