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Pasqua senza uova e colombe, Confartigianato: «Per le pasticcerie pugliesi una perdita di 32 milioni di euro»

L'associazione di categoria lancia l'allarme e critica le scelte del Governo: «Consentita la vendita di prodotti di pasticceria nei supermercati»

Pasqua senza uova e colombe artigianali: il danno economico per le pasticcerie pugliesi è stimato in 32 milioni di euro. La rilevazione è di Confartigianato Lecce.  «La chiusura delle pasticcerie durante le feste pasquali determina un enorme danno economico e pesa sulla competitività del sistema delle micro e piccole imprese, quelle stesse che in questo momento hanno più bisogno di aiuto - commenta il Presidente di Confartigianato Imprese Lecce, Luigi Derniolo - in Puglia si contano più di 1200 pasticcerie, delle quali quasi 1000 artigianali, con 4.300 addetti; per queste imprese si stima una perdita di fatturato nel mese di aprile di 26 milioni di euro».

«Ai mancati ricavi si deve aggiungere anche una perdita, valutata in 5 milioni di euro, causata dal deperimento di parte delle materie prime che abbiamo acquistato prima del blocco delle attività - puntualizza il Presidente provinciale dei pasticceri di Confartigianato Imprese Lecce, Giuseppe Zippo - stiamo rispettando le regole per difendere la salute di tutti, ma questa misura così restrittiva ci appare davvero ingiusta e vanifica il grande lavoro svolto negli ultimi anni che ha indotto sempre più consumatori a preferire le produzioni artigianali di qualità».

Quando il DPCM dell’11 marzo emanato per contrastare la diffusione del Covid-19 ha regolamentato le attività di commercio al dettaglio consentite, Confartigianato Imprese è tempestivamente intervenuta chiedendo una interpretazione meno restrittiva della norma ed inviando una richiesta specifica in tal senso al Ministro Patuanelli. Il decreto, infatti, penalizza in modo particolare le pasticcerie artigiane, impedite a poter vendere al dettaglio la propria produzione finanche in un momento particolare dell’anno qual è quello pasquale. Ove possibile, resta salva invece la consegna a domicilio.

Per Confartigianato Imprese Lecce la scelta del Governo è apparsa discutibile per almeno due ragioni.

In primo luogo le pasticcerie artigiane non sono strutturate diversamente rispetto alle numerose attività di vendita al dettaglio di prodotti alimentari (panifici, salumerie, macellerie) che continuano ad operare pur nel rispetto delle ferree regole anti-contagio.

Secondariamente, ma non per importanza, qualora la scelta fosse dettata dalla particolare tipologia del prodotto di pasticceria, ossia alimenti non indispensabili ed essenziali, non si spiegherebbe come mai tali prodotti siano invece in commercio presso la grande distribuzione organizzata o presso altri esercenti al dettaglio.

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