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Il Bosco di Lecce di Yuval Avital al MUST

La mostra sarà visitabile dal 19 novembre al 4 febbraio 2024 al Museo Storico della città di Lecce.

Dal 19 novembre al 4 febbraio 2024 al MUST (Museo Storico della città di Lecce) sarà visitabile la mostra Yuval Avital. Bosco di Lecce, atto conclusivo di un progetto di arte relazionale complesso e articolato, promosso dal Comune di Lecce - Assessorato alla Cultura, MUST - Museo Storico della città di Lecce, sostenuto e finanziato da Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese, Polo Biblio-museale di Lecce, concepito in collaborazione con Fondazione Biscozzi - Rimbaud.

''Il Must, il museo della città, diventa così uno spazio di restituzione di una esperienza unica, che ha visto Yuval Avital per oltre un mese attivo nelle viscere di Lecce, a stretto contatto con i suoi luoghi e la sua comunità, per concepire dipinti, sculture e performance. Sono opere nate qui, ispirate dal Bosco di Lecce che è un paesaggio che include tutto: natura, esperienze, sensibilità, sguardi, attitudini e prospettive di una comunità intera in profonda metamorfosi. Sarà quindi una mostra inedita, totalmente prodotta qui, immersa nel genius loci di Lecce'', dichiara Fabiana Cicirillo, assessore alla cultura del Comune di Lecce.


Per Luigi De Luca, direttore dei Poli Biblio-museali della Regione Puglia ''Il Bosco di Lecce è frutto di una progettualità complessa in grado di pensare all’arte contemporanea come a un vero e proprio lessico di comunità, lontano dall’autoreferenzialità e vicino invece alla temperatura emotiva di un contesto, Lecce e le sue associazioni, Lecce e i luoghi della cultura, ma anche le periferie e i suoi spazi misconosciuti ai più. Yuval Avital con questo progetto ha ribadito, ancora una volta, che l’arte è il presupposto per instaurare delle connessioni profonde, quanto mai necessarie''.


Con il progetto Bosco di Lecce, curato da Lorenzo Madaro (Polo Biblio-museale di Lecce) e il coordinamento di Federica Tornese, Yuval Avital si è messo in dialogo con Lecce in un processo di creazione collettiva, di performance, riti d’arte, composizioni materiche e opere concepite insieme alla cittadinanza e agli artigiani, trasformando idealmente gli abitanti del capoluogo pugliese in alberi e la città in un bosco umano, per cercare di ridurre il crescente divario tra uomo e natura.

Il coinvolgimento di istituzioni, maestranze locali, comunità e individui in dialogo con l’artista, ha creato una monografia unanime in cui ogni partecipante è co-creatore e attivatore di messaggi veicolati attraverso un’esperienza immersiva e multimediale che rispecchia l’intera città.

Nelle sale del MUST Bosco di Lecce è allestita un’unica grande installazione immersiva che rende conto di tutta l’azione artistica condivisa, in cui la coralità dei partecipanti e la molteplicità dei linguaggi si fondono in una stratificazione di esperienze.

Sono esposte numerose grandi tele (alcune oltre i 4 metri), realizzate dall’artista durante la residenza durata più di un mese nell’ex chiesa di San Giovanni di Dio, messa a disposizione dal Comune di Lecce come atelier aperto anche alla comunità.


Si tratta di tele in cui Avital è riuscito a coniugare gli afflati istintuali del proprio lavoro con una ricerca intima ed espressiva sul tema della natura, in particolare del bosco - immaginario e umano. Corpi antropomorfi, brandelli di paesaggi reali o inventati, e poi segni e tracce che si rivelano nel loro afflato primordiale, costituiscono un arcipelago di segni che si inseguono e si sovrappongono sulle grandi superfici dipinte.

I dipinti e una sorta di diario/taccuino visivo realizzati dall’artista diventano vere e proprie partiture per la creazione tridimensionale.

In mostra sono presentate trenta sculture realizzare dall’artista sempre durante la sua residenza in città, alcune delle quali in dialogo con gli artigiani locali - cartapestai, ceramisti, fabbri, mosaicisti, ricamatori - costituendo nuove fisiognomiche e nuovi abitanti di questo ideale bosco.


L’ascensione degli imponenti uomini-albero con anima in ferro e intreccio in giunco si contrappone al radicamento e al fardello delle sculture in gesso e cartapesta. Ceramiche, raffiguranti figure femminili rigogliose di foglie, sono come ex-voto alla natura.

Verranno testimoniate, attraverso video-installazioni e fotografie, le performance realizzate in vari luoghi di Lecce e incontri tra artista e cittadinanza.

Sono circa 200 i cittadini coinvolti in performance e riti d’arte con cui l’artista ha lavorato utilizzando semplici esercizi di voce e gesto in una riflessione profonda e intima sul proprio vissuto.

Sedici le performance “radici” realizzate con piccoli nuclei, spesso con singoli, in luoghi a loro cari; dalla cucina di casa al luogo di lavoro, uniti dall’interazione con un piccolo cumulo di terra leccese in cui i partecipanti hanno immerso i loro arti.

Quattro invece gli appuntamenti dedicati alla performance “boschi” volutamente realizzati in zone periferiche delle città: il quartiere 167, il bosco bruciato di San Cataldo, il giardino della comunità Emmanuel, che da anni offre accoglienza a chi ne ha più bisogno, e le Tagliatelle, nuovo centro culturale aperto nei pressi della cava da cui veniva estratta la pietra leccese utilizzata per la costruzione degli edifici della città. Durante questi appuntamenti, attraverso l’utilizzo di rami di alberi autoctoni salentini, i partecipanti si sono trasformati in alberi divenendo parte di un bosco grazie alla condivisione e la relazione con l’altro.


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