Cronaca Nardò 

Addio ad Alfredo Strafella, fondatore di Lido La Pineta

Sulla soglia dei 100 anni si è spento il pioniere del turismo nel Salento e in Italia.

Sulla soglia dei 100 anni e lucidissimo fino alla fine, è morto il fondatore di Lido La Pineta di Torre Lapillo, Alfredo Strafella. Con lui se ne va un pezzo di storia del turismo nel Salento e in Italia: da giovanissimo aveva infatti partecipato al movimento di occupazione delle Terre d’Arneo, patendo il freddo e la fame, ma tenendo duro perché aveva intuito lo sviluppo economico e turistico che quelle terre potevano offrire a tutto il territorio del Salento. Oggi Lido La Pineta, che lui ha fondato, è una delle realtà imprenditoriali più all’avanguardia e meglio organizzate del Salento e a guidarlo è la terza generazione: i nipoti Marta e il marito Leo, Tiziana, Andrea e la moglie Ilaria che hanno preso il testimone dai genitori: la figlia di Alfredo, Annarita e il  marito, Cosimo Lupo.

La video-intervista di Alfredo Strafella, rilasciata in giugno, alla direttrice della rivista Spiagge, Carmen Mancarella, diventa così un prezioso documento storico che rievoca i passi salienti di quel movimento, datato 1949: l’occupazione delle Terre d’Arneo da parte dei contadini. Alfredo Strafella, che durante la seconda guerra mondiale, ha partecipato anche alla Liberazione, ha detto, rievocando quei giorni: “Pensavo all’avvenire, pensavo al futuro. In quei mesi, mentre soffrivamo fame e freddo, nessuno immaginava che qui sarebbe sorto un paese”.

Ed ecco il testo integrale dell’intervista, che è visibile anche su you tube Canale Carmen Mancarella: ''Nel 1949 io e tanti altri contadini come me occupammo queste terre che erano boschi. Passammo Natale e Capodanno al freddo, sotto l’acqua con pochissimo cibo. Era tutto pieno di carabinieri che ci volevano arrestare. Dopo due mesi di occupazione i Tamborino di Maglie, d’accordo con il prefetto, decisero di darci le terre e piano piano, ho realizzato tutto questo che c’è oggi''.

Come le venne l’idea di fare un lido attrezzato per i bagnanti?
''Mentre tanti miei compaesani vendevano tutta la costa, io invece pensavo all’avvenire per i miei figli e così ho realizzato prima un parcheggio, poi piano, piano, piano, piano… mi hanno l’autorizzazione a fare le cabine, poi a  mettere gli ombrelloni…''

Ora può dirsi veramente soddisfatto.
''Sì, qui è risorto un paese''.

Cose che lei non poteva immaginare quando stava al freddo e non aveva nulla da mangiare. Ci racconta un po’ la sua vita?
''A 19 anni sono partito per la Guerra. Ho fatto tre anni di guerra di cui due di Liberazione con la Divisione Friuli. Nel 46 fui congedato''.

Quando lei ritornò nel Salento, faceva il contadino a Salice Salentino, magari coltivava la vigna visto che Salice è terra di Primitivo…
''Sono di Copertino. Iniziai lì a fare il contadino. Poi nel ’49 ci sono state le occupazioni delle Terre d’Arneo''.

Non appena divenne proprietario della terra che aveva occupato, iniziò a coltivarla?

''Ho iniziato a coltivarla, ma non si produceva niente. Poi intorno iniziarono a costruire qualche casa. Allora mi venne l’idea di creare un parcheggio''.

Grazie ai suoi sacrifici oggi figli e nipoti lavorano a Lido La Pineta che è giunto alla terza generazione. Certo, non è stato sempre facile. I sacrifici sono stati tanti vero?
''Molti cesarini si sono trovati pentiti di aver venduto queste terre e di non aver realizzato qualche attività nel turismo. Tantissime volte venivano persone a chiedermi di vendere tutto''.

Ma lei ha tenuto duro e oggi può ritenersi soddisfatto.
''Quando ho iniziato a vedere che era risorto un paese, capì che avevo avuto l’intuizione giusta. Tanti anni fa con l’architetto Polimeno facemmo, persino, un progetto per realizzare un albergo, che venne approvato. Ma non lo attuammo perché c’erano tanti ostacoli. Oggi sono felice di aver guardato sempre avanti. Il mio pensiero era sempre avanti per garantire un futuro migliore alla mia famiglia''.

Oggi Lido La Pineta, grazie all’intuizione di Alfredo Strafella, è uno dei più belli e meglio organizzati del Salento e con i nipoti Marta, Leo, Tiziana, Andrea e Ilaria è giunto alla terza generazione.


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