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Revenge porn e pedopornografia su Telegram: minori pugliesi tra le vittime delle chat

Il caso riemerso grazie a un’inchiesta di Wired Italia viene affrontato dal presidente dell’Ordine degli psicologi pugliesi Gesualdo che parla delle conseguenze per le vittime

L’inchiesta di Wired Italia che ha indagato sul fenomeno del revenge porn e di materiale pedopornografico nelle chat private di alcuni sociali, tra cui Telegram ha scosso l’opinione pubblica. Tra i minori vittime di questo scambio perverso ci sarebbero anche ragazzi e bambini pugliesi.

Per questo, il presidente dell’Ordine degli psicologi di Puglia, Vincenzo Gesualdo spiega le possibili ripercussioni che si celano dietro il fenomeno scoppiato negli ultimi giorni: «La quarantena – afferma - a cui siamo tutti sottoposti ci ha fisicamente allontanato dagli affetti e dalla nostra quotidianità. Adesso il mondo dei social è l’unico strumento che ci consente di sentirci vicini virtualmente, seppur a distanza nella realtà. Ora più che mai è bene porre attenzione ai pericoli che girano intorno al web. Uno fra questi è il fenomeno del “revenge porn”, l'uso distorto che viene fatto di immagini o video privati, di natura erotica, che vengono diffusi sui social network o sul web a scopi vendicativi e senza il consenso della persona ritratta».

«In particolare – prosegue - su Telegram, social di messaggistica istantanea, sarebbe stata scoperta una chat privata dove veicolavano immagini estrapolate dal web e da altre chat senza alcun consenso, innescando un circuito di pedopornografia. Fra le vittime inconsapevoli anche alcune minorenni pugliesi che, solo dopo aver ricevuto strani inviti e richieste sui social, hanno scoperto che le loro foto postate sui loro profili erano finite in questi raccapriccianti gruppi».

Per Gesualdo, il dato preoccupante che riguarda questo fenomeno è «l’ingenuità con la quale si mette in atto». «Fra le tante ripercussioni possibili – afferma - vi è la perdita di controllo della propria intimità e dignità, in quanto una volta inviata l’immagine non si è più padroni sulla sua divulgazione, la “sindrome da trofeo” che fa sì che il contenuto venga subito condiviso, l’umiliazione e la vergogna. A queste vanno aggiunte le terribili conseguenze sull’identità, sia reale che digitale, con il rischio di veder compromessa la propria reputazione creando così problemi con nuovi partner o influenzando i futuri rapporti di lavoro. La rete – insiste - è piena di insidie e non fa una selezione, sia i bambini che gli adolescenti sono bersagli perfetti per i molestatori. È fondamentale che i genitori si informino per conoscere il mondo del web in tutte le sue potenzialità così da mettere in guardia i propri figli dai rischi». 

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