Cronaca Puglia sette 

Perché Puglia arancione e Campania gialla? I criteri della scelta del Governo

I motivi che hanno spinto il CTS a classificare la Puglia come regione a rischio medio-alto

Posti letto in ospedale e numero di tamponi. I motivi che hanno spinto la Puglia nel girone delle regioni a rischio medio-alto sono anche questi. 

La classificazione delle regioni italiane rispetto alle nuove limitazioni imposte dal Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte ha lasciato perplesso più di qualcuno. L'arancione della Puglia, se comparato al giallo di regioni come Liguria, Veneto o Campania appare un azzardo.

Ma a comporre il quadro clinico regionale ci sono diverse istantanee, non solo il dato - comunque mutevole - dei contagi giornalieri. Come già ampiamente detto, i criteri presi in considerazione dal CTS per delineare il profilo di rischio sono 21, tra cui il numero di posti letto disponibili in ospedale, quelli in terapia intensiva, la capacità di tracciamento e altri.

Nel caso della Puglia, a pesare sulla valutazione che ci vede come regione a rischio medio-alto ci sono dati che, se comparati con altre realtà d'Italia, destano preoccupazione. Intanto è doveroso ricordare che i dati raccolti per questa prima fase si riferiscono alla settimana tra il 19 e il 25 ottobre. Dopodiché è necessario guardare alla nostra situazione come regione e non come provincia. Il Salento, infatti, ha fatto registrare dati molto diversi da quelli delle province di Foggia, Bari o della Bat.

Ed è proprio in queste province che la diffusione del virus è stata maggiore e le strutture sanitarie hanno cominciato ad andare in sofferenza. Prova ne sia la presenza, almeno fino a qualche giorno fa, di pazienti baresi in ospedali come il Vito Fazzi di Lecce. Un altro dato che la Puglia soffre, rispetto ad altre regioni, è quello legato ai tamponi: sia nel numero di test effettuati giornalmente che nella capacità di analizzarli. La Asl pugliese esamina 5-6mila tamponi al giorno, la Campania - ad esempio - ne esamina dai 10 ai 15mila.

Non solo l'indice Rt, quindi, a influire sulla scelta del governo. Scelte che, vale la pena ricordarlo, potrebbero cambiare con il prossimo monitoraggio. Nel frattempo, per l'esattezza, e per chi volesse approfondirli,  ecco tutti parametri che sono stati utilizzati per stabilire le tre aree:

1) Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

2) Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

3) Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in Tl/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

4) Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

5) Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale).

6) Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata (opzionale).

7) Percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese.

8) Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi.

9) Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale).

10) Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracìng.

11) Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.

12) Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata ima regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati.

13) Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni.

14) Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata Iss (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione).

15) Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella covid-net per settimana (opzionale).

16) Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata covid-19 per giorno.

17) Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito).

18) Numero di nuovi casi di infezione confermata da Sars-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note.

19) Numero di accessi al PS con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a covid-19 (opzionale).

20) Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti Covid-19.

21) Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti Covid-19“

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