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Il progetto di Unisalento spicca il volo: Wimust, il robot sub, dà i primi risultati

Si sono conclusi i primi due anni di studi del progetto: esiti incoraggianti. E ora gli esperti stileranno un primo bilancio. Il Progetto europeo di Robotica subacquea WiMUST, supportato da Horizon...

Si sono conclusi i primi due anni di studi del progetto: esiti incoraggianti. E ora gli esperti stileranno un primo bilancio. Il Progetto europeo di Robotica subacquea WiMUST, supportato da Horizon2020, diretto da ISME di Genova, Centro Interuniversitario di Sistemi Integrati per l’Ambiente Marino, e coordinato da Giovanni Indiveri dell’Università del Salento, entra nel vivo: gli esperti, dopo i primi due anni di studi, sono pronti a fare un primo bilancio della ricerca che stanno conducendo con entusiasmo. Il robot marino sta iniziando a dare i primi frutti sperati. In questi giorni gli studiosi hanno finito di analizzare i dati raccolti durante l’esperimento preliminare di integrazione e l’esito è più che positivo. “Il sistema di acquisizione acustica e di navigazione dei robot marini intelligenti e cooperativi funziona.”, annunciano con soddisfazione dal team di WiMUST. Il fatto che i robot marini siano stati messi alla prova solo in superficie è un primo e necessario step per la creazione della squadra di robot sub cooperativi: il fatto di averli usati in superficie ha consentito l’utilizzo del Gps e la comunicazione Wifi, mentre quando sono sommersi si può fare affidamento unicamente sui modem acustici. Tutto pronto, dunque, per l’importante revisione europea che si svolgerà in Francia a marzo e alla quale Giovanni Indiveri e i suoi colleghi sono pronti a partecipare, per mettere in luce i risultati ottenuti. Il Progetto è supportato nell’ambito di Horizon2020 e coinvolge Università, Enti di Ricerca e aziende da sei Paesi d’Europa (Portogallo, UK, Francia, Germania, Italia e Olanda). La caratteristica fondamentale di WiMUST consiste nell'uso di una squadra di robot marini autonomi cooperativi, in grado di ottimizzare la qualità dei dati di rilevamento e variare la geometria della formazione durante l’esplorazione. Inoltre il progetto riunisce un gruppo di istituti di ricerca, società di rilevamento geofisico e alcune PMI con una comprovata esperienza in sistemi autonomi, comunicazioni, reti di controllo cooperativo e di navigazione, progettazione e fabbricazione di robot marini. Oltre all’ISME, sono coinvolti: IST Istituto Superiore Tecnico di Lisbona, CINTALCentro di Investigazione Tecnologica di Algrave in Portogallo; l’Università di Hertfordshire in Gran Bretagna, e poi le aziende EvoLogics, Graal tech, CGG, Geo Marine Survey Sistems e Geosurveys.

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