Salute Sette Lecce 

''Mangiare bene contribuisce a prevenire ansia e depressione''

L’intervista al nutrizionista, dottor Stefano Faggiano, ci svela il potere del cibo sul nostro umore e l’inganno del junk food.

La figura del nutrizionista, cioè del  professionista che si occupa del rapporto tra alimentazione, nutrizione e stato di benessere psicofisico della persona, sta diventando sempre più importante in una società dove i cibi spazzatura invadono le tavole italiane. Quello che mangiamo ci cambia la vita, ma anche l’umore: è proprio questo il tema del l’intervista di oggi, affrontato con il Dottor Stefano Faggiano, nutrizionista operativo presso la clinica Petrucciani di Lecce.

Mangiare bene incide anche sul nostro umore? 
''Assolutamente sì: una correlazione così stretta con i sintomi della depressione è senza dubbio seguita da carenze nutrizionali. Una dieta che metaforicamente potremmo definire ‘fresca’ aiuta l’umore a tenere a bada ansia e depressione. Gli alimenti che sono tipici candidati a questo scopo sono verdura e frutta colorata, che accompagna piatti di pesce e cereali, mentre la carne ricopre una posizione un po’ più marginale''.

Quali legami esistono tra micronutrienti e depressione? 
''Vi sono numerosi studi scientifici che dimostrano un deficit di micronutrienti essenziali come ferro, magnesio e vitamine del gruppo B (B12 e B6) e D. Il controllo delle concentrazioni di queste preziose molecole attraverso un piano alimentare ben strutturato e calcolato da parte di un professionista rappresenta un percorso indispensabile per sostenere le normali funzioni fisiologiche dell’organismo''.

La depressione può generare disturbi dell’alimentazione?
''La depressione spesso si correla a disturbi alimentari. La connessione tra l’una e l’altra condizione è usualmente rappresentata dall’ormone ‘serotonina’, una molecola sintetizzata a partire da un particolare aminoacido, il triptofano, attraverso l’azione della triptofano-idrossilasi. Il triptofano si trova con gran prevalenza in legumi, frutta secca e cereali. Se da un lato, la carenza di triptofano può correlarsi all’insorgenza della depressione in soggetti predisposti, dall’altro questa patologia si riflette inevitabilmente su un disturbo dell’alimentazione''.

Abbuffate e junk food possono alterare il nostro microbiota e quindi l’intero funzionamento del nostro corpo? 
''Per 'Junk food' o cibo spazzatura, si intendono quei cibi di facile reperimento, caratterizzati da un alto valore energetico, ma da uno scarso valore nutrizionale: l’esempio tipico è lo snack di tipo veloce, che si è poi tramutato in pranzo o cena veloce, accostandosi alla dizione ‘fast-food’. La densità calorica e gli apporti nutrizionali risultano inappropriati per l’organismo medio ed influiscono negativamente sul microbiota e, conseguentemente, sulle funzionalità del nostro corpo. Ricordo che il microbiota comprende quei microrganismi che si trovano in misura prevalente all’interno del nostro apparato digerente e che svolgono importanti funzioni correlate al sistema immunitario''.
 
 Gli italiani si sentono tutti allenatori, ma anche medici e nutrizionisti: le diete fai da te sono ricorrenti. Può essere rischioso seguire un regime alimentare che mira al dimagrimento senza rivolgersi al nutrizionista? 
''È fisiologico che il fai da te possa riflettersi in ogni aspetto della nostra vita e nelle azioni che la caratterizzano. È tuttavia strano che, per cambiare un tubo idraulico alla nostra auto, ci si rivolga senza batter ciglio al meccanico, mentre per un’adeguata valutazione sanitaria ci si faccia trasportare dalle proprie, spesso fuorvianti, convinzioni.
In particolare, in un percorso ipocalorico che mira al dimagrimento, è fondamentale rivolgersi a personale qualificato, specialmente al nutrizionista, poiché è proprio in questo percorso ‘in discesa’ (alludo al calo ponderale) che occorre prestare maggiore attenzione ai supporti nutrizionali, affinché possano sostenere le normali condizioni fisiologiche utili al mantenimento dello stato di salute''.


I digiuni programmati, in un giorno del mese o della settimana, servono per chi è in sovrappeso? Ci si depura davvero? 
''Il digiuno programmato può essere uno degli strumenti per il controllo del peso, ma solo in alcune condizioni, da valutare attentamente caso per caso, per poi stabilirne la frequenza (una volta alla settimana o altro) e la durata. Questa pratica è utile a ‘mobilizzare’ le riserve energetiche stipate nelle cellule adipose, dopo aver consumato le prime riserve di glicogeno, con il conseguente beneficio di una riduzione della massa grassa e la riduzione della incidenza infiammatoria della stessa''.

La moda del sushi e di recente dei Pokè avanza sempre di più. Si mangia pesce crudo e il tema della sicurezza alimentare è centrale. Quali sono i consigli più importanti per i consumatori? Inoltre, questo tipo di alimentazione fa bene al nostro organismo? 
''Il poké, il sushi o, più generalmente, il pesce crudo sono effettivamente sempre più presenti sulla nostra tavola. Occorre senza dubbio imparare dalle popolazioni che lo hanno consumato per decenni e che hanno riportato utili e ben noti benefici: in particolare, il pesce crudo permette di conservare proprietà organolettiche tipiche e di apportare acidi grassi essenziali, come l’omega 3, soprattutto da parte dei pesci più grassi come il salmone. Queste caratteristiche sono cardioprotettive, ma ricoprono un ruolo fondamentale anche nel preservare le funzioni tipiche del sistema nervoso e contrastano i disturbi come la depressione. Relativamente all’ambito della sicurezza alimentare, nel quale ormai da anni opero con un’attenzione particolare per l’utente finale, ho contezza del grado di responsabilità che permea il modus operandi dei ristoratori, che applicano con zelo le procedure tipiche del sistema HACCP, soprattutto per evitare eventi pericolosi quali l’infezione da anisakis, un parassita che si trova nei prodotti ittici crudi e non sufficientemente cotti e/o abbattuti. Il consiglio è di assicurarsi che le procedure adottate per la produzione di piatti a base di pesce crudo siano state rispettate, in modo da non privarci dei benefici sanitari e, ormai, socio-economici che questi preparati ci offrono''.


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