Arte e archeologia Scavi nella grotta Mario Bernardini: nuove ricerche archeologiche sull’uomo di Neanderthal L’amministrazione di Nardò ha dato il via a nuovi lavori nel sito scoperto nel 1961. Nuovi lavori a distanza di quasi 50 anni, a Nardò, nel Parco Naturale Regionale di Portoselvag... 24/07/2015 a cura della redazione circa 2 minuti L’amministrazione di Nardò ha dato il via a nuovi lavori nel sito scoperto nel 1961. Nuovi lavori a distanza di quasi 50 anni, a Nardò, nel Parco Naturale Regionale di Portoselvaggio e Palude del Capitano. Le ricerche archeologiche di Grotta Mario Bernardini, un sito del Paleolitico che conserva importanti tracce delle prime frequentazioni del Salento da parte dell'uomo, riprenderanno a breve per conto dell'amministrazione comunale di Nardo e in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia. A coordinare gli scavi Leonardo Carmignani e da Filomena Ranaldo. Il sito si apre lungo una parete calcarea e fu scoperto nel 1961 dal professor Edoardo Borzatti Von Lowerstern che dopo alcuni anni ne diresse le prime campagne scavo. Fu così messa in luce una sequenza di strati spessa alcuni metri i cui sedimenti conservano numerosi resti fossili e manufatti litici che documentano i cambiamenti climatici nel corso del Paleolitico e l'avvicendamento di Neanderthal e Homo sapiens. L'intera area costituisce un bacino di inestimabile valore scientifico per la ricostruzione del paleo-ambiente e delle frequentazioni umane preistoriche. L'utilizzo di metodologie aggiornate per lo scavo e per le analisi dei materiali, permetterà ora di acquisire informazioni più dettagliate sulla cronologia dei diversi strati e sul comportamento dei gruppi che hanno frequentato il sito. Tra gli obiettivi immediati delle nuove ricerche ci sono infatti l'esecuzione di analisi paleo-ambientali e radiometriche, interventi di conservazione del giacimento e l'avvio di uno studio sistematico dei materiali finalizzato a ricostruire differenze o analogie tra i modi in cui Neanderthal e uomini moderni organizzavano il loro ambiente, costruivano i loro strumenti e si procuravano il cibo. Oltre all'indubbio valore scientifico, la ripresa delle ricerche risponde alla necessita? di mettere in sicurezza e tutelare il patrimonio archeologico ma anche l'intento di proiettare il bagaglio di informazioni verso la valorizzazione del bene come strumento di promozione del territorio. “E' necessario - ha dichiarato l'assessore alle Politiche Culturali Mino Natalizio - rivalutare i beni culturali anche come risorse strategiche dell'economia neretina. In questa direzione si inserisce la riprogrammazione del territorio (compresa l'area del Parco Naturale Regionale di Portoselvaggio - Palude del Capitano) in chiave di integrazione delle potenzialità paesaggistico-ambientali e di quelle storico-culturali messe in atto dall'amministrazione comunale”. “Siamo al lavoro - ha dichiarato il sindaco Marcello Risi - perché Nardò diventi un importante Parco Archeologico, considerate le testimonianze presenti nella nostra città: da quelle preistoriche a quelle romane e messapiche. Per questo stiamo incentivando il lavoro di ricerca e contestualmente realizzando contenitori Museali in grado di offrire a cittadini e turisti uno spaccato della nostra Cultura che va necessariamente valorizzato”. Foto: Gruppo speleologico neretino
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