Società Lecce "Con i migranti per fermare la barbarie": a Lecce manifestazione antirazzista Sabato 27 ottobre corteo organizzato da Arci ed un'altra serie di associazioni: appuntamento ore 9.30 a Porta Napoli. Un corteo antirazzista per "difendere i diritti dei richiedenti asilo, con... 23/10/2018 a cura della redazione circa 4 minuti Sabato 27 ottobre corteo organizzato da Arci ed un'altra serie di associazioni: appuntamento ore 9.30 a Porta Napoli. Un corteo antirazzista per "difendere i diritti dei richiedenti asilo, contro chi li vuole trasformare in clandestini, contro chi vuole rendere impossibile ottenere la Protezione, contro chi li vuole chiudere nei grandi centri, senza diritti e senza servizi, per difendere le tante belle esperienze di accoglienza come Riace, contro chi promuove la detenzione illegittima di chi fugge da guerre, persecuzioni, torture, carestie". Sabato mattina, alle 9.30, a Lecce scenderanno in piazza le realtà antirazziste del territorio. Mentre i venti dell'intolleranza agitano il clima politico e sociale, si alza la voce di chi, invece, vuole riaffermare il diritto alla protezione umanitaria e alla lotta alle discriminazioni. Il corteo, allo slogan di "Proteggiamo la Protezione", è stato indetto da Arci nazionale, che in comunicato spiega: "In Italia e in Europa risuonano forti campanelli di allarme. I princìpi di civiltà e di convivenza democratica sono tornati a essere bersagli di chi vuole dividere, reprimere, escludere, cacciare. Razzismo e xenofobia vengono ogni giorno instillati tra gli italiani del Nord e del Sud, e si diffondono nelle città e nelle periferie sociali. Ma se prima si trattava soltanto di segnali universalmente considerati negativi, adesso i sintomi sono rappresentativi di un’involuzione profonda. E fanno paura". "A fronte di un cambiamento così preoccupante" continuano, "è necessario intensificare ed estendere la risposta di popolo contro le violenze, i soprusi, le prepotenze che scendono dall’alto come una nera cappa che copre il nostro Paese. Una risposta in nome dei diritti, del rispetto, del senso di umanità che non possiamo e non dobbiamo smarrire. I primi segnali di un’alternativa sono arrivati con la reazione all’attacco a Riace e al suo sindaco Mimmo Lucano e con la straordinaria sottoscrizione per permettere l’accesso alla mensa e ai servizi di trasporto, ai bambini figli di cittadini stranieri, negati da un’ordinanza dalla Sindaca di Lodi. Così come con la grande risposta delle magliette rosse, con la manifestazione a Catania per pretendere lo sbarco e il soccorso dalla nave Diciotti, con la straordinaria partecipazione alla marcia della pace Perugia-Assisi e il grande consenso che sta raccogliendo il progetto Mediterranea. Da più parti viene la richiesta di una battaglia di civiltà, in difesa della democrazia costituzionale. E contro le diseguaglianze, contro le povertà, sociali e culturali che i ministri dell’odio manipolano, strumentalizzando il disagio e la sofferenza che coinvolgono milioni di italiani, per rivolgere la rabbia nei confronti delle persone più deboli dei nostri tempi: i migranti. A questa gente, a milioni di donne, uomini, bambini viene negato qualsiasi diritto. È un’umanità che fugge da fame, povertà, guerre, terrore. Di questo immenso popolo, una piccola parte vorrebbe venire in Italia, anche solo per attraversarla. Lo vorrebbe fare rivolgendosi agli Stati, legalmente e senza rischiare la vita. Ma leggi e politiche sempre più proibizioniste e liberticide producono morte e sofferenza e alimentano la criminalità e le mafie". "In Italia soffia un vento furioso di propaganda e, peggio, di violenza. Il limite della intolleranza si traduce in forme di aggressione e regressione sempre più gravi. I migranti diventano ostaggi, nemici, gente pericolosa. Insultati, picchiati, feriti da armi da fuoco, concentrati in centri invivibili. Adulti, minori, donne sole, bambini trovano in Italia un’ostilità crescente. E come se non bastassero il blocco delle navi e il boicottaggio delle Ong, il governo approva un decreto che, se accolto dal Parlamento, metterebbe ancora più a rischio la loro vita. Un Decreto che punta a demolire il diritto d’asilo, a consegnare ai privati l’accoglienza puntando sui grandi centri che alimentano corruzione e razzismo, scaricando sui territori costi, disagio e tensione sociale. Eppure nonostante le difficoltà politiche, nonostante i dubbi, nonostante le divisioni, tanti italiani sono disposti a fare argine al drammatico dilagare di comportamenti “cattivi”, che non avevamo ancora mai visto prima verso i più indifesi. Ma c’è di peggio, perché chi perseguita i deboli non se ne vergogna. Ostentando e stimolando odio. A questa vasta area democratica, religiosa e laica, spetta il compito di tenere alta la bandiera della civiltà, della pace, della convivenza tra diversi, della democrazia. La chiesa di Papa Francesco interpreta con lucidità i tempi presenti. Il mondo cattolico, con le sue strutture e i suoi giornali, insieme alle tante associazioni sono già impegnati in aiuto dei migranti e in prima fila contro razzismo e xenofobia. Altrettanto il mondo laico: donne, uomini, giovani e meno giovani, compagne e compagni, preoccupati e convinti della necessità di dare un’ampia e forte risposta alla crescente barbarie. È il tempo di compiere un primo, grande, passo. Tutti insieme. E possiamo farlo manifestando ?il 27 ottobre 2018?, non in una ma dieci, cento città". Sabato 27 ottobre ore 9,30, porta Napoli. "Con 10-100-1000 ombrelli colorati, attraversiamo la città". Per adesioni: conimigranticontrolebarbarie@gmail.com
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