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I danni delle posture scorrette e la necessità di correggersi nella quotidianità

Una postura sbagliata può provocare danni invalidanti a carico della colonna. Problemi che possono essere sottovalutati da adolescenti o giovani lavoratori, in età avanzata finiscono per...

Una postura sbagliata può provocare danni invalidanti a carico della colonna. Problemi che possono essere sottovalutati da adolescenti o giovani lavoratori, in età avanzata finiscono per compromettere la mobilità del corpo. Una postura equilibrata previene tutta una serie di disturbi che le cattive abitudini possono generare. Oggi, grazie al medico fisiatra Luca Scarcella, operativo nel Poliambulatorio dei dottori Maria Luisa e Ruggiero Calabrese, vi spieghiamo come evitare le posture pericolose.  Le posture squilibrate possono essere determinate da atteggiamenti sbagliati tenuti nella quotidianità. In questi casi è importante intervenire subito. Sedersi in ufficio in maniera scomposta o sul banco di scuola, camminare in modo scorretto, ad esempio appoggiando male il piede al suolo, fino addirittura all’uso improprio dei muscoli della respirazione possono scatenare infiammazioni che poi diventano croniche. Il paziente di solito si rivolge al medico fisiatra quando l’infiammazione è già in stato avanzato, cioè quando esiste un dolore che limita o blocca i movimenti. Spesso lo specialista scopre che il problema nasce da un difetto posturale che talvolta è in una zona completamente diversa da quella dove si sviluppa il sintomo. In altre parole, il dolore è la parte finale di un processo infiammatorio che ha origine da movimenti del corpo scorretti. In età adulta poi, tra gli errori più comuni, c’è quello di non tenere il computer e la televisione in una posizione perfettamente frontale restando con il corpo in rotazione il che crea non pochi scompensi.  Anche lo sport deve essere fatto mirando ad uno sviluppo armonioso del corpo e non solo alla massa muscolare. Nel mondo del lavoro sono molto comuni i disturbi muscolo-scheletrici, soprattutto nell’agricoltura e nell’industria ma anche nell’ambito della logistica. I movimenti ripetitivi, la movimentazione di carichi e il lavoro in ambienti freddi possono causare infiammazioni nel lungo periodo: ecco perché esistono norme ergonomiche e attrezzature adeguate per lavorare senza danneggiare la salute. Ne abbiamo parlato con il dottor Luca Scarcella.  INTERVISTA AL DOTTOR LUCA SCARCELLA, MEDICO FISIATRA CENTRO CALABRESE  Dottore, perché è così importante curare la postura fin da piccoli?  “L’acquisizione di una postura corretta durante lo sviluppo e l’accrescimento permette di evitare problemi in futuro. Non si tratta semplicemente dello “stare dritti”, ma della consapevolezza del proprio sé nello spazio che si acquisisce fin da bambini. Ed è anche vero che l’assetto posturale che si acquisisce nei primi anni di vita fino all’adolescenza è quella che viene assunto poi nella vita adulta”. Quindi una postura sbagliata acquisita da piccolo rischia di compromettere il mio assetto e di scatenare infiammazioni più in là, vero?  “Certamente. Già da piccoli nel nostro cervello si sviluppa una sorta di mappa che regola i rapporti tra muscoli e articolazioni e la nostra posizione nello spazio”. Le nostre azioni quotidiane sono da tenere sotto controllo, soprattutto se si studia o si lavora davanti a un computer per molte ore al giorno... “Esattamente. È in queste occasioni che possiamo adagiarci utilizzando posture pericolose. Esiste una vera e propria disciplina, quella dell’ergonomia: da applicare fin da bambini. Rispettare le regole di una corretta postura consente di evitare i fenomeni artrosici che si sviluppano in età adulta”.  Le infiammazioni da postura scorretta possono cronicizzarsi nella fase adulta?  “Quando non si interviene tempestivamente, quasi sempre si cronicizzano le infiammazioni causate da posture scorrette. La postura scorretta non è solo quella che assumiamo durante l’adolescenza, ma può essere, ad esempio, quella di un operaio che con la movimentazione manuale dei carichi può superare i suoi limiti fisici. Molto spesso avviene che alcuni carichi vengano sollevati in maniera scorretta: in questo modo ci si procura un danno alla colonna lombare. Una postura scorretta può determinare inoltre l’infiammazione delle articolazioni degli arti inferiori e dei gruppi muscolari che le stabilizzano. Chi non attua le norme ergonomiche spesso, oltre a danneggiare la propria schiena, danneggia anche le ginocchia e le caviglie. L’infiammazione e il dolore che ne conseguono abbassano notevolmente la qualità della vita: ecco perché bisognerebbe prevenirli”.  Stessi problemi per l’impiegato e la cassiera, vero?  “Sì, sono tante le categorie a rischio. Chi ruota il busto per far passare la spesa, l’impiegato davanti al computer per ore, la commessa, a cui dev’essere data la possibilità di fare delle pause senza restare sempre in piedi, e tanti altre tipologie di lavoratori”.  Anche la movimentazione dei carichi nel lungo periodo è un rischio, vero?  “Bisogna usare tutto il corpo per sollevare un peso, piegare le gambe e non piegare solo la schiena. Non bisogna superare un determinato peso, a seconda dell’età, del genere e delle condizioni di salute”.  Come si fa la diagnosi?  “La diagnosi può farla solo il medico. Un dolore a livello lombare non è necessariamente sinonimo di problemi alla colonna: bisogna saper distinguere. Prima di arrivare a dire che si tratta di mal di schiena è necessario escludere tutta una serie di altre patologie: sto parlando della diagnosi differenziale. Per assurdo può succedere che il paziente venga dal fisiatra per un dolore lombare credendo che si tratti di mal di schiena, ma in realtà si tratta, ad esempio, di un problema renale. Il primo approccio deve essere sempre la visita clinica, poi si decide se fare l’RX ed eventualmente la risonanza magnetica o altri tipi di esami, a seconda dei risultati. Se si sospettano delle fratture vertebrali potrebbe essere necessario fare una tac. Spesso succede che il paziente si presenti con un mal di schiena e ci chieda di fare la risonanza, ma in realtà gli esami alla rinfusa non servono: c’è un percorso diagnostico da seguire ed è sempre fondamentale affidarsi ad un’equipe multidisciplinare, come quella che abbiamo nel centro Calabrese, dove si impegnano le migliori competenze multispecialistiche e la migliore tecnologia della diagnostica per immagini”.   In Italia sono tutti allenatori e medici... “Con pazienza e calma facciamo ragionare anche il paziente che ha questo atteggiamento”.  Per curarsi le infiltrazioni di cortisone sono le più efficaci?  “Non necessariamente (e non sempre) si arriva all’infiltrazione di cortisone. Può tornare una terapia utile se parliamo di infiammazione delle faccette articolari delle vertebre. La terapia prevede molto più spesso un approccio conservativo e la fisiokinesiterapia e le terapie elettromedicali sono di grande aiuto”.  L’insorgenza dell’artrosi può essere facilitata da infiammazioni trascurate?  “Sicuramente sì. Convivere con il dolore di un’infiammazione articolare può causare dei danni e favorire lo sviluppo di artrosi. Inoltre, si finisce per compromettere il movimento e le cose con l’età possono solo peggiorare”.  Quali sono i campanelli d’allarme dell’artrosi?  “Principalmente la difficoltà a compiere un movimento e il dolore”.  La causa qual è?  “È un problema multifattoriale, difficile identificare un’unica causa. È chiaro che dei sovraccarichi articolari, movimentazione dei carichi ripetuta nella quotidianità e altri stress articolari possono portare, a lungo andare, a fenomeni artrosici. Ma anche chi non fa lavori pesanti può essere esposto a problemi come l’artrosi: si pensi ad esempio all’artrosi cervicale dell’impiegato spesso vittima di una reiterata posizione scorretta davanti al monitor”.  Dobbiamo preoccuparci anche delle posture dal cellulare? “Certamente sì. Sta prendendo piede la rizoartrosi da abuso del cellulare. Il movimento continuo e quotidiano del primo dito della mano sul cellulare può scatenare l’usura delle sue articolazioni. Ci sono artrosi delle mani scatenate da un uso continuo dei videogiochi. Il sovraccarico articolare porta all’infiammazione: non curandosi si possono strutturare le artrosi”. Come si combatte e come si cura l’artrosi?  “L’artrosi si combatte anche evitando le posture scorrette e rispettando le regole ergonomiche. Nell’era della tecnologia possiamo utilizzare tante macchine per sforzarci di meno e favorire un corretto equilibrio posturale. Per curare l’artrosi dobbiamo agire sulle cause ma certamente anche sul sintomo combattendo il dolore. La terapia è nella maggior parte conservativa: antiinfiammatori, analgesici, e fisioterapia. Poi si può fare ricorso alle tecniche infiltrative e, in extrema ratio, quando necessario, a quelle chirurgiche”.  Gaetano Gorgoni

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