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Il ricordo del poeta Niny Rucco alla Biblioteca Bernardini

Domani, nel primo anniversario della scomparsa, il ricordo dell’uomo, del maestro e del poeta leccese.

Nell’ambito delle iniziative dell’Osservatorio di Poesia 2023, domani pomeriggio, alle ore 18:00, nella Biblioteca Bernardini di Lecce si svolgerà l'evento intitolato ''Sciamu annanzi'', il ricordo dell’Uomo, del Maestro, del Poeta Niny Rucco nel primo anniversario della sua scomparsa.

Sono previsti gli interventi di Antonio Leo, Vice Presidente della Provincia di Lecce, Carlo Alberto Augieri, Anna Rosa Aresta, Paolo Catalano, Antonio Convertino, Fernando Durante, Nando Ingrosso, Oronzino Invitto, Michele Mainardi, Gino Maragliulo, Gianni Persano, Raffaele Polo.

Letture a cura di Mauro Marino, Giusy Calò, Valerio Castellano, Antonio Chiga, Luigino Costa, Carlo Greco, Carlo Manco, Giuseppe Mazzotta, Francesco Pellegrino, Maria Pellegrino, Gina Pennetta.

Due i luoghi d’elezione di Niny Rucco - scomparso l’anno scorso all’età di 98 anni - Zollino e Lecce. Così lo ricorda Fernando Durante sulla rivista online ''Il Grande Salento'': «Era laureato in Legge, anche se non aveva mai praticato la professione per la quale aveva conseguito il titolo. Aveva, invece, scelto l’insegnamento, per passione sincera, per predisposizione. A Zollino, suo paese di adozione (nel 2008 era diventato cittadino onorario), era ''Il Professore'' per antonomasia. Anche per chi non lo aveva avuto come insegnante. Ma, a tutti quelli con cui era venuto in contatto, aveva trasmesso quei valori di rispetto, di affettuosa cordialità, di patria. Era arrivato nel paese griko, in treno, nel lontano 1953. Poi aveva acquistato la Vespa. I suoi insegnamenti sono rimasti scolpiti nell’anima di chi ha avuto la fortuna di essere stato suo allievo: indimenticabile. A conclusione della sua esperienza nelle scuole Elementari, era stato ordinario di discipline Giuridiche ed Economiche presso l’Istituto Tecnico Commerciale ''O.G. Costa'', di Lecce».

In tutti quegli anni non aveva mai smesso di scrivere le sue poesie, per lo più, dialettali: era stato un finissimo poeta. Tante sono le sue composizioni. Da “Rrobbe spase” del 1977, a cui seguì “Sciamu nnanzi”, per finire all’ultimo suo lavoro (neanche a dirlo) che presentò a Zollino, “Nu bbè na cosa facile”. In queste sono presenti termini ormai dimenticati, presenti nel suo antico linguaggio. Piacevolissimi i suoi epigrammi contenuti in “Pipirussi mannaggia la cirasa”. Non ha disdegnato di esprimersi nella pittura. Ma, è stato anche autore di testi teatrali. “Le Corna rosse, le corna fine e le corna longhe”, e tante altre ancora, sono state le commedie rappresentate presso il teatro Politeama. Ha curato, insieme ad altri studiosi, numerose raccolte poetiche. E’ citato, fra l’altro ancora, nel “Dizionario Enciclopedico dei Salentini”, inserito nella “Storia della poesia nel Salento”, di Donato Valli; nell’Antologia, “Novecento dialettale salentino”, sempre del Valli. Ed a cura di Ennio Bonea è presente nella raccolta, “Teatro popolare salentino”. Numerosi sono stati anche i premi ottenuti per essere stato autore di musiche e testi di canzoni.


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