Cronaca Lecce 

Casa circondariale di Lecce, l'Osapp: ''Situazione sempre più esplosiva''

Il Segretario Regionale Ruggiero Damato denuncia le ripetute violenze perpetrate ai danni degli agenti di polizia Penitenziaria nel carcere di Borgo S. Nicola.

Il Segretario Regionale Puglia Ruggiero Damato denunciauna serie di eventi critici presso il penitenziario leccese nella giornata di ieri, 11 Ottobre, presso il reparto C1 e isolamento dell’R2 della Casa Circondariale di Lecce, gestiti con grande professionalità e spirito di sacrificio dalla polizia penitenziaria di ogni ruolo e grado.

''Nel reparto C1 2° sezione a custodia chiusa, parrebbe che un detenuto di origini straniere, lavorante di sezione, per futili motivi, in primo luogo ha minacciato anche di morte chiunque cercasse di portarlo alla ragione. Una volta fatto, è rientrato nella stanza di pernottamento (cella) dopo essere rientrato dai cortili passeggi, minacciando di auto-lesionarsi se non fosse stato rimesso a lavorare''.

''Per tali ragioni, il detenuto è stato fatto uscire per riportarlo alla ragione attraverso il lavoro a cui era chiamato, continuando comunque a minacciare l'agente addetto alla vigilanza in caso di rientro in stanza. Tutto ciò appare gravissimo in quanto mette in ridicolo l’Istituzione del poliziotto e dello Stato in un contesto come quello del carcere, ma il tutto non dovuto dalla Polizia Penitenziaria, ma dal clima in generale che si vive nelle carceri pugliesi e non solo, dopo i noti fatti di Santa Maria Capua Vetere, situazione non più accettabile per un sistema penitenziario e della credibilità e onorabilità di un Corpo di Polizia dello Stato''.

''Sempre nel reparto Circondariale, si era avuto sentore attraverso il servizio di intelligente interno che all'atto del rientro dai cortili passeggi, verso le ore 15, come da regolamento interno, tutti i detenuti dovevano rifiutarsi di ritornare nelle sezioni di appartenenza e nelle proprie stanze di pernottamento, tale circostanza ha fatto ritenere  opportuno dalla catena di comando, di bloccare il personale di polizia penitenziaria smontante alle 13, per affrontare eventuale evento critico, tale decisione ha fatto desistere gli organizzatori di tale protesta a non metterla in atto, ma non escludiamo che vengano messe in atto altre dimostrazione di protesta dei reclusi nei prossimi giorni, per ottenere ancora più 'privilegi' sotto l’aspetto di telefonate, videochiamate e colloqui i quali vengono garantiti a discapito di doppi turni della Polizia Penitenziaria, tutto ciò appare surreale in un contesto carcerario, dove si dovrebbero seguire regole dettate da Leggi e Norme dello Stato, scusate il parallelismo richiesto solo ai Servitore dello Stato quali sono donne e uomini della Polizia Penitenziaria viceversa all’iper-garantismo dei reclusi''.

''L'altro evento critico avvenuto presso il reparto isolamento dell’R2, dove vengono messi a regime di sorveglianza i detenuti facinorosi che hanno messo a rischio l’ordine e la sicurezza dell’Istituto, un detenuto di origine albanese, il quale si rifiutava di rientrare in cella al rientro dal cortile passeggi, pronunciando parole oltraggiose oltre che ai presenti anche contro la dirigenza dell’Istituto, all’atto dell’intervento, ha aggredito i poliziotti accorsi. Ad avere la peggio è stato un ispettore al quale è stata procurata una ferita alla fronte con conseguente sutura, e relativa prognosi di 8 giorni salvo complicazioni, durante l'intervento per riportare il recluso nella stanza con grande professionalità che non ha procurato alcune conseguenze fisiche al recluso''.

''in primis - aggiungee il sindacalista - solidarietà e plauso a tutta la Polizia Penitenziaria di ogni ruolo e grado del penitenziario leccese e di tutto il territorio pugliese, che tali eventi quasi quotidiani, con l’espletamento di turni massacranti, mancanza di interventi legislativi e Dipartimentali, e un senso di vero e proprio abbandono di donne e uomini in uniforme, fanno di fatto sminuire il sistema penitenziario e umiliare e sconfortare la polizia penitenziaria ormai messa alla gogna, e farla sentire impotente a tali atteggiamenti che minano di fatto Leggi e Norme di uno Stato di Diritto fondato non più al recupero del reo ma in una vera e propria terra di nessuno''.

Conclude Damato: ''Speriamo presto in un cambio di passo, dettato dal prossimo esecutivo, attraverso la nomina del nuovo Ministro della Giustizia anche attraverso una nuova guida politica Istituzionale nelle nomine dei vertici de Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, con interventi Normativi e protocolli operativi abbinati a sanzioni giuridiche e disciplinari nei confronti dei reclusi che minano l’ordine e la sicurezza dei penitenziari, se così non fosse, verrebbe meno l’arazzo del sistema penitenziario in senso lato, e la presenza della polizia penitenziaria nelle carceri''.


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