Cronaca Copertino 

Copertino, aggredisce assistente sociale perché ricovera la moglie: arrestato

Decisivo l’intervento dei Carabinieri dopo dell’ennesimo episodio ai danni di personale dei Servizi Sociali. L'uomo deve rispondere di violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale, nonchè di danneggiamento.

È risultato decisivo l’intervento dei Carabinieri della Tenenza di Copertino a seguito dell’ennesimo episodio di violenza contro personale dei Servizi Sociali. Questa volta l’amaro epilogo è toccato a un uomo di un comune salentino che, nella serata di ieri, è stato arrestato in flagranza di reato per violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale, nonchè per danneggiamento.

Ad allertare gli uomini dell’Arma è stata la stessa assistente sociale che, minacciata di morte e aggredita fisicamente, si è fatta coraggio chiedendo aiuto al numero di emergenza 112. I militari, prontamente intervenuti presso gli uffici dei servizi sociali del posto, hanno condotto una immediata e celere attività info-investigativa che ha permesso una ricostruzione dei fatti.

Infatti, dopo aver costatato il danneggiamento della porta d’ingresso ed ascoltata la professionista, già visitata dai sanitari del nosocomio “San Giuseppe di Copertino”, i militari dell’arma rintracciavano e identificavano l’individuo.

Il tutto si sarebbe verificato quindi tra le mura dell’ufficio della professionista dove l’uomo si sarebbe recato dopo il ricovero della moglie presso una struttura sanitaria-assistenziale ad opera appunto di quei servizi sociali. È stato lì che l’uomo sarebbe andato in escandescenza e aggredito la dottoressa poichè ritenuta dallo stesso responsabile dell’ingiusta misura che la stessa aveva adottato nei confronti della moglie.

Episodi analoghi si verificano spesso ma questa volta però la situazione è degenerata e sono intervenuti i militari dell’Arma che, alla fine degli accertamenti ed espletate le formalità di rito, hanno arrestato l’uomo. Come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, lo stesso è stato condotto presso la propria abitazione in regime degli arresti domiciliari, in attesa del rito direttissimo.


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