Altri Sport Di corsa tra colli e scalate: impresa epica per due salentini Andrea Morrone e Dario Della Pace tagliano il traguardo della Nove Colli Running, una delle gare più dure al mondo. Hanno tagliato il traguardo, compiendo un'impresa che ha q... 21/05/2019 a cura della redazione circa 4 minuti Andrea Morrone e Dario Della Pace tagliano il traguardo della Nove Colli Running, una delle gare più dure al mondo. Hanno tagliato il traguardo, compiendo un'impresa che ha qualcosa di epico, due salentini coraggiosi. Andrea Morrone e Dario Della Pace hanno completato il lungo percorso della Nove Colli Running, una delle gare più dure al mondo con i suoi 202 chilometri e mezzo da percorrere, di cui circa 90 in salita e oltre 3mila e 200 metri di dislivello, oltre ai nove colli da scalare nel tempo massimo di 30 ore, dopo aver superato otto cancelli di eliminazione e tre traguardi. La Nove Colli Running (sorella minore della Gran fondo di ciclismo) è difatti una gara leggendaria, con partenza e arrivo a Cesenatico. In mezzo un viaggio lungo una vita intera, nella cuore e nella notte della Romagna, tra borghi antichi e colline morbide e ondulate, con piccole grandi storie da ricordare e raccontare i due atleti salentini hanno completato il percorso di questa competizione che rappresenta una vera e propria icona dell’ultramaratona. Andrea Morrone (Asd Nest e LibeRunning) e Dario Della Pace (Podistica Copertino) hanno scritto il loro nome nell’albo d’oro della gara che si è svolta il 18 e 19 maggio: un’impresa riuscita a poco più di 400 atleti in 22 edizioni, in cui solo la metà dei partecipanti riesce a conquistare l’ambita medaglia. Quest’anno a complicare ulteriormente le cose ci ha pensato il maltempo, con pioggia e freddo a flagellare gli ultramaratoneti per gran parte della gara. La partenza è stata sabato alle 12 in punto, correndo i primi 20 chilometri in gruppo, dietro la bici del giudice di gara. Un temporale fortissimo ha atteso gli atleti all’inizio della prima salita (lunga circa 4 chilometri) e del primo colle, il Polenta, complicando e non di poco i piani. Dopo il Polenta altri due colli, Pieve di Rivoschio e Ciola, prima del mitico Barbotto, in cui gli atleti si sono cimentati con i 5 chilometri e mezzo di pendenza media quasi del 7 per cento e una punta massima del 18. Lì in cima l’atmosfera è da brividi, mentre la notte avvolge il cuore della Romagna. Con il passare delle ore e dei chilometri crescono difatti la fatica e la stanchezza, dopo la salita di Monte Tiffi, breve ma insidiosa, i podisti hanno affrontato i due colli più difficili: Perticara e Pugliano, che ha una salita lunga 9 chilometri e arriva a 507 metri sul livello del mare, da cui si può ammirare l’incanto della rocca di San Leo (il più bel borgo d’Italia secondo Umberto Eco), la fortezza in cui fu rinchiuso e morì Cagliostro. Poi hanno affrontato il Passo del Grillo, tra rocce e calanchi, prima dell’ultimo colle, il Gorolo, quattro lunghissimi chilometri con la famigerata rampa finale al 18 per cento di pendenza, preludio agli ultimi 30 chilometri verso l’arrivo a Cesenatico dove ad attenderli c'era una nuova insidia: i migliaia di ciclisti della gran fondo che giungono a tutta velocità alle spalle degli ultramaratoneti. L’arrivo dunque è stato da brividi, con corpi e volti trasfigurati dalla fatica e dalla stanchezza, ma pieni di felicità e orgoglio. “E’ stata una fantastica avventura" spiega Andrea Morrone "questo traguardo e questa medaglia mi ricompensano dei sacrifici e della fatica, dei lunghi mesi di allenamento e di tutta la strada percorsa per giungere all’arrivo di Cesenatico. La Nove Colli è molto più di una corsa, è un lungo viaggio, anche dentro se stessi, ti porta a sfidare i propri limiti e a superarli, un insieme di ostinazione e forza di volontà, la potenza immensa della mente che sconfigge il dolore del corpo, il saper rifiutare la tentazione del riposo per proseguire nella stanchezza, chilometri che scorrono e che amplificano la percezione del mondo”. “Il momento più bello è stato correre di notte, nel silenzio e nella solitudine, con la strada illuminata appena da una piccola lampada. Dedico questa medaglia alla mia famiglia e a chi mi ha sostenuto in questo progetto: la Maratona della Grecìa Salentina, Immobiliare Leuca, Fonudito, Il BarRito e Artedo”. “E’ stata una delle sfide più difficili" commenta Dario Della Pace, autentica leggenda dell’ultramaratona, capace di percorrere gli oltre 490 chilometri della Atene/Sparta/Atene "anche per la pioggia battente che ci ha accompagnati lungo tutto il percorso. Ho gestito la gara e mi sono goduto il bellissimo paesaggio e gli scenari che abbiamo attraversato, correndo in autosufficienza. Sono contento di aver rappresentato il Salento e la Podistica Copertino in una delle competizioni più belle e più dure al mondo. Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito e hanno fatto il tifo per me”
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