Salute Sette Il ruolo protettivo del microbiota intestinale dei bambini contro il covid-19: la scoperta del Bambin Gesù Uno studio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù caratterizza per la prima volta il profilo microbico che sembra tutelare i più piccoli dalle forme gravi della malattia. I risultati della ricerca pubblicati su “Frontiers in Cellular and Infection Microbiology”. 21/07/2022 circa 2 minuti Uno studio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù caratterizza per la prima volta il profilo microbico che sembra tutelare i più piccoli dalle forme gravi della malattia. I risultati della ricerca pubblicati su “Frontiers in Cellular and Infection Microbiology”. Caratterizzato per la prima volta il profilo del microbiota intestinale dei bambini affetti da COVID-19 che, grazie a particolari proprietà antinfiammatorie, sembra proteggerli dalle forme gravi della malattia. L’identikit arriva dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù che hanno condotto uno studio – il primo a livello internazionale – dedicato al rapporto tra il microbiota e l’infezione da SARS-CoV-2 in età pediatrica. La ricerca, appena pubblicata sulla rivista scientifica Frontiers in Cellular and Infection Microbiology, suggerisce possibili interventi terapeutici sul microbiota per contribuire al controllo della malattia. LO STUDIO DEL BAMBINO GESU’ Lo studio sulla composizione e sulla funzione del microbiota intestinale nei pazienti pediatrici con COVID-19 è stato condotto dall’Unità di Ricerca del Microbioma Umano, diretta dalla prof.ssa Lorenza Putignani, nell’ambito del progetto “CACTUS - Immunological studies in children affected by COVID and acute diseases” coordinato dal prof. Paolo Palma. L’indagine si è avvalsa della collaborazione clinica degli specialisti di vari Dipartimenti dell’Ospedale. Nella ricerca sono stati inclusi 88 pazienti con sintomi di sospetta infezione da SARS-CoV-2, ricoverati tra marzo e settembre 2020 nel Centro COVID di Palidoro e nella sede del Gianicolo del Bambino Gesù. Sulla base del risultato del tampone naso-faringeo, sono stati suddivisi in 2 gruppi: pazienti con COVID-19 (tampone positivo) e pazienti affetti da altra infezione (tampone negativo). I campioni di feci prelevati da ciascun partecipante sono stati analizzati con tecniche di metagenomica (sequenziamento del DNA di tutta la comunità microbica intestinale) che hanno consentito ai ricercatori di definire la composizione del microbiota. I dati dei due gruppi sono stati poi confrontati tra loro e con quelli di un gruppo di controllo di bambini sani. Inoltre, per il gruppo con COVID-19 è stato eseguito anche lo studio della funzione del microbiota. I RISULTATI Dalla ricerca è emerso che, al pari dell’età adulta, il microbiota intestinale dei bambini con COVID-19 è alterato e scarsamente diversificato rispetto a quello dei pazienti con altre infezioni o dei bambini sani. Nello specifico, è risultato ricco di batteri con azione prevalentemente pro-infiammatoria (Bacteroidetes e Fusobacteria) e povero di alcuni microrganismi “buoni” (Actinobacteria, Verrucomicrobia, Akkermansia, Blautia, Ruminococcus) che favoriscono il mantenimento dell’equilibrio intestinale (omeostasi). Tuttavia, sempre rispetto al gruppo dei sani o con altre infezioni, nei bambini con COVID-19 è stato rilevato anche un aumento significativo del Faecalibacterium, un batterio noto per le sue proprietà benefiche e anti-infiammatorie che sostiene il sistema immunitario nella difesa dell’organismo. Nei pazienti adulti con la forma più grave di COVID-19 l’assenza di tale batterio è descritta proprio come indice di gravità. Inoltre, dallo studio funzionale del microbiota del gruppo COVID è emerso l’aumento di alcuni processi del metabolismo microbico che pure supportano indirettamente un’adeguata risposta immunologica. MICROBIOTA INTESTINALE E PROTEZIONE DA COVID-19 Nell’insieme, i dati raccolti dai ricercatori del Bambino Gesù evidenziano un potenziale collegamento tra la funzione del microbiota intestinale e il decorso clinico del COVID-19 in età pediatrica. Le analisi del gruppo di ricerca supportano l'ipotesi che - rispetto agli adulti - il microbiota dei bambini, con le sue proprietà antinfiammatorie, contribuisca a ridurre la gravità dell’infezione. Lo studio apre all’ipotesi di interventi terapeutici sul microbiota per contribuire a controllare l'evoluzione di malattie importanti, incluso il COVID-19. Gaetano Gorgoni
Salute Sette Le nuove tecniche per rifare glutei e seno, diffidare del low cost e degli improvvisati 30/05/2023 Intervista al dottor Matteo D’Ambrosio, un luminare della Chirurgia plastica.
Salute Sette Una foto al pannolino per lo screening delle colestasi: il Bambin Gesù lancia la “PopòApp 29/05/2023 Intelligenza artificiale e test del colore delle feci per intercettare i problemi al fegato dei neonati fin dai primi giorni di vita. È stata sviluppata in collaborazione con ANIBEC. Precisione dei risultati vicina al 100%.
Salute Sette Gli effetti della pandemia sui minori: troppe ore davanti agli schemi, aumento dei disturbi del sonno. Lo studio del Bambin Gesù 22/05/2023 Coinvolto 1 bambino su 3. Studio del Bambino Gesù con La Sapienza e Tor Vergata pubblicato su Sleep Medicine.
Salute Sette L’urologo non è solo il medico degli uomini. Tumori e patologie dell’apparato urinario: controlli dai 45 anni, 40 se c’è familiarità. “Il sesso è la palestra della prostata” 18/05/2023 Aumentati i casi oncologici a causa del rallentamento della prevenzione negli ultimi due anni di pandemia. I consigli dell’esperto, l’urologo salentino professor Francesco Greco.
Salute Sette RedFitSpace, la rivoluzione della crioterapia sistemica che cura gli acciacchi, rigenera il corpo e migliora le prestazioni 01/05/2023 A Lecce un centro unico in Puglia che, grazie all’estetica avanzata e all’altissima tecnologia, consente una rigenerazione totale del corpo e della mente.
Salute Sette Tumori solidi: dal Bambino Gesù la prima terapia on cellule CAR T efficace nella cura del neuroblastoma 07/04/2023 Sul New England Journal of Medicine i risultati della sperimentazione tutta sviluppata in Italia. Locatelli: «È la prima volta che uno studio sull’uso delle CAR T contro i tumori solidi raggiunge risultati così incoraggianti».