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Le nuove tecnologie svelano il 30% in più di tumori: la mammografia 3d vede tutto

Da quando è stata introdotta la nuova tecnologia per studiare il seno si possono vedere neoplasie quasi invisibili nella fase iniziale e asintomatica: la dottoressa Maria Luisa Calabrese ci spi...

Da quando è stata introdotta la nuova tecnologia per studiare il seno si possono vedere neoplasie quasi invisibili nella fase iniziale e asintomatica: la dottoressa Maria Luisa Calabrese ci spiega che anche nel suo Centro i dati della ricerca scientifica mondiale sono confermati. Oggi vi sveliamo anche quando è necessaria la tomosintesi (un approfondimento sui vari strati del seno): bisogna capire se siamo di fronte a un “seno trasparente” “oppure denso”.  Con la mammografia 3D e tomosintesi si può vedere quello che è molto complicato da scoprire con qualsiasi altra apparecchiatura. Pensate ai tumori di pochi millimetri. Oggi la tecnologia diagnostica per immagini ha fatto passi enormi, ma anche le competenze sono migliorate. Questo significa scoprire il tumore prima che dai millimetri passi ai centimetri, quindi intervenire per un’eliminazione molto meno invasiva. “A un anno dall’apertura di questo Centro ultraspecialistico abbiamo già una diagnostica che conferma i dati delle ultime ricerche scientifiche internazionali: abbiamo riscontrato il 30 per cento, forse anche il 40 per cento in più, dei tumori mammograficamente rilevabili, perché la metodica della tomosintesi (studio a strati della mammella) permette una precisa visualizzazione della componente ghiandolare”- ci spiega l’esperta la del Centro “Mammo Suite Sensation” di Maria Luisa e Ruggiero Calabrese. La radiologa ci fa vedere un addensamento ghiandolare asimmetrico emerso grazie alla tomosintesi: uno studio per strati della mammella. I margini irregolari emergono chiaramente grazie a questa tecnologia: si tratta di un passo avanti impensabile fino a pochi anni fa. “Alla mammografia bisogna affiancare sempre l’ecografia, necessaria e doverosa, per approfondire queste alterazioni. Una neoformazione solida, a margine irregolare e con processi infiltrativi merita più di un approfondimento: poi, la certezza data dall’ecografia dev’essere confermata dall’esame istologico. La tomografia fa scattare l’allarme che ci mette in salvo” - spiega la specialista del centro cavallinese.  GLI ADDENSAMENTI CHE LA POTENTE MAMMOGRAFIA 3 D METTE IN LUCE  Quasi ogni giorno vengono scoperti dei tumori nel solo centro cavallinese: alcuni sono benigni, in altri casi invece le pazienti si presentano con gravi addensamenti che raggiungono i 5 centimetri. La prevenzione (fatta con gli screening) è fondamentale, visto che il tumore spesso si presenta in maniera silente, asintomatica e subdola. La tomosintesi in 3 D permette di mettere in luce con chiarezza il processo infiltrativo del tumore, che la tecnologia 2 D non riusciva a far vedere in maniera chiara. In ogni caso l’ecografia è determinante per la conferma dei sospetti del radiologo. “Oggi abbiamo scoperto un altro ‘invisibile’ tumore maligno infiltrativo - spiega la dottoressa Calabrese - grazie alla tomosintesi, che è obbligatoria per alcuni tipi di seno. Solo la tomosintesi mette in luce i margini irregolari molto sospetti. È chiaro che fa la differenza anche l’occhio esperto e attento dello specialista. Bisogna saper leggere i dati forniti da queste straordinarie tecnologie: l’occhio del medico è insostituibile anche con macchine così importanti. Esiste un’apposita disciplina: la semeiotica che insegna a studiare i segni e sintomi clinici, quindi anche a leggere i dati che emergono attraverso le nuove tecnologie”.  SENO DENSO E SENO TRASPARENTE: QUANDO LA TOMOSINTESI È IMPRESCINDIBILE  La tomosintesi non è sempre necessaria: la paziente quando arriva nel centro viene esaminata e, sulla base della sua conformazione fisica, poi si sceglie come procedere. “La nuova tomosintesi non aggiunge radiazioni rispetto a quella tradizionale: non esiste una normativa in Italia sull’uso di questa tecnologia. In alcuni centri fanno in maniera indiscriminata la tomosintesi (cioè l’approfondimento per strati dello studio della mammella), anche quando non è necessario. Il seno con un contenuto adiposo in maggioranza (la parte ghiandolare non c’è più) in alcuni casi non ha bisogno di approfondimenti, perché è già un ‘seno trasparente’: le anomalie si riscontrano subito. In questo caso qualunque alterazione si svela senza tomosintesi. Diverso è il caso del seno ad alta densità, dove lo studio strato per strato della mammella diventa necessario: in questo caso le strutture ghiandolari ostacolano la vista di strutture piccole interne. È solo in questo caso che la tomosintesi diventa un approfondimento imprescindibile, per individuare alterazioni piccolissime”. La mammografia tomosintesi in 3D, oltre a chi ha un seno denso, deve essere eseguita a vantaggio delle donne già operate, per studiare bene la cicatrice chirurgica al di sotto della quale possono esserci alterazioni ben nascoste. L’effetto maschera viene superato grazie a questa salvifica tecnologia: anche se esaminare un seno denso è sempre difficile. “Siamo riusciti a trovare tumori di pochissimi millimetri: ultimamente di 5. In questo caso si interviene tranquillamente e la paziente è salva. Già con un tumore di un centimetro e mezzo la situazione si complica. È chiaro che è un tumore di pochi millimetri, con un seno denso, è più difficile da rilevare, ma la tomosintesi ci dà grandi possibilità”. La mammografia 3D con tomosintesi permette di evitare i richiami e che si fanno con tecnologie meno efficaci: tutto è già chiaro al primo esame.  QUANDO FARE QUESTO TIPO DI ESAME  Non tutti i periodi del mese sono buoni per fare la mammografia: “La mammografia deve essere eseguita dal primo giorno del ciclo fino al decimo. In pochi rispettano questa regola. La ragione è che tutta la parte radio - opaca è fortemente congesta in fase premestruale. Tutto diventa meno leggibile. Questo significa che è più difficile da vedere quella parte del seno e assorbe più radiazioni. Inoltre, durante la compressione della mammografia si può avere una sensazione di indolenzimento in fase premestruale. Ormai la nuova tecnologia non fa più male come un tempo in cui la compressione del seno era violenta: oggi, nella nostra ‘mammo suite sensation’ è come essere in un centro benessere. Tutte le operazioni sono delicate, le luci, l’atmosfera, la musica, i profumi e i dipinti aiutano a rilassarsi per svolgere l’esame in assoluta serenità. La compressione del seno è diventata ‘dolce’. La regola dei 10 giorni è importantissima perché la donna può essere incinta e non saperlo. È importante per tutte le donne saper approfittare di queste nuove tecnologie capaci di scoprire ‘tumori invisibili’ per le vecchie macchine. Lo screening con la tecnologia di ultima generazione salva la vita, perché si scopre l’anomalia prima che cresca e si alimenti nel nostro corpo”.   Gaetano Gorgoni

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