Cronaca 

Caso Ilva, Vendola rinviato a giudizio per concussione aggravata

Sono 44 le persone fisiche e tre società accusate dal gup tarantino Vilma Gilli. L’ex governatore di Puglia, Nichi Vendola sarà processato per il caso Ilva. Lo ha deciso il gup ...

Sono 44 le persone fisiche e tre società accusate dal gup tarantino Vilma Gilli. L’ex governatore di Puglia, Nichi Vendola sarà processato per il caso Ilva. Lo ha deciso il gup tarantino Vilma Gilli che ha rinviato a giudizio 44 persone e tre società Ilva Spa, Riva Fire e Riva Forni Elettrici per l’inchiesta sul presunto disastro ambientale causato dall’opificio. L’accusa per Vendola è di concussione aggravata per le presunte pressioni esercitate su Giorgio Assennato, il direttore dell’Arpa Puglia per accomodare la posizione dell’Ilva sulle emissioni inquinanti. Vendola avrebbe minacciato Assennato di non riconfermarlo. Così facendo l’azienda avrebbe potuto continuare a restare in attività nonostante i valori oltre il limite rilevati durante i controlli. I fatti sarebbero inquadrati dal giugno 2010 al marzo 2011. A giudizio anche la famiglia Riva e Girolamo Archinà. Responsabile ai rapporti istituzionali dell'Ilva. Sarei insincero se dicessi, come si usa fare in queste circostanze, che sono sereno. “Sento -ha dichiarato Vendola- come insopportabile la ferita che mi viene inferta da un’accusa che cancella la verità storica dei fatti: quella verità è scritta in migliaia di atti, di documenti, di fatti. Io ho rappresentato la prima e l’unica classe dirigente che ha sfidato l’onnipotenza dell’Ilva e che ha prodotto leggi regionali all’avanguardia per il contrasto dell’inquinamento ambientale a Taranto. Io ho rappresentato, in un territorio colonizzato dai Riva, la politica che non ha preso soldi e non si è piegata. Io ho rappresentato la prima e unica istituzione che ha posto sotto monitoraggio i camini del grande siderurgico e che, con la produzione dei dati dell’inquinamento, ha consentito alla magistratura di procedere nei confronti dell’Ilva: la quale ha inquinato anche nei cinquant’anni precedenti al mio governo, senza che alcuna autorità se ne occupasse. L’unica mia colpa è di aver cercato di costruire un doveroso equilibrio tra diritto alla salute e diritto al lavoro, ma non credo che questo sia un reato. Mi aspettavo che l’inconsistenza del teorema accusatorio producesse il mio proscioglimento già a conclusione dell’udienza preliminare. Per chi come me crede nei valori della giustizia e della legalità oggi è un giorno di delusione e di amarezza. Ma vado a processo con la coscienza pulita di chi sa di aver sempre operato per il bene comune. Come sempre mi difenderò nel processo e non dal processo”.

Potrebbeinteressarti