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Depuratore di Porto Cesareo e Nardó. Casili: ''Passi avanti, ma non ha senso parlare di scarico zero''

Il vicepresidente del consiglio regionale invita a lasciare da parte la propaganda su temi di grande importanza ambientale.

''Dopo la notizia dell’avvio in esercizio del depuratore di Porto Cesareo durante l’estate, con gli abitanti di località La Strea che potranno allacciarsi alla rete fognaria già dal 15 giugno prossimo, sto leggendo tutto e il contrario di tutto. Sul tema degli impianti di depurazione invece occorre essere seri e non buttarla in caciara''. Lo dichiara il vicepresidente del consiglio regionale Cristian Casili.

''Nella passata legislatura - spiega Casili - sono stato tra i promotori della modifica del piano di tutela delle acque che ha poi aperto la strada a molti impianti pugliesi per il recupero delle stesse a fini irrigui. E tra questi impianti figurano anche quelli di Porto Cesareo e Nardó. Non mi hanno mai appassionato la lotta muscolare del federalismo dei reflui fognari tra territori, le barricate e le questioni di campanile, tanto più che ho considerato comiche queste posizioni in virtù della spada di damocle delle infrazioni comunitarie che si sarebbero abbattute sulla nostra Regione e sui comuni interessati. Lasciando da parte la propaganda su questi temi di grande importanza ambientale per le nostre comunità ritengo doveroso fare delle precisazioni''.

''L’indirizzo regionale che ci siamo dati è quello di recuperare quanta più acqua possibile e riutilizzarla senza sprecarla nel recapito finale che è il mare: lo dobbiamo alle falde che sono a rischio contaminazione da sali e alla nostra agricoltura, tenendo presente anche gli usi diversi a cui può essere destinata questa grande quantità d’acqua. In un territorio che è fortemente sitibondo mi pare che sia lungimirante puntare al loro riutilizzo. Poi termini come scarico zero hanno poco significato e Nardó e Porto Cesareo ne sono una dimostrazione plastica. I motivi sono riconducibili a due elementi macroscopici, il primo è che in estate gli abitanti equivalenti di questi due località  aumentano drasticamente, con un maggior impatto antropico, il secondo è che il riutilizzo delle acque richiederà da una parte un efficiente sistema di distribuzione che ad oggi ancora non esiste, e si deve considerare  la variabile delle precipitazioni e del mancato utilizzo invernale di queste acque che porteranno ad un inevitabile ricorso dello scarico in battigia nell’attuale sbocco di Torre Inserraglio''.

''Bastano questi elementi per far comprendere che i fattori cumulativi appena descritti dei due impianti avranno comunque un loro impatto su nostro tratto di costa. Si sarebbe potuto perseguire un percorso diverso, probabilmente si, dotando i due impianti di Nardó e Porto Cesareo di una loro autonomia. Tuttavia credo che si siano fatti dei passi avanti per migliorare l’attuale sistema di depurazione. Porto Cesareo che aveva una emergenza ambientale allarmante, da anni attendeva una depurazione dei propri reflui, lo stesso dicasi anche se in misura differente e meno impattante per il nostro depuratore''.

''Ma finiamola con le parole vuote e chiamiamo le cose con il loro nome. Non ci sarà nessuno scarico zero, ed occorrerà porre particolare attenzione in fase di realizzazione del progetto complessivo e delle future implementazioni dello stesso per non correre il rischio di essere passati dalla padella alla brace. Con buona pace dei buoni propositi. Sarò, come ho sempre fatto, a disposizione, se lo riterranno opportuno, delle amministrazioni coinvolte per contribuire a migliorare e velocizzare l’iter progettuale e realizzativo delle opere''.


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