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Odio in rete contro Lele dei Negramaro, Selvaggia Lucarelli denuncia l’hater

La popolare conduttrice ha pubblicato un post in cui un utente si rallegrava della malattia dell’artista. Non solo solidarietà ma anche odio nei confronti di Lele, il chitarrista dei Neg...

La popolare conduttrice ha pubblicato un post in cui un utente si rallegrava della malattia dell’artista. Non solo solidarietà ma anche odio nei confronti di Lele, il chitarrista dei Negramaro, ricoverato in prognosi riservata al “Fazzi” di Lecce. “Ho letto che il chitarrista dei Negramaro è stato colpito da emorragia cerebrale. E io che pensavo che oggi era una giornata di merda”, questo il testo del messaggio che ha attirato l’attenzione della conduttrice Selvaggia Lucarelli, pronta a stigmatizzare l’accaduto. “Ricevo centinaia di segnalazioni al giorno su messaggi d’odio sparsi per la rete. È raro che qualcosa ormai mi stupisca. E quello che mi stupisce ancora non è quasi mai il contenuto, è la fonte. Perché la varietà degli odiatori è impressionante. Sono spesso persone insospettabili o che si tende a ritenere evolute, capaci di governare un mezzo -internet- con un minimo di civiltà. Invece no”. Perché l’autore del post si sveglia una mattina e decide di utilizzare “questo mezzo potente e bellissimo che è fb, per comunicare a tutti che se muore il chitarrista dei Negramaro lui è contento?”, si chiede la conduttrice? “Non lo so. Nega che sia una provocazione e vabbè. Parla della solita libertà di dire quel che si vuole, che ormai è l’alibi del coglione. Continua con le scemenze nei commenti. E fin qui nulla di nuovo. Il problema è che un adulto mediamente evoluto come lui, rispondendo a chi gli fa notare quanto sia stato becero e gratuito, ritenga che non si possa giudicare una persona per quello che scrive su internet. (LO SCRIVE LUI) È qui che si capisce il problema. La solita distorsione della realtà. Il solito problema dell’ignoranza nel ritenere il web un mondo parallelo, una zona franca, un non luogo in cui si può essere altro, in cui si può essere la parte peggiore di sè, perché tanto mica è la realtà. Invece qui e lì sono la stessa cosa e se non l’hai capito dopo un decennio di fb, hai un problema serio. Sono LA STESSA COSA con la differenza che nel bar sotto casa gli amici, i parenti, le persone che vogliono bene a Lele non hanno possibilità di ascoltare le tue idiozie. Qui le leggiamo tutti, compresi (potenzialmente) loro. E immagino che il nostro eroe del giorno, se quegli amici, quei parenti, fossero seduti al bar, se ne starebbe ben zitto. Se vi piace la provocazione, almeno assumetevi il rischio di un pugno in faccia”.  

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