Spettacoli Teatro Lecce 

Ai Cantieri Teatrali Koreja ''Giovinette: Le calciatrici che sfidarono il Duce''

Spettacolo con la regia di Laura Curino, Premio UBU e co-fondatrice del Teatro Settimo di Torino. Nel foyer un incontro su Sport, tra emancipazione e libertà.

Si terrà Sabato 6 Aprile alle ore 20.45 presso i Cantieri Teatrali Koreja “Giovinette, Le calciatrici che sfidarono il Duce”. La rappresentazione è tratta dal romanzo di Federica Seneghini e dai saggi di Marco Giani, adattata da Domenico Ferrari, per la regia di Laura Curino pluripremiata attrice e co-fondatrice del Teatro Settimo di Torino.

Si parla di una storia di amicizia, di gioco e di lotta tra esaltanti vittorie, umilianti battute d’arresto, alleati inattesi e irriducibili nemici. Uno scorcio avvincente del nostro passato e una riflessione preziosa sulle ingiustizie ancora pericolosamente vive nel nostro presente.

Siamo nel 1932, decimo anno dell’era fascista. Tre amiche poco più che adolescenti sono ai giardini di Porta Venezia, una di loro rimanda il pallone dei ragazzi che stanno giocando a poco lontano. Sulla panchina di quel parco, quelle ragazze lanciano un’idea: giocare a calcio. Ha inizio così la storia che porterà a fondare il Gruppo Femminile Calcistico di Milano, il primissimo esperimento di calcio femminile in Italia. In breve il GFC raccolse intorno a sé decine di atlete. La loro fu una sfida alla mentalità dominante che vedeva nel calcio l’emblema della virilità fascista.

La loro epopea è raccontata con ironia e leggerezza mostrando come certi pregiudizi siano duri a morire e come la lotta per la libertà passi anche attraverso lo sport. Rosetta, con i suoi sedici anni e nell’animo il sacro fuoco del calcio. Giovanna, per cui l’avventura della squadra è anche un gesto politico. Marta, saggia e posata ma determinata a combattere per la libertà di giocare. E poi la coraggiosa Zanetti che dà il calcio d’inizio, la stratega Strigaro che scrive ai giornali, la caparbia Lucchi che stenta a vincere l’opposizione paterna... Sono le amiche che all’inizio degli anni Trenta danno vita al Gruppo Femminile Calciatrici milanese, la prima squadra di calcio femminile in Italia. Ma l’Italia di allora è fascista e man mano che il gruppo si allarga, diventa una vera formazione e comincia a far parlare di sé sui giornali, il regime entra in allarme.

Certo, queste giovinette si sono date tempi di gioco più brevi e regole più leggere, assicurando di non voler compromettere la loro “funzione primaria” di madri. Scendono in campo con i calzettoni e la gonna nera per non offendere la morale. Ma sono comunque donne e il calcio è uno sport da maschi.

Sempre Sabato 6 aprile, alle ore 18:45 si terrà “Lo sport tra emancipazione e libertà, con ingresso libero, un incontro di approfondimento per esplorare i concetti di emancipazione e libertà attraverso lo sport, storicamente utilizzato come strumento per combattere l'oppressione politica e per promuovere l’indipendenza. Esempi illustri sono il boicottaggio olimpico contro l'apartheid in Sudafrica e la partecipazione degli atleti ai movimenti per i diritti civili. Lo sport, dunque, può essere un'arena in cui promuovere i valori della democrazia e dei diritti umani esattamente come il teatro. Sia il teatro che lo sport sono mezzi potenti per raccontare storie ed esplorare temi universali: insieme possono giocare un ruolo significativo nel promuovere spazi di espressione creativa e costruzione di comunità inclusive.

Durante l’incontro interverranno Luigi Melica, Diritto e Management dello Sport presso l’Università del Salento, Rossella Ricciuto, Segretaria Generale Centro Universitario Sportivo Lecce, Serena D’Amico, Capitano Lecce Women, Roberto Cazzato, direttore Accademia di Scherma a Lecce e Giuseppe Martella, giornalista del Quotidiano di Puglia. In collegamento ci sarà Federica Seneghini, autrice del romanzo.

di Alice Spagnolo


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