Società Puglia sette Revenge porn e pedopornografia su Telegram: minori pugliesi tra le vittime delle chat Il caso riemerso grazie a un’inchiesta di Wired Italia viene affrontato dal presidente dell’Ordine degli psicologi pugliesi Gesualdo che parla delle conseguenze per le vittime 09/04/2020 circa 1 minuto L’inchiesta di Wired Italia che ha indagato sul fenomeno del revenge porn e di materiale pedopornografico nelle chat private di alcuni sociali, tra cui Telegram ha scosso l’opinione pubblica. Tra i minori vittime di questo scambio perverso ci sarebbero anche ragazzi e bambini pugliesi. Per questo, il presidente dell’Ordine degli psicologi di Puglia, Vincenzo Gesualdo spiega le possibili ripercussioni che si celano dietro il fenomeno scoppiato negli ultimi giorni: «La quarantena – afferma - a cui siamo tutti sottoposti ci ha fisicamente allontanato dagli affetti e dalla nostra quotidianità. Adesso il mondo dei social è l’unico strumento che ci consente di sentirci vicini virtualmente, seppur a distanza nella realtà. Ora più che mai è bene porre attenzione ai pericoli che girano intorno al web. Uno fra questi è il fenomeno del “revenge porn”, l'uso distorto che viene fatto di immagini o video privati, di natura erotica, che vengono diffusi sui social network o sul web a scopi vendicativi e senza il consenso della persona ritratta». «In particolare – prosegue - su Telegram, social di messaggistica istantanea, sarebbe stata scoperta una chat privata dove veicolavano immagini estrapolate dal web e da altre chat senza alcun consenso, innescando un circuito di pedopornografia. Fra le vittime inconsapevoli anche alcune minorenni pugliesi che, solo dopo aver ricevuto strani inviti e richieste sui social, hanno scoperto che le loro foto postate sui loro profili erano finite in questi raccapriccianti gruppi». Per Gesualdo, il dato preoccupante che riguarda questo fenomeno è «l’ingenuità con la quale si mette in atto». «Fra le tante ripercussioni possibili – afferma - vi è la perdita di controllo della propria intimità e dignità, in quanto una volta inviata l’immagine non si è più padroni sulla sua divulgazione, la “sindrome da trofeo” che fa sì che il contenuto venga subito condiviso, l’umiliazione e la vergogna. A queste vanno aggiunte le terribili conseguenze sull’identità, sia reale che digitale, con il rischio di veder compromessa la propria reputazione creando così problemi con nuovi partner o influenzando i futuri rapporti di lavoro. La rete – insiste - è piena di insidie e non fa una selezione, sia i bambini che gli adolescenti sono bersagli perfetti per i molestatori. È fondamentale che i genitori si informino per conoscere il mondo del web in tutte le sue potenzialità così da mettere in guardia i propri figli dai rischi».
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