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Gastroenterite da rotavirus, molti casi tra i piccoli: come intervenire

 In pieno agosto i pediatri stanno riscontrando in molti dei loro piccoli pazienti disturbi gastrointestinali: niente paura, si tratta di forme virali che si possono manifestare con vomito, ...

 In pieno agosto i pediatri stanno riscontrando in molti dei loro piccoli pazienti disturbi gastrointestinali: niente paura, si tratta di forme virali che si possono manifestare con vomito, diarrea e altri sintomi, ma che non sono gravi.  Questi problemi possono essere superati agevolmente e naturalmente in due o quattro giorni (massimo una settimana). L’unica accortezza da avere, come ci spiega la pediatra Patrizia Di Tonno nell’intervista di oggi, è quella della buona idratazione dei piccoli. Se c’è sangue nelle feci, però, bisogna subito correre in ospedale.  Nei bambini di età inferiore ai 5 anni il rotavirus è la causa più comune di gastroenteriti virali. In questa particolare fascia d’età il virus è più dannoso perché può causare una diarrea più frequente con disidratazione. Molte delle infezioni che si sviluppano in questo periodo estivo sono causate dai ceppi del gruppo A (in misura assai minore da quelli del gruppo B e C). Il rotavirus dopo i 5 anni si manifesta in maniera molto più leggera, ma averlo contratto una volta non immunizza il piccolo paziente. Il rotavirus si trasmette principalmente per via oro-fecale: i bambini tendono a mettere diversi oggetti contaminati in bocca, oppure finiscono per mangiare la sabbia in spiaggia e questo può determinare una più facile diffusione del contagio (contano molto anche le superfici, il cibo e l’acqua contaminati). Questo tipo di virus si trasmette anche quando il soggetto che lo ha contratto viene a contatto con cibi, quindi nelle mense degli asili la guardia deve essere più alta. Il vomito e la diarrea acquosa dei più piccoli possono durare fino a una settimana. Ecco perché l’idratazione è fondamentale: gli organismi più immaturi possono essere pesantemente danneggiati da una grave disidratazione. Contro il rotavirus si utilizza il vaccino, che viene fatto entro i 6 mesi, ma non è obbligatorio e tanti genitori lo evitano. Le buone condizioni igieniche restano la migliore forma di prevenzione.  Dottoressa, i pediatri salentini in questo periodo si stanno confrontando con una nuova ondata di disturbi gastrointestinali che riguardano i più piccoli. Di cosa si tratta?  “In questo periodo assistiamo a tante forme virali con sintomi gastrointestinali, che vanno dalla nausea ai malesseri generali, astenia, diarrea e dolori addominali: questa forma dura dai due ai quattro giorni. Ha un’incubazione che varia dalle 48 alle 72 ore”.  Quali sono le cause che portano al contagio di un gran numero di bambini? Cosa consiglia ai genitori per prevenire questi problemi?  “La prevenzione è difficile: è necessario evitare ambienti molto affollati. Se c’è qualche familiare con disturbi, bisogna fare prevenzione con fermenti lattici. È necessario rispettare le norme igieniche come il lavaggio scrupoloso delle mani, evitare di bere acqua del mare ed è necessario fare una doccia subito dopo. Evitare di mangiare la sabbia è un altro accorgimento: molti bambini lo fanno, oppure mettono cose sporche e oggetti in bocca. Il vaccino può tenere alla larga il rotavirus: si fa per via orale. Purtroppo non rientra tra i vaccini obbligatori” Qual è la cura migliore?  “Essendo una forma virale non ci sono terapie al di fuori dei reidratanti: il bambino deve bere, deve prendere fermenti lattici, deve fare una dieta leggera e deve essere tenuto a riposo per qualche giorno”.  Quali sono le complicanze che possono scaturire da questo virus se non lo si cura in maniera adeguata?  “La disidratazione è una delle conseguenze più gravi da evitare cercando di far bere il bambino. Non bisogna preoccuparsi di far mangiare il piccolo paziente che è in questo stato, ma di farlo bere”.  Quali sono i bambini più esposti e quali fasce d’età? I rotavirus colpiscono in media circa 300 mila bambini l’anno e sono più frequenti sotto i 5 anni. Le altre forme sono meno frequenti nei più piccoli e più frequenti nei bambini più grandi”.  Gaetano Gorgoni  

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