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In estate e autunno si perdono più capelli: lo stress favorisce. Quando ricorrere al trapianto

Uno studio del British Journal of Dermatology dimostra che perdiamo più capelli nel periodo autunnale, ma è il periodo estivo il grande imputato

Uno studio del British Journal of Dermatology dimostra che perdiamo più capelli nel periodo autunnale, ma è il periodo estivo il grande imputato. La risposta dei dermatologi è chiara: l’esposizione estiva al sole crea un’infiammazione del cuoio capelluto che favorisce la caduta nelle settimane successive. Ci sono altri fattori che stimolano la caduta dei capelli: essere sotto pressione e sotto stress. Milioni di persone ricorrono al trapianto: il numero è crescente, ma è meglio non farlo con leggerezza: prima di scegliere questa strada è necessario valutare il numero delle aree donatrici dalle quali asportare i follicoli. Il trapianto in soggetti giovani non è sempre la migliore soluzione. 


La caduta dei capelli è un’ossessione, soprattutto per gli uomini e per chi ha dei genitori con questi problemi, quindi una “genetica” che non aiuta. L’alopecia è una delle cause più comuni della caduta dei capelli, che riguarda soprattutto gli uomini nell’80% dei casi e che è dovuta a cause genetiche e ormonali. In questo caso i capelli diventano sempre più sottili e fragili: si verifica un aumento dei livelli di androgeni, che hanno un’azione negativa sui follicoli piliferi. A scatenare una rilevante caduta dei capelli possono essere anche interventi chirurgici, stress, parto, chemioterapia, radiazioni, infezioni, malattie autoimmuni, problemi tiroidei, diete, carenza di ferro, esposizione ai raggi ultravioletti: in questi casi il diradamento è evidente in poco tempo. Ci sono due fasi che riguardano i capelli: la fase telogen (In questa fase il capello è ancora in sede nel follicolo ma le sue attività vitali sono praticamente concluse e a breve cadrà) e la fase anagen, che quella in cui capelli crescono e si allungano di circa un millimetro ogni tre giorni. Secondo molti dermatologi, lo stress causato dalla pandemia potrebbe influire molto negativamente sulla salute dei nostri capelli. Esiste, infatti, una forma di caduta dei capelli proprio dovuta ai momenti di enorme pressione psicologica. 

DIAGNOSI SENZA CONTARE I CAPELLI CHE RESTANO SUL PETTINE 

Per capire se siamo destinati a perdere i capelli a breve non dobbiamo certo fissarci su quelli che restano sul pettine quotidianamente, ma abbiamo bisogno di una più chiara indagine. Uno dei test molto semplici e quello di fare lo shampoo per tre giorni consecutivi dal primo di ogni mese, così eliminando i capelli che cadrebbero naturalmente, e il quarto giorno si pettina per un minuto contando quelli che restano sul pettine. Questo è uno dei modi in cui si può stimare se e come cambia la caduta da un mese all’altro. Esiste un normale ricambio dei capelli: gli esperti ci informano che ne perdiamo almeno 50 o 60 al giorno senza neanche accorgercene. E chiaro che se iniziamo a intravedere il cuoio capelluto dobbiamo rivolgerci a un dermatologo specializzato o a un tricologo. È importante capire le cause della caduta dei capelli per fare una corretta diagnosi. Bisogna analizzare il cuoio capelluto con tutta una serie di test: potrebbe servire anche biopsia del capello e nelle donne esami del sangue per capire se ci sono carenze di vitamine (B 12 e D) o alterazioni ormonali. Alopecia o Telogen effluvium sono le principali cause che scatenano la caduta rapida dei capelli. Quindi, la soluzione non è sempre il trapianto: bisogna capire le cause, perché in alcuni casi possono essere molto utili i farmaci topici a base di minoxidil, una medicina capace di prolungare il ciclo di vita del capello. Ma esistono tutta una serie di altri farmaci che possono bloccare, a seconda del tipo di problema, la caduta. In campo tricologico la medicina ha fatto passi da gigante e si utilizza persino il laser per risolvere tutta una serie di problemi. Ci sono persino le terapie iniettive con le cellule staminali da tessuto adiposo, da sole o con le cellule adipose stesse in caso ci sia necessità di ricreare un cuoio capelluto normale. Anche in questo caso, utilizzando queste terapie che comunque sono costose, il risultato varia da paziente a paziente. 

IL TRAPIANTO 

Il trapianto ha avuto grande successo in questi anni tra la popolazione maschile: i primi a praticarlo sono stati personaggi famosi dello spettacolo, dello sport e della politica. Del resto, i capelli cambiano la nostra fisionomia. Il metodo più diffuso per quanto riguarda i trapianti è quello che consiste nel trasferire i follicoli dalle zone in cui si trovano quelli più resistenti all’azione degli androgeni (soprattutto dalla nuca) per trasferirli dove c’è il diradamento.

I follicoli vengono raccolti uno alla volta per evitare cambiamenti nella zona dell’espianto, poi vengono selezionati, conservati in modo che non abbiano problemi e reimpiantati in maniera puntuale sul cuoio capelluto in modo da rendere il risultato naturale e favorire anche l’attecchimento del follicolo. Nel giro di un paio di mesi i nuovi capelli cadono, però i follicoli ricominceranno presto a produrre nuovi capelli con la ricrescita graduale, che in media comincia a 3 - 4 mesi dopo l’intervento. I nuovi capelli saranno più forti, ma il trapianto non è sempre la scelta migliore perché i capelli non sono infiniti e non possono essere traslocati a piacimento. Bisogna valutare il numero delle aree donatrici ricordando che si può prendere da queste zone solo il 15 o 20%. Poi conta anche l’età, perché le calvizie spesso non sono stabili e c’è il rischio di iniziare una catena di interventi che poi lasciano insoddisfatti dei risultati. È un errore fare il trapianto quando si è troppo giovani, alla prima stempiatura. In questi ultimi casi è meglio puntare su altri prodotti. Il capello si difende con pazienza, stile di vita corretto e con l’uso di prodotti sicuri.

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