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«Bloccato da una vigilessa mentre andavo in clinica per un’urgenza»: l’amaro sfogo di un medico

L’anestesista in servizio presso una clinica leccese era stato bloccato nel corso di un infarto di un paziente da una vigilessa troppo “zelante”. Nella mattinata le scuse delle istituzioni

È stato bloccato da una vigilessa, durante i controlli per le misure anti-contagio, mentre si recava in clinica per un infarto in corso ad un paziente: è amaro lo sfogo di un dottore, di professione anestesista rianimatore presso una clinica leccese, che affida ai social il racconto della sua disavventura, avvenuta nel giorno di Pasqua.

La sua presenza in quel momento, nella sala operatoria, era indispensabile, eppure l’eccesso di rigore usato dall’operatrice, nell’occasione, è apparso troppo fiscale, nella contingenza della situazione: «È domenica di Pasqua 2020, una Pasqua strana. Dopo aver passato la notte tra sabato e domenica in sala operatoria per un urgenza, cerco di riposare un po’ e spegnere il cervello, alle 20 inizierò il turno di notte. Alle 19, un’ora prima dell’inizio del mio turno, vengo chiamato per un urgenza. Mi vesto in fretta e corro in clinica cercando di minimizzare i tempi per minimizzare i rischi del paziente che sta arrivando con il 118 presso la struttura dove svolgo il mio lavoro di Anestesista Rianimatore».

«All’altezza del Bar Stop – racconta - verso le 19,15 vedo una pattuglia della Polizia Locale, un uomo ed una donna. Mi fermano, giustamente, stanno svolgendo il loro lavoro. Mi chiedono i documenti e dove stessi andando. Gli spiego che sono un medico, che sono stato chiamato in urgenza e comunque gli mostro sia il tesserino medico che la patente. L’uomo dice alla collega “facciamolo andare il dottore”, la collega molto stizzita guarda i miei documenti e mi dice “anche il giorno di Pasqua fate urgenze?”. Io incredulo, con un miscuglio di emozioni che mi assalgono, mi calmo e rispondo “Sai, purtroppo le persone si sentono male anche a Pasqua e per questo vado di fretta”. “e che cosa avrebbe questa persona?” ribadisce; io che cerco di mantenere la calma, respiro, non so se è giusto rispondere, ma per quieto vivere lo faccio (forse ingenuamente) “un infarto e non posso permettermi di perdere tempo”. Lei non contenta con faccia sospettosa mi dice “ma scusami, a cosa serve l’anestesista rianimatore per un infarto?”».

«A quel punto – aggiunge - penso di essere su scherzi a parte, ma vedo che lei non scherza affatto. Il vigile uomo imbarazzato dalle domande della collega, ribadisce “Facciamolo andare il dottore” ma lei, la vigilessa continua il suo show trattenendo i miei documenti, e facendomi perdere 10-15 minuti inutilmente. A quel punto perdo la pazienza le dico in maniera ferma “sono stanco, ridammi i documenti e sei vuoi farmi la multa fai pure, le mie generalità le hai, io devo andarmene” metto in moto e vado via. Arrivo giusto in tempo per ricevere e trattare il paziente che per fortuna va bene, ma se avessi continuato il tira e molla messo su dalla vigilessa forse qualcosa sarebbe cambiato».

Il dottore si chiede nel suo post «perché le frustrazioni personali devono mettere i bastoni tra le ruote anche a chi cerca di fare il proprio dovere in un periodo del genere?», ribadendo anche di essere stato fermato diverse volte, mentre si recava a lavoro dalle forze dell’ordine e di aver sempre trovato grande comprensione.

Dal Comune di Lecce, sia attraverso il sindaco Carlo Salvemini, nella consueta diretta online, sia attraverso l’assessorato competente e il comandante dei vigili urbani sono arrivate le scuse al medico per lo spiacevole accaduto: si cercherà di verificare e ricostruire precisamente l’accaduto nelle prossime ore.

 

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