Cronaca Politica 

È morto Sergio Paladini, un altro dei ragazzi di Berlinguer

Dirigente del PCI e punto di riferimento per intere generazioni. I funerali si terranno domani mattina nella chiesa di Santa Croce

“Dolore e tristezza infinita per Sergio, compagno e fratello con cui abbiamo attraversano un bellissimo pezzo di strada della nostra gioventù - scrivono Sandro Frisullo, Antonio Maniglio,
Antonio Rotundo, e Umberto Uccella - Militante, funzionario e dirigente del PCI di Lecce e del Salento Sergio ha incrociato la politica nelle lotte studentesche degli anni settanta, diventandone uno dei leader e guidando l’organizzazione dei giovani comunisti. Proprio quella passione bruciante per la vita reale delle persone, e della necessità di lottare per cambiare l’esistente, lo spinse a diventare un “rivoluzionario di professione” nella federazione del PCI. Per decenni Sergio, dentro un lavoro di squadra, ha animato l’organizzazione del partito, alternando -come si faceva in quel tempo- i momenti dello studio con quelli della militanza pura. L’apprendistato era “semplice”: per capire cosa pensavano gli operai e per organizzarne le battaglie per il salario o i diritti non si convocava una riunione, si andava con i volantini davanti ai cancelli della Fiat-Allis o alla Nomef di Trepuzzi e si ascoltavano i lavoratori. La sera, invece, era il momento delle assemblee o dei comizi  e bisognava stare in uno dei cento comuni del Salento per “dare” la linea (come veniva chiesto ai dirigenti provinciali) ma anche per prendersi le immancabili critiche sulle deficienze organizzative. E tante volte, appena rientrati  dal lavoro politico, c’erano gli straordinari: affissione di manifesti nella città fino a notte. E Sergio c’era sempre. Non c’era bisogno di spendere una parola in più per prendere secchio e colla, Sergio c’era sempre. Certo, c’erano le scuole di partito, e Sergio ha frequentato sia quellamitica di Frattocchie che quella di Ariccia. Ma la prima e decisiva formazione era la strada, le fabbriche, le scuole. Qui si potevano incontrare facce, parole, discussioni, abbracci che illuminavano l’impegno politico.  In questa militanza generosa e illimitata non c’era nessun trucco organizzativo. Era la passione politica, la tensione morale e civile. Erano gli anni settanta e successivi, il “tempo della promettenza”, della voglia di cambiare del mondo, del sogno del futuro. E Sergio, il “gigante buono”, insieme a migliaia di militanti del PCI salentino (che in quelli anni registrava 15mila iscritti), ha contribuito a scrivere alcune di queste pagine memorabili della democrazia italiana, prima fra tutte la battaglia di civiltà vinta con il referendum sul divorzio, la vigilanza contro lo stragismo fascista e il terrorismo brigatista, la straordinaria avanzata del PCI nel 1975 e 1976. Naturalmente non è stata una marcia trionfale. Ci sono state sconfitte e amarezze, sul piano politico e nel rapporto con la società. Ma la grande ambizione di costruire un nuovo mondo ha accompagnato Sergio fino all’ultimo. Addio Sergio, essere stati tuoi compagni è stato un privilegio. Ti vogliamo bene”.

Intanto, si registra il cordoglio della Presidente del Consiglio regionale Loredana Capone per la scomparsa di Sergio Paladini:
“La nostra comunità democratica perde un grande militante. Sergio Paladini ha sempre rappresentato un esempio generoso di impegno politico, un combattente in prima linea per la difesa dei diritti sociali. La sua scomparsa prematura lascia un profondo vuoto nella nostra comunità”.

G.G.


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