Economia e lavoro Lecce 

Export salentino vola grazie alla ripresa del calzaturiero: +22,5% nel 2018

I dati degli ultimi mesi segnalano la vitalità delle aziende della provincia di Lecce. L’export salentino chiude il 2018 con un incremento del 22,5% risultato che colloca la nostra pro...

I dati degli ultimi mesi segnalano la vitalità delle aziende della provincia di Lecce. L’export salentino chiude il 2018 con un incremento del 22,5% risultato che colloca la nostra provincia, a livello nazionale, tra quelle che hanno ottenuto le performance più interessanti e la prima in Puglia. Complessivamente la regione Puglia chiude il 2018 con una variazione negativa pari a -2,2%. La provincia di Lecce ha però un fatturato estero più contenuto, pari a 609 milioni di euro, rispetto alle altre province pugliesi, in particolar modo rispetto a Bari, che con i suoi 4 miliardi di euro rappresenta il 50% delle esportazioni della regione, e Taranto, con oltre un miliardo di fatturato estero, e un peso del 13,7% sull’export pugliese. “L’ottimo risultato realizzato nell’anno 2018 dal calzaturiero, un fatturato che sfiora i 77 milioni di euro e un incremento del 35% dell’export di calzature – commenta il presidente della Camera di Commercio, Alfredo Prete - ha contribuito notevolmente all’incremento delle vendite estere delle imprese salentine, facendone un settore trainante dell’export, subito dopo quello dei macchinari. Sono state in particolar modo le commesse provenienti dalla Svizzera (+87%) e Francia (+112,5%) a far lievitare l’export di calzature, paesi verso i quali sono stati fatturati, rispettivamente 35 e 11 milioni di euro. L’azione dell’Ente camerale è tesa a consolidare la presenza sui mercati esteri delle imprese, in particolar modo quella che si affacciano per la prima volta all’export e quindi necessitano di un maggior supporto e assistenza. Il 42% dell’export del Salento è costituito da macchinari e apparecchiature, per un volume d’affari di oltre 256 milioni di euro e un incremento delle vendite estere, rispetto all’anno precedente, di circa il 30%. Ma un vero e proprio exploit spetta al calzaturiero che ha chiuso il 2018 con un incremento delle vendite estere di circa il 35% e un fatturato di quasi 77 milioni di euro, rappresentando in tal modo il secondo settore per l’export della provincia con un peso del 13%. Anche l’export del comparto abbigliamento registra una crescita (+7,5%) e un fatturato di quasi 74 mln. Il settore dei prodotti in metallo fattura 42,4 mln e registra un incremento del 22%. Sostanzialmente stabili le vendite estere di bevande (vino) con un fatturato di 30 mln (+0,86%). L’export dei prodotti alimentari cresce del 2% e realizza un fatturato di 19,3 milioni di euro, di cui 7,5 mln inerenti a prodotti da forno e farinacei e 3,2 mln a olii vegetali. Anche le vendite estere di prodotti agricoli hanno registrato un’impennata dell’83% e un fatturato di 17,3 mln. Per quanto riguarda le importazioni, la parte più consistente pari a 59 mln di euro, riguarda l’acquisto di prodotti alimentari, la cui importazione nel corso del 2018 è cresciuta del 9%. Le aziende salentine acquistano dall’estero in particolar modo carne per un valore di 23 mln, pesce per 20,8 mln, prodotti lattiero-caseari per 5,7 mln e oli e grassi vegetali e animali per 5,1 mln. Aumentato del 10,7% l’import di macchinari e apparecchiature, per un ammontare di 42 mln di euro, e di circa il 70% l’import di calzature per un importo di 38,6 mln. Un incremento delle importazioni si è registrato anche per gli articoli in gomma e materie plastiche (+8,2%) per un fatturato estero pari a 29 mln di euro e per i prodotti della metallurgia (+5,6%) il cui valore è stato di 23,2 mln di euro. Le imprese della provincia hanno acquistato dall’estero anche apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche per 11,4 mln di euro con un incremento rispetto all’anno precedente del 27%. Svizzera, Francia, Germania e Spagna sono i partners commerciali più importanti per le imprese salentine, d’altra parte i paesi europei assorbono quasi l’80% dell’export salentino con un fatturato di 476,6 mln di euro, con un incremento del 27,4% rispetto al 2017. Verso la Svizzera è diretto il 18% dell’export con un fatturato di circa 105 milioni di euro, incrementatosi nell’anno del 38%. La “moda” salentina gode di un discreto appeal tra le imprese elvetiche che acquistano soprattutto capi di abbigliamento (48,5 mln) e calzature (35,2 mln). Le nostre importazioni, pari complessivamente a 10,8 milioni di euro, riguardano soprattutto metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi (7,9 mln). Le esportazioni verso la Francia, invece, ammontano a 62,7 mln, anche queste cresciute nel 2018 di quasi il 20%. Circa la metà dell’export (30,4 mln) verso la Francia è rappresentato da macchinari e apparecchiature, a seguire i prodotti in metallo per 9,7 (di cui 3,9 armi e munizioni) e calzature 9,1 mln, le importazioni ammontano complessivamente a 39 mln di euro dei quali 13,5 sono costituiti da carni. La Germania, terzo mercato di sbocco dei manufatti salentini, genera un fatturato di 51,7 mln di euro, cresciuto nell’anno dell’11%, di cui quasi la metà (23 mln) riconducibili a macchinari e attrezzature, oltre che a vino (7,3 mln) e prodotti agricoli per 6,9 mln. Le importazioni dalla Germania raggiungono la ragguardevole cifra di 55,6 mln di euro di cui 15,8 costituiti da articoli in gomma e 6,4 prodotti alimentari in particolare carne (2 mln) e prodotti lattiero-caseari (3,8 mln). Il commercio estero con la Spagna è rappresentato da 29,7 mln di esportazioni e 26 mln di importazioni. Le imprese spagnole acquistano da quelle leccesi cemento, calce e gesso per un valore di 7 mln e prodotti in metallo per 4,2 mln; mentre le nostre imprese importano pesce (4,8 mln), olio (3,5 mln) e autoveicoli (3,2 mln). L’export verso gli Stati Uniti, altro partner di “peso” per il commercio estero della provincia leccese, è tornato a crescere (+17%) dopo la flessione dello scorso anno (- 11,3%). Il fatturato a stelle e strisce è di 49,2 milioni di euro, la maggior parte dei quali, 37 milioni, sono riconducibili a macchinari e apparecchiature, a cui si aggiungono calzature (3,9 mln), abbigliamento (2 mln) e vino (2 mln). Le importazioni assommano a 15,6 mln, dei quali 6,8 sempre per macchinari e apparecchiature e 3,4 mln di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio. Da sottolineare la crescita dell’export verso i paesi dell’est, quali Polonia (+74,7%), Repubblica Ceca (+55%), Slovenia (+94,4%), Bulgaria (+85%) e Slovacchia (72,8%), La Polonia acquista dalle imprese salentine manufatti per un valore complessivo di 19 mln di euro, di cui 4,5 prodotti agricoli e 7,8 prodotti in metallo, mentre la Slovenia su 10 mln di acquisti, 9,4 mln sono riconducibili a macchinari e apparecchiature. In Bulgaria esportiamo merci per un valore di 7,3 mln d euro (di cui 5,3 mln macchinari e apparecchiature) e in Romania 5,6 mln di cui 1,5 riconducibili a calzature. Un caso a parte l’Albania, verso cui si esportano beni per un valore di 23 mln di euro, di cui circa 8 riguardanti cuoio conciato e lavorato, e se ne importano per circa 30 mln di euro, di questi 25,3 mln riconducibili a calzature. Ricordiamo che, per quanto riguarda il settore calzaturiero, verso l’Albania le imprese salentine esportano temporaneamente un prodotto semilavorato che viene ultimato oltre Adriatico, le calzature finite poi vengono importate per essere distribuite sul mercato italiano. Per quanto riguarda le importazioni, non si può non citare la Cina da cui importiamo prodotti per 38,5 milioni di euro e ne esportiamo appena 5,6 di cui 3,5 costituiti da vino. L’import è costituito, invece, principalmente da macchinari e apparecchiature (12,5 mln), prodotti in metallo (6,9 mln) apparecchiature elettriche (5 mln).

Potrebbeinteressarti