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Internet casa, in arrivo il voucher per le famiglie

Tornano gli incentivi per chi attiva connessioni internet a banda ultralarga presso la propria abitazione

Tornano gli incentivi per chi attiva connessioni internet a banda ultralarga presso la propria abitazione. Un voucher destinato alle famiglie pari a 100 euro, sotto forma di sconto sul prezzo di attivazione, se presente, e sull’importo dei canoni di erogazione del servizio internet casa, per un periodo di 24 mesi. Ancora una volta, in Italia, si punta a incoraggiare lo sviluppo e la diffusione della tecnica di trasmissione dati in grado di raggiungere velocità estremamente elevate. Chi è pronto a usufruire di servizi digitali più performanti in termini di velocità, può verificare su Segugio.it se il proprio territorio è stato raggiunto dalla banda ultralarga.

Chi può richiedere il bonus internet 2024?
A dicembre, così come annunciato da Infratel Italia - società impegnata in interventi di infrastrutturazione del Paese per il superamento del digital divide e l’abilitazione alla diffusione di servizi di connettività avanzata - è stata avviata la nuova consultazione pubblica relativa alla seconda fase del “Piano voucher per l’incentivazione della domanda di connettività in banda ultra larga delle famiglie”.

A richiedere il contributo voucher di 100 euro potranno essere le famiglie che non dispongono di alcun servizio di connettività o che dispongono di un servizio con velocità di download inferiore a 30 Mbit/s, per richiedere l’attivazione di un abbonamento ad almeno 300 Mbit/s in download. Non ci sono limiti reddituali: non si deve presentare alcuna attestazione Isee per ottenere il bonus internet 2024.

Cos’è il Piano strategico nazionale per la Banda Ultralarga?
Il Piano strategico nazionale per la banda ultralarga è stato approvato nel 2015 dal Governo italiano con l’intento di ridurre il gap infrastrutturale e di mercato esistente, attraverso la creazione di condizioni più favorevoli allo sviluppo integrato delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili. Si lavora infatti da anni per diffondere la fibra ottica in modo capillare sul territorio verso le utenze residenziali e per rendere disponibili connessioni FTTH nelle sedi della Pubblica amministrazione, come scuole, sedi della sanità, e nelle aree produttive, abilitando anche lo sviluppo del 5G.

L’accesso ai servizi a banda larga e ultralarga risulta, infatti, fondamentale per lo sviluppo e la competitività di un moderno sistema economico in quanto permette lo scambio veloce ed efficiente di dati e informazioni e può cancellare il digital divide delle aree sottoutilizzate del Paese. Proprio per velocizzare lo sviluppo della connettività ad alte prestazioni in tutto il Paese e rilanciare il settore delle telecomunicazioni, il Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale ha proposto, per il triennio 2023-2026, la nuova Strategia Nazionale per la Banda Ultra Larga (PDF).

A muovere i fili è il MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) che, attraverso Infratel Italia S.p.A., punta al potenziamento della rete infrastrutturale pubblica per la banda larga e ultralarga in tutte le aree sottoutilizzate del Paese e alla diffusione di servizi digitali. Avere a disposizione una connessione ultraveloce rappresenta una svolta importante per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, soprattutto per lo svolgimento di servizi ormai divenuti parte della quotidianità, quali: lo smart working, la teledidattica, la telemedicina, l’accesso a contenuti in streaming e on-demand, lo sviluppo delle attività di impresa.

La Banda ultralarga - così come emerge dalla nuova Strategia Nazionale per la Banda Ultra Larga 2023-2026 rappresenta ormai oggi una esigenza primaria. Procede, infatti, anche l’attivazione dei servizi di connettività Internet a banda ultra-larga presso le sedi scolastiche sul territorio italiano. Risultano attivate 20.611 scuole nel nostro Paese. Secondo gli ultimi dati Infratel, al 31 dicembre 2023 risultano attivate 18.488 scuole con Infratel pari al 65,50% e 2.123 scuole con intervento di società regionali pari al 53,41%, per un totale complessivo del 64,08% degli istituti da attivare.


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