Politica Lecce 

Cantiere in via Alvino, Scorrano: “Mancato rispetto delle norme”

Il consigliere di opposizione interviene in merito al mancato rispetto della normativa vigente sul cantiere dei lavori nei pressi di Piazza Sant’Oronzo

“È da oltre un mese - scrive il consigliere Gianpaolo Scorrano in una nota - che oramai sono stati avviati i lavori di sostituzione del basolato stradale di Via Alvino, giusta Determinazione Dirigenziale n. 2722 del 14/10/2021 con la quale è stato approvato il progetto esecutivo per i lavori di mitigazione del rischio idrogeologico mediante riqualificazione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali del centro storico della città di Lecce.

Quel che fa specie è che, per un lavoro così importante e in vista nella nostra città, non sia tutt’oggi presente alcun cartello di cantiere, al pari di quanto avviene, invece, per l’anfiteatro romano sito in adiacenza, ma unicamente dei miseri fogli di carta formato A4 (quasi illeggibili a causa della pioggia di questi giorni) che riportano la copia della prima pagina dell’ordinanza di chiusura al traffico della via in esame e che, peraltro, parrebbe errata avendo come scadenza il 31 maggio del 2022 (incredibilmente prima ancora che iniziassero i lavori).

Eppure è noto a tutti che il cartello di cantiere con i dati del titolo autorizzativo edilizio, gli autori dell’attività costruttiva (art. 20 comma 6 del T.U. dell’edilizia), nonché la data di inizio e fine dei lavori, dev’essere -per Legge- ben visibile sin dall’avvio del cantiere.

La mancata esposizione del suddetto cartello configura infatti una ipotesi di reato anche dopo l’entrata in vigore del Dpr n. 380 del 6 giugno 2001 n. 380 (in particolare gli artt. 27, comma quarto, e 44 lett. a), a carico del titolare del permesso, del direttore dei lavori e dell’esecutore degli stessi.

L’art. 4, comma quarto, legge 28 febbraio 1985 n. 47 (oggi art. 27, comma 4, Dpr n. 380/2001) prevede due obblighi a carico di coloro che costruiscono: la tenuta in cantiere del titolo autorizzativo e l’esposizione di un cartello contenente tutti gli estremi della concessione e degli autori dell’attività costruttiva.

La ratio della norma sta nel fatto che la sistemazione del prescritto cartello presso il cantiere, consente una vigilanza rapida, precisa ed efficiente e risponde all’altro scopo di permettere ad ogni cittadino di verificare se i lavori siano stati autorizzati dall’autorità competente, chi sia l’esecutore, il progettista, il D.L., la data di inizio e di fine degli stessi; il che non è poco ai fini della trasparenza dell’attività della pubblica amministrazione.
Tant’è che anche l’esposizione in maniera poco visibile del cartello, che risulti comunque presente all’interno del cantiere, viola il precetto penale.

È mai possibile, dunque, che il comune di Lecce che è uno degli organi preposti alla vigilanza e che, nel caso che ci occupa è anche committente, possa essere incorso in una siffatta omissione?

E come si fa a chiedere al cittadino leccese il rispetto delle norme edilizie se poi proprio l’amministrazione della cosiddetta trasparenza è la prima a dare il cattivo esempio?

Chi di competenza provveda immediatamente ad installare la doverosa cartellonistica con tutti i dati previsti dalle vigenti Leggi in materia; in difetto e salvo che il fatto non costituisca più grave reato, oltre alle sanzioni amministrative, si applica l’ammenda fino a 10.329 euro per l’inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità esecutive previste, in quanto applicabili, nonché dai regolamenti edilizi, dagli strumenti urbanistici e dal permesso di costruire.”



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