Università Lecce Robot intelligenti per studiare l'oceano, il professore Indiveri coordinatore del progetto WiMUST Il docente dell'Università del Salento alla guida di un team di ricercatori europei Il professor Giovanni Indiveri, docente di Robotica, Automatica e Sistemi di Controllo presso la Facolt&ag... 18/01/2017 a cura della redazione circa 2 minuti Il docente dell'Università del Salento alla guida di un team di ricercatori europei Il professor Giovanni Indiveri, docente di Robotica, Automatica e Sistemi di Controllo presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università del Salento è il coordinatore del Progetto Europeo di robotica subacquea WiMUST. La caratteristica fondamentale di WiMUST consiste nell'uso di una squadra di robot marini autonomi cooperativi, in grado di ottimizzare la qualità dei dati di rilevamento e variare la geometria della formazione durante l’esplorazione. Alcuni recenti sviluppi della tecnologia hanno evidenziato, infatti, la grande potenzialità dei gruppi di robot marini che agiscono in collaborazione: essi possono servire a migliorare enormemente i metodi disponibili per l'esplorazione dell'oceano. La visione alla base di WiMUST è quella di sviluppare sistemi avanzati di controllo cooperativo, per consentire ad un gran numero di robot marini di interagire attraverso la condivisione di informazioni, come un vero e proprio team. “Le tecniche fino ad ora utilizzate per l’esplorazione geotecnica e geofisica dei fondali, prevedono l’utilizzo di una nave che rimorchia una sorgente acustica, in grado di generare un suono che penetra la colonna d’acqua illuminando il fondale. Il segnale di ritorno è acquisito da gruppi di ricevitori (idrofoni) montati lungo cavi (streamers) a loro volta trainati in superficie dalla nave. L’insieme degli streamer formano un’antenna acustica di geometria prestabilita - spiega il coordinatore Giovanni Indiveri - Nell’ambito di WiMUST si sta progettando un sistema alternativo in cui ogni streamer sarà trainato da un robot subacqueo. I robot potranno essere più vicini al fondale e ci si aspetta, di conseguenza, una migliore qualità del segnale; inoltre si punta a disaccoppiare la sorgente acustica dai ricevitori permettendo di cambiare la forma dell’antenna acustica ottimizzando quindi le caratteristiche dei rilevamenti.”. Il progetto riunisce un gruppo di istituti di ricerca, società di rilevamento geofisico e alcune PMI con una comprovata esperienza in sistemi autonomi, comunicazioni, reti di controllo cooperativo e di navigazione, progettazione e fabbricazione di robot marini. Oltre all’ISME, Centro Interuniversitario di Sistemi Integrati per l’Ambiente Marino, al quale afferiscono diverse Università Italiane (Università del Salento, Pisa, Genova e Cassino del Lazio Meridionale sono le Università di ISME che collaborano con WiMUST), sono coinvolti: IST Istituto Superiore Tecnico di Lisbona, CINTAL Centro di Investigazione Tecnologica di Algrave in Portogallo; l’Università di Hertfordshire in Gran Bretagna, e poi le aziende EvoLogics, Graal tech, CGG, Geo Marine Survey Sistems e Geosurveys. Si auspica che gli sviluppi scientifici e le innovazioni tecnologiche del progetto WiMUST saranno eventualmente sfruttabili in domini subacquei aggiuntivi: quelli relative alle operazioni di ricerca e salvataggio, monitoraggio ambientale e le applicazioni di sorveglianza, sminamento, subacquea archeologia subacquea e della pesca.
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