Cronaca Economia e lavoro Società Lecce Back in town, presentato a Lecce un progetto europeo sui NEET Cgil Lecce capofila di un partenariato istituzionale che coinvolge 28 soggetti. Partner da Italia, Grecia, Polonia, Slovenia e Spagna a Palazzo Carafa. 16/12/2023 circa 6 minuti Aumentare le opportunità occupazionali di qualità. Investire sul contrasto alla povertà educativa. Promuovere la cittadinanza. Sono alcune delle priorità sulle quali lavorerà nei prossimi due anni il partenariato coinvolto nel progetto europeo Back in town, di cui è capofila la Cgil Lecce. Ieri il progetto (che è finanziato dalla Direzione Generale “Occupazione e Affari Sociali” della Commissione europea (programma di sostegno al dialogo sociale) è stato presentato a Lecce, nell’Open Space del Comune di Lecce, alla presenza del sindaco Carlo Salvemini e della segretaria confederale nazionale della Cgil, Lara Ghiglione, e della segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci.L’obiettivo. Il progetto intende rafforzare la capacità degli attori delle relazioni industriali e del dialogo sociale di mettere in atto politiche orientate ai giovani a livello urbano. In particolare nelle città medio-piccole che sorgono sui territori più fragili, quelli che vivono l’inverno demografico dovuto all’emigrazione degli under 35 verso grandi centri abitati e che perciò hanno maggior bisogno di trattenere (o comunque di far rientrare a casa) e poi di includere i giovani.Le attività prevedono la conduzione di ricerche desk e sul campo, la messa a punto di strumenti pratici, l’organizzazione di pratiche partecipative per coinvolgere i giovani e la progettazione e realizzazione di formazione per rafforzare e coordinare le pratiche di contrattazione territoriale a livello aziendale, settoriale ed istituzionale utili alla creazione di città a misura di giovane.“Non possiamo più aspettare, le città del futuro devono essere a misura di giovane. soprattutto nelle regioni fragili, come la nostra”, ha detto la segretaria generale della Cgil Lecce, Valentina Fragassi. “Le città coinvolte nel progetto saranno veri e propri laboratori sociali per elaborare strategie utili a limitare l’emigrazione giovanile e l’inverno demografico che viviamo nei nostri territori. Cercheremo di farlo ridando protagonismo ai giovani, affinché si riapproprino degli spazi pubblici per trasformarli in incubatori di idee ed inclusione sociale, attraverso la contrattazione sociale e sindacale”.La segretaria confederale nazione, Lara Ghiglione, pone l’attenzione sul tema della migrazione di giovani italiani all’estero e di giovani meridionali verso le grandi città del Nord: “La fuga delle giovani intelligenze è una delle sconfitte più brucianti per il nostro Paese, perché perde l’unica vera opportunità per cambiare la propria cultura. Bisogna porsi il tema di come contrastiamo le disuguaglianze, la marginalizzazione di alcune fasce di popolazione, la transizione ambientale. Stiamo perdendo la possibilità di cambiare in meglio. In dieci anni abbiamo perso 400mila giovani partiti verso l’estero, ma non riusciamo ad avere uno scambio perché non siamo attrattivi per le giovani intelligenze straniere. La realtà è che da noi mancano le opportunità di ottenere un lavoro di qualità e di avere possibilità concrete per programmarsi una vita, dall’accesso alla casa all’accesso al credito. In questo contesto la fuga dalle regioni del Sud è ancora più forte. Che cosa fare? Dare opportunità ai nostri giovani e a chi desidera entrare nel nostro paese, investire nel Mezzogiorno contrastando l’autonomia differenziata, ma soprattutto creare posti di lavoro che garantiscano diritti a tutti, eliminare il precariato”.Diritti di cittadinanza. Il sindaco Salvemini ha salutato con favore l’iniziativa: “Compito dei sindaci è fare di tutto affinché nelle proprie città siano riconosciuti i diritti di cittadinanza. Lavoro e casa sono i criteri che meglio definiscono il profilo della cittadinanza. Il Comune di Lecce in questi anni ha investito molto nel diritto all'abitare, incrementando, insieme a Università e Adisu, le residenze universitarie, ampliando la platea di persone che possono accedere agli alloggi di edilizia popolare con la realizzazione di nuovi alloggi, investendo nei progetti di housing sociale per coprire quella fascia grigia rappresentata da chi ha un reddito superiore al limite per accedere all'Erp ma non sufficiente per accendere un mutuo. Cerco come tutti i sindaci di rendere la mia città un posto bello in cui vivere, un luogo in cui ridurre il divario tra la cosiddetta ‘città dei ricchi” e la ‘città dei poveri’. Per questo seguirò con interesse il percorso biennale di questo progetto, che sono convinto possa aumentare il set degli strumenti utili a raggiungere l’obiettivo”. Gigia Bucci ha sottolineato come le città stiano diventando “sempre meno accoglienti verso i giovani, che da mesi protestano per strada, dormendo in tende, per rivendicare la garanzia del diritto allo studio, alla casa ed al lavoro. Una tendenza alla marginalizzazione che va invertita, provando ad integrare ii giovani nel tessuto sociale, facendoli diventare protagonisti delle scelte del loro essere cittadini. Soprattutto tenendo conto che 20mila giovani ogni anno lasciano la Puglia, che 1 su 4 non studia e non lavora. Servono politiche nazionali che rafforzino enti e istituzioni territoriali, lasciati sempre più soli e con meno risorse, visto che Governo sceglie di percorrere la strada opposta, allontanando giovani e competenze dai territori, soprattutto al Sud, tagliando i fondi del Pnrr già stanziati sui progetti, riducendo sempre più le misure di welfare e il Reddito di Cittadinanza. Questo progetto è importante perché rimette al centro la contrattazione sociale e territoriale per ripopolare le nostre città”.La giornata. L’evento di lancio del progetto è stato caratterizzato dall’introduzione di Stefania Radici, coordinatrice del progetto, e dalle riflessioni suddivise in due tavole rotonde dei vari partner europei provenienti da varie regioni italiane e da Grecia, Polonia, Slovenia e Spagna. Nel primo panel si è discusso di “Coesione ed inclusione: il peso dei divari sui giovani”, durante il quale Anna Teselli (Cgil nazionale) ha fornito dati allarmanti sulla composizione dei Neet (gli under 34 che non studiano, non lavorano e non ricercano lavoro): I dati Istat relativi al 2022 fotografano un’incidenza dei Neet sulla popolazione giovanile molto forte nelle regioni meridionali: 36,4% in Sicilia, 32% in Calabria, 29,1% in Puglia, 33,4% in Campania. La maggior parte dei Neet rientra tra gli inattivi ed ha un livello di istruzione medio-basso collegato spesso alla scarsa offerta di asili nido. Sulla composizione dei Neet incide molto il divario di genere: le donne Neet sono il 37,8% in Campania, il 34,7% in Puglia, il 35,9% in Calabria, addirittura il 41,4% in Sicilia. Sono intervenuti Francesco Prota (Università di Bari), Agnieszka Piekutowskai (Università di Bialystock), Luisa Diana (NIDIL-CGIL), Christina Theochari (EKA), Sonia Latif (CCOO Catalunya), Andrea Filippetti (CNR).Nel secondo panel, si è entrato nello specifico cercando di delineare i criteri (a partire dalla centralità del lavoro) e la metodologia che guideranno il progetto alla ricerca di alcune buone pratiche in giro per l’europa. Moderata dal direttore di Collettiva.it Stefano Milani, la tavola rotonda aveva come titolo “Le città, hub di politiche innovative per l’inclusione lavorativa e sociale dei giovani”. Con gli interventi di Gabriele Pasqui (Politecnico di Milano), Naja Marot (Università di Lubiana), Raquel Gallego (Università autonoma di Barcellona), Natassa Betziou (GSEE), Mojca Žerak (sindacato giovanile Mladi Plus), Anna Fastyn (OPZZ), Stefano Minerva, presidente della Provincia di Lecce.Il partenariato. Il progetto è condotto da un consorzio composto da 28 partner, di cui la Cgil Lecce è capofila. Figurano anche: la Cgil Nazionale, il Nidil Cgil (la categoria che rappresenta i lavoratori atipici), le Camere del Lavoro territoriali di Bari, Bergamo, Latina-Frosinone, Messina, Taranto, Verona; il Politecnico di Milano, le Università di Bari, Bialystock, Lubiana, l’Università autonoma di Barcellona, gli istituti di ricerca GSEE (Grecia) e Cnr (Italia), i sindacati OPZZ (Polonia), CCOO Catalogna (Spagna), EKA (l’Organizzazione dei sindacati di Atene, Grecia) e MLADI Plus (Slovenia), la Fondazione Di Vittorio, lo SMILE Puglia, la Confederazione europea dei sindacati (CES), la Federazione sindacale europea dei servizi pubblici (EPSU), i Comuni di Lecce, Bari, Taranto, Messina e Verona.
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