Ambiente Cultura Nardò Portoselvaggio, si apre una finestra inedita sulla preistoria L’equipe del Museo della Preistoria di Nardò al lavoro sulle frequentazioni del Pleistocene. 12/09/2023 circa 1 minuto Riprendono le ricerche nel sito paleolitico di Grotta Serra Cicora A che segnano un nuovo step nel programma di lavoro del civico Museo della Preistoria di Nardò e contribuiscono alla salvaguardia del patrimonio. Il paesaggio del parco racconta la relazione plurimillenaria tra l’evoluzione dell’ambiente costiero e l’uomo.È segnato da fasi di organizzazione del territorio ascrivibili alle frequentazioni di Neandertal prima e, a partire da circa 45 mila anni fa, di Sapiens. Depositi e aree di interesse archeologico riferibili al Paleolitico si estendono quasi senza soluzione di continuità e sono cronologicamente seguiti dalle riorganizzazioni di età neolitica, protostorica e storica.Nonostante l’ampio arco cronologico, sono la frequenza e la rilevanza dei siti preistorici a identificare le componenti principali di un vero e proprio “Distretto della Preistoria” al cui interno le ricerche sono state avviate dal prof. Arturo Palma di Cesnola e dal prof. Edoardo Borzatti negli anni ‘60 del secolo scorso e proseguono tutt’ora. Grazie alla disponibilità di Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, il Comune di Nardò, attraverso il Museo della Preistoria, mira a ricostruire la genesi evolutiva del paesaggio stratificato della costa come bene primario della comunità attraverso un progetto organico che connette conoscenze scientifiche, di conservazione, di valorizzazione e di fruizione.Negli scorsi anni l’equipe del Museo, in un programma di analisi non invasive, ha avviato lo studio delle collezioni di manufatti e di fossili presenti in deposito con metodologie aggiornate e già in parte pubblicate. Inoltre, sono stati eseguiti rilievi 3D e fotogrammetrici di tre siti in grotta e di una torre costiera. Infine, è stato avviato uno studio petrografico interdisciplinare dei manufatti, che connette il Salento alla Puglia delle Murge e del Tavoliere, quello geo-sedimentologico delle sezioni stratigrafiche, prospezioni e raccolta bibliografica.Ciò ha contribuito a costruire una rete di relazioni e di collaborazioni scientifiche di alto profilo che permette la disponibilità di competenze scientifiche, attrezzature, laboratori e finanziamenti di progetti condivisi.La ripresa dei cantieri di scavo, insieme alla prosecuzione dello studio dei reperti e delle indagini non distruttive, apre dunque una nuova fase che mira a ricavare informazioni su scala territoriale sulle frequentazioni del Pleistocene superiore in Salento, e al contempo, sviluppare strategie di musealizazione dei siti.Alice Spagnolo
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