Sanità Lecce Acceleratore lineare: da mesi giace senza risposta una richiesta di autorizzazione Ieri l’assessore Pentassuglia ha incassato le firme per l’acceleratore lineare raccolte da Massimo Rizzo, il disoccupato di Surbo: eppure, dal luglio scorso, l’Istituto Calabrese, lo... 30/09/2014 a cura della redazione circa 3 minuti Ieri l’assessore Pentassuglia ha incassato le firme per l’acceleratore lineare raccolte da Massimo Rizzo, il disoccupato di Surbo: eppure, dal luglio scorso, l’Istituto Calabrese, lo stesso dell’omonimo centro Pet-Tc di Cavallino, ha avanzato una richiesta di autorizzazione, finora senza risposte. Pentassuglia incassa le firme per l’acceleratore lineare e anticipa una grande novità: in arrivo all’ospedale di Tricase l’eccellenza nella cura di malattie rare. Una cerimonia “asciutta” (come riportato da Salute Salento) quella di ieri al Tiziano di Lecce, dove l’assessore alla Salute, Donato Pentassuglia, ha incontrato Massimo Rizzo, il disoccupato di Surbo che gli ha consegnato 2.615 firme raccolte nelle parrocchie e nelle piazze di vari comuni, e Alessandro Malatesta, il giovane che è dovuto emigrare a Milano per sottoporsi a un delicato intervento al cervello. Nei giorni scorsi la Asl ha avviato l’avviso pubblico per la gara di fornitura: costo 2 milioni e 700mila euro. Intanto, dall’Istituto Calabrese – prevenzione, diagnosi, cura e ricerca clinica S.r.l., già proprietaria dell'omonimo centro Pet-Tc di Cavallino, ricordano di aver protocollato lo scorso 11 luglio presso la Regione Puglia, l’Asl di Lecce e il Comune di Lecce, una richiesta di autorizzazione all'acquisto e installazione di un acceleratore lineare per la cura dei tumori. Ma, ad oggi, solo Comune ha risposto positivamente a tale richiesta, mentre si è ancora in attesa di notizie da parte di Regione e Asl Lecce. All’indomani della diffusione nel giugno 2014 da parte della Lilt (Lega italiana per la lotta ai tumori) dei drammatici dati sull’incidenza delle patologie tumorali in provincia di Lecce (notizia riportata da tutti gli organi di stampa), l’Istituto Calabrese si è subito attivato per offrire ai pazienti salentini un centro all’avanguardia per la radioterapia, in modo da completare il percorso che va dalla diagnosi precoce delle neoplasie nell’apprezzato Centro Pet di Cavallino ai trattamenti di cura, appunto, nella struttura per la quale è stata richiesta autorizzazione. Giuseppe Calabrese, amministratore unico dell'azienda di Medicina nucleare fornisce alcuni dettagli su questo programma di investimento: l’ubicazione della nuova struttura sorgerà a Lecce (in Via San Pietro in Lama) in un immobile già autorizzato all'attività sanitaria e sede storica del Centro medico Calabrese; il macchinario per la radioterapia selezionato dall’azienda è di ultimissima generazione: si tratta infatti dell'acceleratore TrueBeam STX v 2 della Varian Medical System; non solo nella regione Puglia è assente una tecnologia di tale livello e qualità, ma l’intero Meridione ne è sprovvisto (l’acceleratore TrueBeam più vicino è a Roma); piena disponibilità a realizzare il tutto in tempi rapidi. Ma servono le risposte delle istituzioni interpellate. Ieri, intanto, Pentassuglia ha annunciato la realizzazione di un progetto innovativo, presentato dalla direttrice dell’ospedale “Cardinale Panico” di Tricase, Suor Margherita e che l’assessorato sta valutando, nel solco delle malattie rare e che verrà presentato dei prossimi giorni in conferenza stampa: si parla di macchinari e personale di eccellenza con struttura dedicata. Intanto per il 13 ottobre prossimo il responsabile della Sanità in Puglia ha convocato una commissione ad hoc: “C’è di mezzo l’Università, una convenzione con gli Usa e l’opportunità – ha aggiunto – di portare qui delle vere eccellenze”. Per questo progetto, domani Pentassuglia sarà al ministero a Roma dove si sta facendo una valutazione dei dati epidemiologici del nostro territorio: “Perché Taranto, Brindisi e Lecce», ha auspicato l’assessore, «abbiano un’attenzione da parte del Centro Salute Ambiente, come attività di screening e monitoraggio. Magari i controlli preventivi possono salvare delle vite”.
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