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Impianto trasformazione amianto, è scontro tra Comuni: la replica dei sindaci a Ciccarese

I sindaci dei Comuni di Lequile, Lizzanello, San Donato di Lecce e San Cesario replicano alle dichiarazioni di ieri del primo cittadino di Cavallino: “Ha già dato il suo assenso all&rsquo...

I sindaci dei Comuni di Lequile, Lizzanello, San Donato di Lecce e San Cesario replicano alle dichiarazioni di ieri del primo cittadino di Cavallino: “Ha già dato il suo assenso all’impianto con una semplice Scia”. E dopo Castrì incassano il sostegno di Vernole. Non si arresta la guerra tra sindaci sull’impianto sperimentale per la trasformazione dell’amianto, che dovrebbe sorgere a Cavallino. Dopo le parole del primo cittadino di Cavallino, Bruno Ciccarese Gorgoni, che ha stigmatizzato l’atteggiamento dei sindaci dei comuni limitrofi, sottolineando di non aver dato alcun assenso all’impianto ed accusandoli di “notizie diffamatorie” che hanno l’unico scopo di “creare nell’opinione pubblica allarmismi, paure e preoccupazioni”. Non tarda ad arrivare la replica dei sindaci dei comuni vicini (Fulvio Pedone di Lizzanello, Alessandro Quarta di San Donato, Fernando Coppola di san Cesario di Lecce e Vincenzo Carlà di Lequile) che già nei giorni scorsi avevano parlato di “emergenza ambientale”: “Ciccarese – scrivono - non è ben informato! Troviamo sorprendenti e provocatorie le dichiarazioni del collega primo cittadino di Cavallino. Contrariamente a quanto afferma il sindaco Bruno Ciccarese, il Comune di Cavallino ha già assentito l’impianto sperimentale per la trasformazione dell’amianto attraverso una semplice SCIA del 21.12.2018 senza esercitare alcun potere inibitorio, nonostante l’impianto fosse privo dell’autorizzazione unica ambientale prevista dal D.Lgs. 152/2006. Altro che con lui sindaco l’impianto non si farà. Forse non glielo hanno detto, ma l’impianto c’è già. È già stato realizzato”. “Non solo – proseguono -, il Comune di Cavallino non si è nemmeno degnato di rispondere alla conseguente istanza di verifica ex art. 19 co. 6-ter l. 241/1990 della legittimità dell’intervento ai fini dell’eventuale esercizio dei poteri di autotutela che noi - Comuni di Lequile, Lizzanello, San Cesario e San Donato - gli abbiamo inviato il 04.07.2019”. “Quello che denunciamo – precisano - è proprio questo atteggiamento, sordo alle legittime esigenze di partecipazione e condivisione delle comunità limitrofe, gravate da scelte ambientalmente pregiudizievoli operate dal Comune di Cavallino, il quale ha deciso non solo a danno del proprio territorio, ma nostro malgrado - stante la vicinanza - anche a danno delle nostre comunità. Oggi, per opera del Comune di Cavallino, dobbiamo fare i conti con due discariche di RSU, un impianto per il trattamento dei RSU, un impianto di CDR, ed ora anche con un impianto per il trattamento dell’amianto”. “Le nostre comunità da decenni – insistono - pagano il prezzo di scelte assunte in solitaria dal vicino comune: ciò che chiediamo alle istituzioni e agli enti preposti è che cessi questa modalità solipsistica di affrontare e gestire problemi che impattano sulla intera comunità salentina, a partire dalle popolazioni dei Comuni più vicini. Per questo la nostra azione proseguirà congiunta e determinata. Aderisce in sostegno al nostro progetto, dopo Andrea De Pascali sindaco di Castrì di Lecce, anche la vicina comunità di Vernole con Struda’, Acaya, Acquarica, Vanze, Pisignano e il sindaco Francesco Leo”.  

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