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Disturbi da movida: a locali chiusi, deve vigilare e pagare il Comune

Depositata ieri una sentenza di Cassazione che mette un punto fermo sulle responsabilità quando i locali sono chiusi e i disturbi continuano a turbare la tranquillità dei residenti.

Con l'arrivo della bella stagione si intensificano i disturbi  per le persone che abitano in zone - in genere nei centro città - sotto le cui finestre si attardano persone che fanno rumori molesti, i cosiddetti movidaioli. Lo afferma in una nota l'ADUC, l'Associazione Diritti Utenti e Consumatori.

Nel contempo, comincia il rimpallo di responsabilità tra amministrazioni comunali e locali che attraggono questi movidaioli su chi deve vigilare e di chi sia la responsabilità, con i Comuni che cercano il più possibile di scaricare queste incombenze sui gestori dei locali che, talvolta, si vedono costretti ad impiegare vigilanti privati.

E’ stata depositata ieri, 23 maggio, una sentenza di Cassazione che mette un punto fermo sulle responsabilità quando i locali sono chiusi e i disturbi continuano a turbare la tranquillità dei residenti.

I Comuni devono garantire la tranquillità dei residenti - Per la Cassazione  i Comuni devono osservare le regole tecniche o i canoni di diligenza e prudenza nella gestione dei propri beni e, quindi, applicare il fondamentale principio in base al quale tutti sono tenuti al dovere di non ledere l'altrui sfera giuridica, riportando i rumori fastidiosi al di sotto della soglia di tollerabilità, potendo anche essere chiamati in causa per i risarcimenti dei danni arrecati.

Come ricorda ancora Aduc, ora sappiamo meglio a chi e come rivolgerci per cercare di non continuare a sopportare notti insonni.


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