Animali Neviano 

Canile lager di Neviano, i randagi affidati ai volontari

Il provvedimento firmato dal magistrato in mattinata. Gli animali erano stati scoperti in condizioni sanitarie al limite dell’incredibile. Saranno le associazioni a prendersi cura degli anima...

Il provvedimento firmato dal magistrato in mattinata. Gli animali erano stati scoperti in condizioni sanitarie al limite dell’incredibile. Saranno le associazioni a prendersi cura degli animali ricoverati nel canile di Neviano. Un vero e proprio lager in cui oltre 200 cani sono stati ritrovati in pessime condizioni igieniche. A prendere l’iniziativa, Paola Rollo, presidente dell’associazione O.R.A.A. (Obiettivo Recupero Animali e Ambiente), che coadiuvata dall’avvocato Catanzaro (vice presidente dell’associazione Nuova Lara) si è recata in procura per perorare la causa degli sfortunati cani reclusi nel “canile” di Neviano. Non potendo più accettare che, ancora una volta, degli animali sequestrati venissero lasciati nelle mani di chi li aveva così malridotti, è stata fatta istanza affinché le associazioni iscritte all’albo delle associazioni per la protezione degli animali della Regione Puglia, che ne avessero fatto richiesta, fossero autorizzate ad entrare nel canile per poter conoscere i cani, fotografarli e rendere loro la dignità rubata. Il magistrato Stefania Mininnu, ha ritenuto la richiesta valida ed ha firmato un provvedimento che permette alle associazioni O.R.A.A., NUOVA LARA, DIVA e L’IMPRONTA di occuparsi del benessere di circa 180 creature. Il canile, secondo quanto scoperto dai carabinieri, aveva una capienza massima di 65 cani e ne sono stati ritrovati, vivi, oltre 200, tenuti in gabbie molto strette, molti con vistose ferite e lesioni alla gola ed in altre parti del corpo, ben al di sotto degli standard di legge. In una delle gabbie, assieme a tre cani ancora vivi, c’erano due carcasse di animali morti almeno da una settimana e lasciate lì a marcire. I cani venivano nutriti con pane secco o addirittura andato a male e le gabbie non venivano pulite da molto tempo, con il risultato che gli animali, oltre che con le carcasse, dovevano vivere in mezzo ai propri escrementi ed ai resti di quel poco pane raffermo che avevano come pasto.  

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