Politica Specchia 

Alessandra Martinucci si dimette: «Ammetto la sconfitta, ma resto una persona libera»

Il sindaco di Specchia ha rassegnato le dimissioni: negli ultimi tempi erano state diverse le turbolenze in seno alla maggioranza

Ha rassegnato le dimissioni ieri, Alessandra Martinucci, sindaco di Specchia. A poco più di un anno si conclude l’esperienza amministrativa della giovane prima cittadina che ha spiegato in una lunga lettera le motivazioni del suo gesto.

«Con rammarico ma con onestà intellettuale e responsabilità rassegno le mie dimissioni ammettendo una sconfitta, sicuramente personale ma innegabilmente collettiva, di natura sociale prima che politica.
La mia sconfitta personale è quella di non essere riuscita a scardinare un sistema viziato sotto diversi profili, primo tra tutti sotto il profilo umano e delle responsabilità, ma l’incapacità, evidentemente, non è solo la mia ma è certamente di tutti, anche se può far comodo, seppur sia scorretto, in virtù di velleità politiche di qualcuno, attribuire a me la colpa di tutto».

«Ho conosciuto un ambiente profondamente insalubre e nonostante credessi che con le mie mani operose avrei potuto ripristinare quegli ingranaggi ossidati cosi da contribuire al cambiamento di un modo di fare politica, purtroppo, questa sfida con me stessa non l’ho vinta. Ingranaggi macchinosi e bloccati, condizionati dalla sete di rivalse personali e beghe di piccolo calibro.

Una decisione che, probabilmente, avrei dovuto prendere già da tempo ma che oggi, dopo aver letto le parole di disprezzo nei miei confronti dai dimissionari, prendo con più convinzione».

Nel corso dei mesi le tensioni erano diventate palpabili fino all’abbandono del vicesindaco Roberto Musio e via via di altri assessori: «Un anno fa ho sperato, con tutta me stessa, di poter dare il mio contributo a Specchia, ho messo tutto l’entusiasmo e la mia determinazione: volevo essere al servizio dell’intera comunità, mettere a disposizione le mie idee, le mie esperienze e la mia formazione. Mi ero solo illusa che qualcuno apprezzasse di me le mie conoscenze e le mie capacità».

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